Una pubblicazione tratta dalle ricette descritte nel diario del maestro
Pontormo gastronomo, dalle tele alla tavola

Pontormo, Cena in Emmaus, 1525, Galleria dell'Accademia, Firenze
E. Bramati
08/06/2014
Firenze - "Adì 7 in domenica sera di gennaio 1554 caddi e percossi la spalla e 'l braccio e stetti male e stetti in casa Bronzino sei dì; poi me ne tornai a casa e stetti male insino a carnovale che fu adì 6 di febraio 1554.
Adì 11 marzo 1554 in domenica mattina desinai con Bronzino pollo e vitella e sentiimi bene."
Inizia così il diario del Pontormo, che dall'inizio del 1554 al 1556 si preoccupò di descrivere quotidianamente le sue attività pittoriche, le vicende in compagnia del suo allievo Bronzino e, soprattutto, le sue abitudini alimentari.
Proprio dalla rilettura di questi testo è nata l'idea di un libro, curato da Annamaria Tossani e Ludovica Sebregondi, in cui rivivono i piatti prediletti del maestro toscano, reinterpretati da venti grandi chef toscani e internazionali, ispirati ai suoi scritti e ai suoi dipinti.
Sulla scia del successo della mostra di Palazzo Strozzi (fino al 20 luglio 2014), che indaga le divergenti vie della maniera tra lo stesso Jacopo Carucci e Rosso Fiorentino e per cui la stessa Sebregondi è responsabile del coordinamento scientifico ed editoriale, giunge l'idea de "La tavola del Pontormo. Ricette di grandi chef, ingredienti senza tempo e suggestioni d’arte", della casa editrice Maschietto.
Il testo riscopre dunque lo stile di vita e le influenze di questo importante ed audace esponente del Manierismo, gli incontri con i suoi colleghi pittori, magari davanti ad una tavola imbandita, tra un piatto di "colombacci" o una "minestra di pisegli", o un menù più sbrigativo e frugale, come un "cavolo buono cotto di mia mano".
Questo progetto nasce come corredo alla mostra stessa, e vede la partecipazione di James B. Bradburne, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, l'istituzione presso la quale, lunedì 9 giugno, sarà ufficialmente presentato il libro.
Adì 11 marzo 1554 in domenica mattina desinai con Bronzino pollo e vitella e sentiimi bene."
Inizia così il diario del Pontormo, che dall'inizio del 1554 al 1556 si preoccupò di descrivere quotidianamente le sue attività pittoriche, le vicende in compagnia del suo allievo Bronzino e, soprattutto, le sue abitudini alimentari.
Proprio dalla rilettura di questi testo è nata l'idea di un libro, curato da Annamaria Tossani e Ludovica Sebregondi, in cui rivivono i piatti prediletti del maestro toscano, reinterpretati da venti grandi chef toscani e internazionali, ispirati ai suoi scritti e ai suoi dipinti.
Sulla scia del successo della mostra di Palazzo Strozzi (fino al 20 luglio 2014), che indaga le divergenti vie della maniera tra lo stesso Jacopo Carucci e Rosso Fiorentino e per cui la stessa Sebregondi è responsabile del coordinamento scientifico ed editoriale, giunge l'idea de "La tavola del Pontormo. Ricette di grandi chef, ingredienti senza tempo e suggestioni d’arte", della casa editrice Maschietto.
Il testo riscopre dunque lo stile di vita e le influenze di questo importante ed audace esponente del Manierismo, gli incontri con i suoi colleghi pittori, magari davanti ad una tavola imbandita, tra un piatto di "colombacci" o una "minestra di pisegli", o un menù più sbrigativo e frugale, come un "cavolo buono cotto di mia mano".
Questo progetto nasce come corredo alla mostra stessa, e vede la partecipazione di James B. Bradburne, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, l'istituzione presso la quale, lunedì 9 giugno, sarà ufficialmente presentato il libro.
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