In mostra a Firenze dal 18 gennaio al 20 marzo
Dal pollaio agli Uffizi: l'avventura di Koen Vanmechelen tra arte e biodiversità
Seduzione: Koen Vanmechelen, Medusa Nera - Medusa Bianca I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Francesca Grego
17/01/2022
Firenze - Qualcuno l’ha definita “arte vivente”: da più di 20 anni Koen Vanmechelen si muove sul confine tra arte e scienza, esplorando i possibili rapporti tra umano, animale, vegetale e indagando le origini della vita per espandere la biodiversità del pianeta. Al centro della sua ricerca, il Cosmopolitan Chicken Project, fucina di 24 generazioni di “polli globali” nati dall’incrocio di esemplari allevati in ogni angolo del mondo. Con un patrimonio genetico incredibilmente vario e assortito, le galline di Vanmechelen risultano molto più robuste, belle, fertili e resistenti alle malattie delle “colleghe” cresciute negli allevamenti intensivi: alcune di loro vivono anche 20 anni! Dopo il successo del Labiomista, singolare parco creato nell’ex cittadina mineraria di Genk, in Belgio, con la collaborazione dell’architetto Mario Botta, oggi Vanmechelen approda agli Uffizi per una mostra che promette sorprese.
Seduzione: Koen Vanmechelen, Cosmopolitan Fossil I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Che cosa ci fa uno come lui tra Leonardo, Michelangelo e Raffaello? Talento eclettico, Vanmechelen è pittore, scultore, fotografo, performer. E a Firenze porta 30 installazioni pronte a dialogare con i capolavori di casa: “Non è soltanto una straordinaria opportunità. Questo è giocare con il fuoco!”, dice, e l’emozione non gli toglie neanche un briciolo della sua tranquilla audacia. Seduzione è il titolo della mostra in programma fino al prossimo 20 marzo che, spiega la curatrice Francesca Sborgi, “allude all’incanto generato dalla bellezza e dal complesso sistema di significati che le nostre prestigiose collezioni hanno da secoli tramandato. Ma seduzione è soprattutto quella inevitabile e fatale attrazione che da sempre è il motore dell’evoluzione naturale, che spinge la materia e gli esseri viventi a combinarsi l’uno con l’altro e a generare sempre nuove forme di vita”. Passato e presente, naturale e artificiale, buio e luce, umano e divino si incontrano nel mondo di Vanmechelen, dove l’ibrido è in cima alla scala dei valori, si tratti di polli o di linguaggi artistici: “una nuova utopia”, sintetizza l’architetto Botta durante la presentazione del progetto a Firenze, “una speranza per rincorrere l’origine della vita”.
Seduzione: Koen Vanmechelen, Temptation I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Lungo il consueto percorso di visita degli Uffizi le opere di Vanmechelen sono cortocircuiti improvvisi: le sue eleganti chimere scuotono le certezze consolidate della storia, insediandosi in quella zona liquida che l’arte divide con la società per invitarci al salto, alla metamorfosi, a cogliere le sfide del diverso e dell’ignoto. Così i 15 ritratti marmorei della serie Temptation, ispirati ai busti degli imperatori, generano dalla testa fragili uova di vetro di Murano, mentre il Bambino con gallo dello scultore ottocentesco Andrea Cecioni è rivisitato nella doppia installazione Cosmopolitan Fossil, dove il putto trattiene a stento un’energica iguana mutante.
Seduzione: Koen Vanmechelen, Domestic Violence I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Nella Sala delle Niobidi, una pacifica, monumentale tigre di marmo rosso (Domestic Violence) partecipa alla tragedia delle statue antiche insieme all’autoritratto dell’artista, che al termine della mostra entrerà nelle collezioni degli Uffizi. In Ubuntu - questo il titolo del quadro - Vanmechelen osserva i visitatori attraverso una maschera di vetro, materiale che gli è caro. “In lingua Bantu, Ubuntu è la fede in un legame universale che connette tutta l’umanità”, spiega l’autore: “Quest’opera nasce vedendo nell’altro il riflesso della propria immagine di sé, un’immagine che è portatrice del passato e del futuro”.
E se nella Sala dell’Ermafrodito - creatura ibrida per eccellenza - un cuscino scolpito accoglie un uovo cullato da artigli alieni, più in là due “gemelle” contemporanee affiancano la Medusa di Caravaggio. Oltre ai serpenti, sulle loro teste si agitano teste di polli famelici, un riferimento all’uso dell’uovo nella medicina moderna come ingrediente di farmaci e vaccini: Medusa è colei che è capace di uccidere come di dare nuova vita. Infine c’è un personaggio che davvero non poteva mancare. Si chiama Mechelse Cubalaya ed è uno dei polli cosmopoliti ai quali Vanmechelen è più affezionato: è nato da un incrocio ottenuto a Cuba per salvare dall’estinzione il patrimonio genetico di un ormai rarissimo pollo autoctono caraibico. Incorniciato d’oro, il suo ritratto si staglia sulla parete scarlatta del museo, fiero e solenne come quello di un principe.
Seduzione: Koen Vanmechelen, Mechelse Kubalaya I Courtesy Gallerie degli Uffizi
“Il parallelo con il Rinascimento italiano è chiaro. L’arte, essendo pensata per il futuro, è il mezzo per favorire e proiettare nuove narrazioni nel mondo. L'arte è da sempre il tessuto connettivo dell'esistenza umana. Chiarisce, apre prospettive e connette attraverso la diversità”, afferma Vanmechelen: “In questo momento, nell’Antropocene, abbiamo bisogno di una nuova rinascita globale. Abbiamo bisogno di un Rinascimento cosmopolita, di una nuova narrazione basata sulla consapevolezza dell'interconnessione di tutti gli esseri viventi”.
Seduzione: Koen Vanmechelen, Cosmopolitan Fossil I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Che cosa ci fa uno come lui tra Leonardo, Michelangelo e Raffaello? Talento eclettico, Vanmechelen è pittore, scultore, fotografo, performer. E a Firenze porta 30 installazioni pronte a dialogare con i capolavori di casa: “Non è soltanto una straordinaria opportunità. Questo è giocare con il fuoco!”, dice, e l’emozione non gli toglie neanche un briciolo della sua tranquilla audacia. Seduzione è il titolo della mostra in programma fino al prossimo 20 marzo che, spiega la curatrice Francesca Sborgi, “allude all’incanto generato dalla bellezza e dal complesso sistema di significati che le nostre prestigiose collezioni hanno da secoli tramandato. Ma seduzione è soprattutto quella inevitabile e fatale attrazione che da sempre è il motore dell’evoluzione naturale, che spinge la materia e gli esseri viventi a combinarsi l’uno con l’altro e a generare sempre nuove forme di vita”. Passato e presente, naturale e artificiale, buio e luce, umano e divino si incontrano nel mondo di Vanmechelen, dove l’ibrido è in cima alla scala dei valori, si tratti di polli o di linguaggi artistici: “una nuova utopia”, sintetizza l’architetto Botta durante la presentazione del progetto a Firenze, “una speranza per rincorrere l’origine della vita”.
Seduzione: Koen Vanmechelen, Temptation I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Lungo il consueto percorso di visita degli Uffizi le opere di Vanmechelen sono cortocircuiti improvvisi: le sue eleganti chimere scuotono le certezze consolidate della storia, insediandosi in quella zona liquida che l’arte divide con la società per invitarci al salto, alla metamorfosi, a cogliere le sfide del diverso e dell’ignoto. Così i 15 ritratti marmorei della serie Temptation, ispirati ai busti degli imperatori, generano dalla testa fragili uova di vetro di Murano, mentre il Bambino con gallo dello scultore ottocentesco Andrea Cecioni è rivisitato nella doppia installazione Cosmopolitan Fossil, dove il putto trattiene a stento un’energica iguana mutante.
Seduzione: Koen Vanmechelen, Domestic Violence I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Nella Sala delle Niobidi, una pacifica, monumentale tigre di marmo rosso (Domestic Violence) partecipa alla tragedia delle statue antiche insieme all’autoritratto dell’artista, che al termine della mostra entrerà nelle collezioni degli Uffizi. In Ubuntu - questo il titolo del quadro - Vanmechelen osserva i visitatori attraverso una maschera di vetro, materiale che gli è caro. “In lingua Bantu, Ubuntu è la fede in un legame universale che connette tutta l’umanità”, spiega l’autore: “Quest’opera nasce vedendo nell’altro il riflesso della propria immagine di sé, un’immagine che è portatrice del passato e del futuro”.
E se nella Sala dell’Ermafrodito - creatura ibrida per eccellenza - un cuscino scolpito accoglie un uovo cullato da artigli alieni, più in là due “gemelle” contemporanee affiancano la Medusa di Caravaggio. Oltre ai serpenti, sulle loro teste si agitano teste di polli famelici, un riferimento all’uso dell’uovo nella medicina moderna come ingrediente di farmaci e vaccini: Medusa è colei che è capace di uccidere come di dare nuova vita. Infine c’è un personaggio che davvero non poteva mancare. Si chiama Mechelse Cubalaya ed è uno dei polli cosmopoliti ai quali Vanmechelen è più affezionato: è nato da un incrocio ottenuto a Cuba per salvare dall’estinzione il patrimonio genetico di un ormai rarissimo pollo autoctono caraibico. Incorniciato d’oro, il suo ritratto si staglia sulla parete scarlatta del museo, fiero e solenne come quello di un principe.
Seduzione: Koen Vanmechelen, Mechelse Kubalaya I Courtesy Gallerie degli Uffizi
“Il parallelo con il Rinascimento italiano è chiaro. L’arte, essendo pensata per il futuro, è il mezzo per favorire e proiettare nuove narrazioni nel mondo. L'arte è da sempre il tessuto connettivo dell'esistenza umana. Chiarisce, apre prospettive e connette attraverso la diversità”, afferma Vanmechelen: “In questo momento, nell’Antropocene, abbiamo bisogno di una nuova rinascita globale. Abbiamo bisogno di un Rinascimento cosmopolita, di una nuova narrazione basata sulla consapevolezza dell'interconnessione di tutti gli esseri viventi”.
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