Dal 1° luglio al 7 gennaio al Forte valdostano
Da Raffaello a Balla. Capolavori dell'Accademia Nazionale di San Luca al Forte di Bard

Guido Reni, Fortuna con la corona, trattenuta da un putto, 1637 ca. (part.). Olio su tela, 135 x 165 cm, Accademia Nazionale di San Luca, Roma
Samantha De Martin
26/06/2017
Aosta - Un colorito corteo di dipinti, sculture, tavole e terracotte, con al centro il putto reggifestone raffigurato da Raffaello su un prezioso affresco, si aggira nelle sale del Forte di Bard.
L'Accademia Nazionale di San Luca - una delle più antiche e importanti istituzioni culturali italiane attive nel campo dell’arte - fa rotta verso nord e omaggia il Forte valdostano di 115 opere provenienti dalla sede romana di Palazzo Carpegna, che rimarranno in mostra nelle “Cannoniere” dal 1° luglio al 7 gennaio.
Per la prima volta un nutrito corpus di lavori dell'Accademia - storica associazione di artisti di Roma fondata ufficialmente nel 1593 da Federico Zuccari e costituitasi principalmente grazie ai doni e ai lasciti di accademici o collezionisti - lascia la Capitale per raggiungere il Forte che, dalla rocca, sovrasta il borgo di Bard.
Il percorso espositivo - caratterizzato da opere che coprono un arco temporale che va dal XVI al XX secolo - segue un filo cronologico che si snoda attraverso sette sale. Si comincia da un affresco raffigurante un putto, dipinto da Raffaello, pezzo forte della mostra, per proseguire attraverso capolavori di Palma il Giovane, Agnolo Bronzino, Jacopo da Bassano che documentano la fervida attività rinascimentale in Toscana e in Veneto.
Il Seicento innalza il suo vessillo grazie a opere di Guercino, Guido Reni e Gian Lorenzo Bernini, del quale spicca in mostra il modello in terracotta per il Leone della Fontana dei Quattro Fiumi, mentre capolavori fiamminghi di Rubens e van Dyck, Jan De Momper e Michiel Sweerts provano il respiro internazionale della collezione.
Accanto alle vedute archeologiche di Giovanni Paolo Pannini e all'Allegoria della Speranza di Angelika Kauffmann, che occupano la sezione legata al Settecento, la mostra ammicca all'Ottocento con i ritratti di Andrea Appiani, i gessi di Canova e Thorvaldsen e il maestoso Atleta Trionfante di Francesco Hayez, una delle prime affermazioni pubbliche dell'artista.
A chiudere questo raffinato excursus tra Quattrocento e Novecento, un Autoritratto e il grande Contadino di Giacomo Balla.
Leggi anche:
• I Mountain Men di Steve McCurry al Forte di Bard
L'Accademia Nazionale di San Luca - una delle più antiche e importanti istituzioni culturali italiane attive nel campo dell’arte - fa rotta verso nord e omaggia il Forte valdostano di 115 opere provenienti dalla sede romana di Palazzo Carpegna, che rimarranno in mostra nelle “Cannoniere” dal 1° luglio al 7 gennaio.
Per la prima volta un nutrito corpus di lavori dell'Accademia - storica associazione di artisti di Roma fondata ufficialmente nel 1593 da Federico Zuccari e costituitasi principalmente grazie ai doni e ai lasciti di accademici o collezionisti - lascia la Capitale per raggiungere il Forte che, dalla rocca, sovrasta il borgo di Bard.
Il percorso espositivo - caratterizzato da opere che coprono un arco temporale che va dal XVI al XX secolo - segue un filo cronologico che si snoda attraverso sette sale. Si comincia da un affresco raffigurante un putto, dipinto da Raffaello, pezzo forte della mostra, per proseguire attraverso capolavori di Palma il Giovane, Agnolo Bronzino, Jacopo da Bassano che documentano la fervida attività rinascimentale in Toscana e in Veneto.
Il Seicento innalza il suo vessillo grazie a opere di Guercino, Guido Reni e Gian Lorenzo Bernini, del quale spicca in mostra il modello in terracotta per il Leone della Fontana dei Quattro Fiumi, mentre capolavori fiamminghi di Rubens e van Dyck, Jan De Momper e Michiel Sweerts provano il respiro internazionale della collezione.
Accanto alle vedute archeologiche di Giovanni Paolo Pannini e all'Allegoria della Speranza di Angelika Kauffmann, che occupano la sezione legata al Settecento, la mostra ammicca all'Ottocento con i ritratti di Andrea Appiani, i gessi di Canova e Thorvaldsen e il maestoso Atleta Trionfante di Francesco Hayez, una delle prime affermazioni pubbliche dell'artista.
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