Musei che cambiano: la Pinacoteca di Brera
Con Raffaello e Perugino Brera ha un nuovo passo
Pietro Vannucci detto il Perugino, Sposalizio della Vergine, 1500-1504 olio su tavola, 236 × 186 cm, Caen, Musée des Beaux-Arts, Allestimento a Brera
Eleonora Zamparutti
14/03/2016
La Pinacoteca di Brera è definitivamente entrata in una nuova era sotto la direzione di James Bradburne. Dal 17 marzo al 27 giugno il primo “dialogo” tra Raffaello e Perugino mette fine alla pratica delle grandi mostre e inaugura una serie di appuntamenti volti alla valorizzazione della collezione permanente. D’ora in poi stop anche ai prestiti: nei prossimi tre anni i capolavori della Pinacoteca resteranno a casa.
Quanto alle iniziative straordinarie, ne seguiranno altre due nel corso dell’anno: il 16 giugno sarà protagonista Andrea Mantegna e il suo Cristo morto, il 27 ottobre sarà la volta di Caravaggio con la Cena in Emmaus.
Raffaello e Perugino a confronto
Il primo confronto vis-à-vis tra due capolavori dell’arte italiana è da manuale.
Da un lato la pala dello Sposalizio della Vergine di Raffaello, dall’altro lo Sposalizio della Vergine del Perugino, proveniente dal Musée des Beaux-Arts di Caen.
Tra allievo e maestro si apre un dialogo che offre al visitatore un’occasione unica per scoprire, come in un gioco, i rimandi e le differenze tra le due opere. La presenza di una terza tela, quella di Jean-Baptiste Wicar che nel 1825 sostituì il dipinto del Perugino sottratto alla cattedrale di Perugia, aggiunge al contesto un documento storico e narrativo di curiosità.
Le storie nella storia
Tra il 1499 e il 1503 il Perugino dipinge lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di San Lorenzo di Perugia. La cappella conservava - e conserva tutt’oggi - la reliquia del santo anello della Vergine: un cerchio in calcedonio che la Vergine avrebbe consegnato a San Giovanni prima di morire e che sarebbe giunto a Chiusi nella chiesa di San Francesco per essere poi trafugato da un frate e consegnato alla città di Perugia. A quell’epoca Pietro Vannucci, detto il Perugino, era all’apice del successo.
Raffaello, giovane artista già affermato, prende a modello l’opera di Perugino per realizzare nel 1504 la pala destinata alla chiesa di San Francesco di Città di Castello.
Lo schema compositivo delle due opere è identico: Raffaello aggiunge maggiore naturalezza ai personaggi, rimpicciolisce l’edificio e lo rialza, modifica il paesaggio che si scorge dalla porta centrale del tempio.
La storia corre veloce e si arriva presto all’età di Napoleone che dà il via alla requisizione di opere dalle chiese italiane: lo Sposalizio di Perugino viene staccato dalla parete del Duomo di Perugia e in sua sostituzione viene collocato - dopo alterne vicende - lo Sposalizio di Wicar.
Un nuovo sito web e nuovo allestimento delle sale
L’inaugurazione del confronto tra i due mostri sacri dell’arte italiana, è anche l’occasione per lanciare il nuovo sito web della Pinacoteca, completo di informazioni e immagini sulla collezione permanente, e ammirare le prime sale (dalla XX alla XXIII) oggetto del riallestimento che nei prossimi tre anni vedrà coinvolto l’intero museo.
Nuova distribuzione dei capolavori, didascalie collocate in basso alle opere e pensate non solo per un pubblico di esperti, ma scritte in linguaggio divulgativo per aiutare ad esempio i genitori a spiegare le opere ai loro figli e a trasmettere la poetica contenuta nella tela (per l’operazione la Pinacoteca si è avvalsa del contributo di scrittori come Ingrid Rowland e Ali Smith). Illuminazione e colori alle pareti freschi di restauro, un acquario in vetro per esporre una parte delle opere presenti nei depositi e una teca trasparente per ammirare le fasi di restauro di un’opera, donano all’ala della Pinacoteca un nuovo passo.
L’arte dello Sposalizio in musica
Quasi a celebrare il debutto milanese di Bradburne, il concerto del pianista Clive Britton ha aperto le sale all’album della storia, evocando quella visita di Franz Liszt alla Pinacoteca durante la quale il musicista austriaco potè ammirare la Sposalizio della Vergine di Raffaello. Con l’esecuzione dell’ouverture di La deuxième Année de Pèlerinage: Italie, colonna sonora del dialogo silenzioso tra Perugino e Raffaello, Bradburne ha regalato alla città un viaggio colto attraverso i secoli, entrando e uscendo dalle storie e dalla storia con grande abilità, galoppando a gran velocità tra emozioni e cultura come in un bellissimo film.
Vedi anche:
Raffaello e Perugino attorno a due Sposalizi della Vergine
FOTO: Il sacro anello e altre storie
Attorno a Mantegna
FOTO: [SECONDO DIALOGO] Attorno a Mantegna
Rivoluzione Brera
Brera d'estate
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Da un lato la pala dello Sposalizio della Vergine di Raffaello, dall’altro lo Sposalizio della Vergine del Perugino, proveniente dal Musée des Beaux-Arts di Caen.
Tra allievo e maestro si apre un dialogo che offre al visitatore un’occasione unica per scoprire, come in un gioco, i rimandi e le differenze tra le due opere. La presenza di una terza tela, quella di Jean-Baptiste Wicar che nel 1825 sostituì il dipinto del Perugino sottratto alla cattedrale di Perugia, aggiunge al contesto un documento storico e narrativo di curiosità.
Le storie nella storia
Tra il 1499 e il 1503 il Perugino dipinge lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di San Lorenzo di Perugia. La cappella conservava - e conserva tutt’oggi - la reliquia del santo anello della Vergine: un cerchio in calcedonio che la Vergine avrebbe consegnato a San Giovanni prima di morire e che sarebbe giunto a Chiusi nella chiesa di San Francesco per essere poi trafugato da un frate e consegnato alla città di Perugia. A quell’epoca Pietro Vannucci, detto il Perugino, era all’apice del successo.
Raffaello, giovane artista già affermato, prende a modello l’opera di Perugino per realizzare nel 1504 la pala destinata alla chiesa di San Francesco di Città di Castello.
Lo schema compositivo delle due opere è identico: Raffaello aggiunge maggiore naturalezza ai personaggi, rimpicciolisce l’edificio e lo rialza, modifica il paesaggio che si scorge dalla porta centrale del tempio.
La storia corre veloce e si arriva presto all’età di Napoleone che dà il via alla requisizione di opere dalle chiese italiane: lo Sposalizio di Perugino viene staccato dalla parete del Duomo di Perugia e in sua sostituzione viene collocato - dopo alterne vicende - lo Sposalizio di Wicar.
Un nuovo sito web e nuovo allestimento delle sale
L’inaugurazione del confronto tra i due mostri sacri dell’arte italiana, è anche l’occasione per lanciare il nuovo sito web della Pinacoteca, completo di informazioni e immagini sulla collezione permanente, e ammirare le prime sale (dalla XX alla XXIII) oggetto del riallestimento che nei prossimi tre anni vedrà coinvolto l’intero museo.
Nuova distribuzione dei capolavori, didascalie collocate in basso alle opere e pensate non solo per un pubblico di esperti, ma scritte in linguaggio divulgativo per aiutare ad esempio i genitori a spiegare le opere ai loro figli e a trasmettere la poetica contenuta nella tela (per l’operazione la Pinacoteca si è avvalsa del contributo di scrittori come Ingrid Rowland e Ali Smith). Illuminazione e colori alle pareti freschi di restauro, un acquario in vetro per esporre una parte delle opere presenti nei depositi e una teca trasparente per ammirare le fasi di restauro di un’opera, donano all’ala della Pinacoteca un nuovo passo.
L’arte dello Sposalizio in musica
Quasi a celebrare il debutto milanese di Bradburne, il concerto del pianista Clive Britton ha aperto le sale all’album della storia, evocando quella visita di Franz Liszt alla Pinacoteca durante la quale il musicista austriaco potè ammirare la Sposalizio della Vergine di Raffaello. Con l’esecuzione dell’ouverture di La deuxième Année de Pèlerinage: Italie, colonna sonora del dialogo silenzioso tra Perugino e Raffaello, Bradburne ha regalato alla città un viaggio colto attraverso i secoli, entrando e uscendo dalle storie e dalla storia con grande abilità, galoppando a gran velocità tra emozioni e cultura come in un bellissimo film.
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