Fiori d'ombra

Opera di Alessandro Nocentini
 

25/02/2004

Arte.it incontra Alessandro Nocentini, in occasione dell'esposizione "Fiori d'ombra" allestita presso la galleria romana Il Sole. Il pittore fiorentino presenta le ultime produzioni e ci racconta il suo amore per la natura, la sua ricerca e la sua gioia di vivere. Tema centrale delle sue opere la natura, una natura quotidiana… A.N. "E’ un rapporto con il vero. La mia indagine, dopo tutte le esperienze pittoriche, è indirizzata verso un’analisi precisa della realtà. Penso che l’ispirazione dalla realtà possa generare molto di più rispetto alla fantasia". I fiori sono i protagonisti dei suoi ultimi lavori… A.N. "Nelle ultime produzioni ci sono le rose. Rose che diventano dei ritratti e non nature morte; sono dei fiori personaggio, dei ritratti isolati, sono soggetto non oggetto. Il pretesto del fiore non è una messa in scena di una situazione da natura morta, è proprio l’indicazione per fare un soggetto preciso. …ci sono anche i fiumi, il rapporto con l’acqua è molto legato ai fiori. In entrambe i soggetti c’è sempre una parte che emerge e una che riamane sotto. Nel caso del fiume c’è l’acqua che cattura la parte riflessa di quello che accade intorno; nel caso dei fiori per dare questo duplice effetto utilizzo il cellophane, c’è una parte emersa del fiore e una parte nascosta dal cellophane con tutte le invenzioni che ci sono dentro. Nei suoi quadri l’uso del colore appare lieve, anche la scelta della luce privilegia la penombra, i toni morbidi... A.N. "La scelta del colore è rimasta una costante fin dall’inizio della mia carriera, nei miei quadri indipendentemente dai temi toccati negli anni, il colore è cambiato poco. Oggi la mia ricerca è lirica, il colore è sottile, tocca appena, in maniera tale da non avere grossi suoni, le mie produzioni. La luce è importante, non metto mai un fiore come capita. Tutto perlomeno nella partenza è studiato, dalla luce alla composizione, sembra quasi una nevrosi. Le sue opere danno la sensazione di un racconto narrato in un tono sommesso, calmo…dov’è la rivoluzione di Nocentini? A.N. "La mia rivoluzione risiede nel continuare, sentendomi contemporaneo, ad avere presenza su una pittura di oggetti e di soggetti apparentemente superati. Nell’era del computer, dei video, delle installazioni mi sento molto forte e perfettamente contemporaneo non ho bisogno di trovare scuse o mezzi alle mie opere. In momenti di grande debolezza ho cercato nuove vie e giustificazioni. A vent’anni si è una forza della natura, si è capaci di fare tutto, a trent’anni però ho voluto essere moderno a tutti i costi, credo sia stato il periodo più brutto della mia esperienza pittorica, ho subito il fascino dell’imperialismo americano e sono stato per tre anni quasi fermo, perdevo molti mesi per realizzare un quadro. Liberarsi da questa influenza è stato un grande sollievo". Come è diventato pittore, ci parli della sua formazione? A.N. "Sono nato pittore non avrei potuto fare niente al mondo. Possiedo una cosa che può essere un vantaggio e uno svantaggio: la dote naturale. Ho sempre avuto la mano buona e ho sempre disegnato molto, mi piaceva moltissimo. Quello che mi ha spinto è stato la curiosità estetica verso le cose, la curiosità di chi guarda. Ho frequentato il liceo artistico avrei potuto anche non farlo, non mi ha dato una grossa costruzione, ho visitato e continuo a farlo moltissimi musei e mostre di tutti i tipi. C’è qualche artista o movimento in particolare che ha influenzato il suo stile? A.N. "La pittura poetica in particolare. Mi affascina la pittura del Seicento, i primitivi senesi, trovo straordinaria la pittura del Duecento e del Trecento, la pittura nordica. Prendendo due mostri del Novecento Morandi o De Pisis la mia preferenza va a quest’ultimo. Nelle mie opere c’è una parte lirica, una forza, a volte le cose sembrano toccate piano soffuse. Fare un fiore può sembrare un uso da educanda inglese, ma il fiore o uno straccio o qualsiasi altra cosa sono dei pretesti per rendere una bella architettura. La mia nevrosi estetica si sfoga cercando la rarefazione assoluta di un piccolo soggetto". Tra le tecniche che utilizza troviamo l’acquaforte… A.N. "L’acquaforte ha un fascino incredibile. Io sono un’acquafortista, è un’arte piena di mistero, nonostante io abbia un’esperienza lunga con questo tipo di tecnica è difficile fare previsioni, non si conoscono gli esiti: l’acido, il metallo, la cera creano infatti ogni volte effetti diversi. L’acquaforte suggerisce moltissimo alla pittura" . A che cosa non rinuncerebbe mai nella sua vita? A.N. "Sono un bravo cuoco, mi piacciono le donne, mi piace andare sott’acqua, perdo volentieri tempo anche se ho una mostra per andare a fare un giro a pescare il tonno. Sono molto vitale, mi sono sposato per la terza volta e sto facendo altri bambini… sono per la riproduzione! Aspetto una bambina che nascerà in marzo, ho una figlia grandissima e un bambino meraviglioso di tre anni, il tutto senza essere incosciente… …non rinuncerei assolutamente alla mia libertà, potrei smettere anche di dipingere per salvaguardarla". Fiori d'ombra, Alessandro Nocentini Galleria Il Sole Via Alessandria 110 Roma Orario 9 00 - 13 00 15 30 - 20 00 Informazioni 06 44251315 ilsole_arte@tin.it