A Capalbio, dal 9 luglio al 3 novembre, una mostra omaggia la madre delle Nanas

Nel luogo dei sogni di Niki de Saint Phalle, l'artista visionaria che amava i tarocchi

Tarot Garden, 1991, Litografia 80 x 60.3 cm
 

Samantha De Martin

14/04/2021

Grosseto - “Sogno di abitare in uno spazio senza frontiere” scriveva negli anni Novanta Niki de Saint Phalle, l’artista visionaria devota da sempre a un' Europa unita e progressista.
Riecheggia anche in queste parole l’attualità del messaggio della femminista, ambientalista, avanguardista Niki, conosciuta per le sue enormi “Nanas”, figure femminili cariche di colore, di energia e di vita, con le quali l'artista andava contro ogni ideale estetico femminile per vendetta nei confronti del padre che da bambina aveva tentato di violentarla.
In vista del 2022, anno in cui ricorre il ventennale della morte, il Giardino dei Tarocchi di Capalbio (Grosseto) - la grandiosa creazione esoterica nata dalla fantasia di questa donna guerriera - rende omaggio all’opera di Niki de Saint Phalle e al suo rapporto artistico con l’Italia, con una mostra a cura di Lucia Pesapane.


Il Giardino dei Tarocchi

Dal 9 luglio al 3 novembre - in contemporanea con l’importante retrospettiva in corso al MoMA PS1 di New York - saranno presentate oltre cento opere - tra sculture, disegni, video, fotografie comprese tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta - alcune delle quali inedite.
La generosità dei collezionisti, con la collaborazione della Fondazione Il Giardino dei Tarocchi, The Niki Charitable Art Foundation e Fondazione Capalbio, hanno reso possibile questo progetto che accompagnerà il pubblico nell’attualità del messaggio avanguardista della femminista ante litteram che, a partire dagli anni Cinquanta, difese i diritti civili degli afro-americani.




Niki de Saint Phalle, La Temperanza, 1985, Poliestere dipinto, Collezione Privata

Il percorso toccherà tre sedi espositive: Palazzo Collacchioni, nel suggestivo borgo di Capalbio, avvolto tra le sue mura in quest’ ultimo lembo di Maremma, la Galleria Il Frantoio e il Giardino dei Tarocchi di Garavicchio, nato sul lembo di terreno che nel 1974 i fratelli Caracciolo cedettero all’artista per realizzarne il proprio sogno, su imitazione del Parco di Gaudí e della Villa di Bomarzo.

Il luogo dei sogni: Il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle, questo il titolo della mostra, seguirà un percorso tematico preciso. A Palazzo Collacchioni, foto, video, sculture, maquettes, collages racconteranno la storia del Giardino dei Tarocchi, dalla fine degli anni Settanta ad oggi.
Per dare vita al suo sogno Niki aveva chiamato a raccolta i propri amici artisti, da Rico Weber a Pierre Marie Lejeune, da Mario Botta all’immancabile Jean Tinguely, lo scultore svizzero con il quale nel 1971 si era unita in matrimonio, maestro nell’inventare stupefacenti congegni meccanici in grado di muoversi “cantando”.
Quando, dopo vent’anni di lavoro, il Giardino dei Tarocchi fu ultimato, apparve subito come un “fuori luogo”, un quartiere visionario, colorato con tinte violente, con edifici fiabeschi, piazze, fontane, sculture monumentali ispirate ai Tarocchi, edifici ricoperti di cemento e rivestiti a specchio, a mosaico policromo, a vetro, ceramica invetriata, in un’esplosione celeste fatta di rossi, blu cobalto, verde smeraldo, e, dappertutto, i pensieri dell’artista a descrivere questa sorta di Eden naif.


Niki de Saint Phalle, Viva l’Italia, 1984, Litografia 68 x 98 cm, Collezione Privata

In questo universo rotondo, morbido e colorato che riconduce al grande seno - che è per l’artista il mondo - particolari strutture in legno dalle forme sinuose, appositamente create, ospiteranno le oltre cento opere, lungo un denso percorso arricchito da maquettes, foto, disegni e altri oggetti, tra i più rievocativi della sua attività artistica.
La Galleria Il Frantoio accoglierà invece alcuni lavori storici, tra cui gli assemblage degli anni ’60, maquette in creta cruda preliminari alla realizzazione del Giardino, e inediti video di archivio.

“Quando Niki realizzò una mano aperta sulla testa della carta del Mago per nascondere la vista in lontananza della contestata centrale nucleare di Montalto di Castro - scrive Maria Concetta Monaci, presidente di Fondazione Capalbio - dimostrò di condividere i principi degli ambientalisti riconoscendosi nelle loro battaglie. È in questa perfetta simbiosi tra territorio e artista che Fondazione Capalbio vuole fornire a tutta la comunità un forte elemento simbolico, che possa essere riconosciuto dal mondo intero”.


Niki de Saint Phalle | Courtesy The Norman Parkinson Archive / Iconic Images 2020

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