Dal 4 dicembre al 12 gennaio nelle Cantine del Bramante del Palazzo Apostolico
La Sagrada Familia in mostra a Loreto

La Sagrada Familia, Barcellona
L.Sanfelice
02/12/2013
Ancona - Le Cantine del Bramante del Palazzo Apostolico di Loreto ospitano la prima tappa di una mostra itinerante internazionale dedicata alla Sagrada Familia, monumentale basilica progettata dall’architetto catalano Antoni Gaudì, la cui costruzione dovrebbe essere completata nel 2026.
La cittadina marchigiana intrattiene con la chiesa di Barcellona un’antica relazione già che a promuoverne la realizzazione fu l’Associazione dei Devoti di San Giuseppe, mossa dall’intenzione di realizzare una replica della Basilica lauretana, custode della reliquia della Santa Casa di Nazareth dove secondo la tradizione vissero Giuseppe, Maria e Gesù: la Sacra Famiglia appunto.
L’esposizione, in programma dal 4 dicembre al 12 gennaio, si articola in tre sezioni volte a ripercorrere biografia e ispirazioni dell’eccentrico architetto e a presentare un plastico del tempio completato. Gaudì, che nella progettazione subentrò al primo incaricato Francisco de Paula del Villar y Lozano, lavorò a questo visionario pastiche modernista che trabocca di contaminazioni fino alla morte, riuscendo a terminare solo la facciata della Natività e la torre di San Barnaba.
Il desiderio dell’artista era di edificare un inno al Signore fatto di pietra e per questo ideò un complicato codice di segni e simboli che avrebbero tramutato la struttura in una colossale scultura. La mostra offre l’occasione di addentrarsi in questa intricata foresta di idee e visioni geniali supportate da abilità progettuali sempre concrete.
La cittadina marchigiana intrattiene con la chiesa di Barcellona un’antica relazione già che a promuoverne la realizzazione fu l’Associazione dei Devoti di San Giuseppe, mossa dall’intenzione di realizzare una replica della Basilica lauretana, custode della reliquia della Santa Casa di Nazareth dove secondo la tradizione vissero Giuseppe, Maria e Gesù: la Sacra Famiglia appunto.
L’esposizione, in programma dal 4 dicembre al 12 gennaio, si articola in tre sezioni volte a ripercorrere biografia e ispirazioni dell’eccentrico architetto e a presentare un plastico del tempio completato. Gaudì, che nella progettazione subentrò al primo incaricato Francisco de Paula del Villar y Lozano, lavorò a questo visionario pastiche modernista che trabocca di contaminazioni fino alla morte, riuscendo a terminare solo la facciata della Natività e la torre di San Barnaba.
Il desiderio dell’artista era di edificare un inno al Signore fatto di pietra e per questo ideò un complicato codice di segni e simboli che avrebbero tramutato la struttura in una colossale scultura. La mostra offre l’occasione di addentrarsi in questa intricata foresta di idee e visioni geniali supportate da abilità progettuali sempre concrete.
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