La Bellezza di Dio. Tesori d’arte sacra della Tuscia
Dal 15 Settembre 2018 al 31 Dicembre 2018
Sutri | Viterbo
Luogo: Museo di Palazzo Doebbing
Indirizzo: piazza Duomo 1
Enti promotori:
- MiBAC
Telefono per informazioni: +39 06 67233003
E-Mail info: sabap-rm-met@beniculturali.it
Il 15 settembre 2018 a Sutri (VT) si inaugura il nuovo museo di Palazzo Doebbing. Il palazzo, storica sede vescovile, è stato oggetto di importanti lavori di restauro condotti con la supervisione della Soprintendenza; il primo evento sarà la possibilità di ammirare l’intelligente e originale restauro dell’immobile che ha svelato le diverse stratificazioni che nel tempo lo hanno configurato. In questa sede una delle nove mostre volute dal Sindaco Vittorio Sgarbi , nata dalla felice collaborazione tra la Diocesi e la Soprintendenza, è intitolata “ La Bellezza di Dio. Tesori d’arte sacra della Tuscia”. Un titolo suggerito dallo stesso Sindaco, che ha accolto con piacere la mostra nel Palazzo la cui gestione, in base ad un accordo con la Diocesi, è affidata proprio al Comune. “La Bellezza di Dio” vuol essere un percorso per la conoscenza delle ricche e stratificate testimonianze storiche e artistiche del territorio: i tre Enti coinvolti nel progetto hanno individuato le opere da esporre per raccogliere eccezionalmente insieme, dipinti, oreficerie e sculture provenienti da quasi tutti i centri, più o meno noti, del territorio della Diocesi. L’esposizione, che presenta opere non sempre visibili nei siti di provenienza, copre un arco temporale di circa un millennio, aprendosi con un prezioso cofanetto del sec. IX-X per concludersi con alcuni dipinti della metà del XVIII secolo. Sono esposte affiancate le tavole del Redentore di Sutri e Capranica, le due raffigurazioni di questo soggetto più prossime all’immagine acheropita custodita nel Sancta Sanctorum lateranense, ed alcuni trittici cinquecenteschi che ripropongono uno dei temi sacri più vicini alla venerazione popolare: il Salvatore benedicente tra Santi. Si possono ammirare dipinti di importanti artisti che hanno lavorato nel primo ‘500 in area viterbese, come Antoniazzo Romano, Antonio del Massaro detto il Pastura, Sano di Pietro. Dal piccolo museo della chiesa di San Giovanni Battista a Campagnano proviene un dipinto di Cesare da Sesto, la Madonna della Ciliegia, rara testimonianza dell’attività del maestro milanese in territorio laziale. La mostra è l’occasione per vedere opere appena restaurate come le due tavole raffiguranti i santi Tolomeo e Romano di Antonio del Massaro, detto il Pastura e le preziose croci reliquiario del Museo di arte sacra di Orte, appena rientrate dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Tra gli oggetti di oreficeria spiccano per l’elevato pregio artistico tre sculture reliquiario: il busto di San Gratiliano da Bassano, il busto di San Lanno da Vasanello, opera del grande argentiere romano Vincenzo Belli, e la statua di Santa Caterina, di ispirazione algardiana, dal Museo del Duomo di Bracciano. La sezione del ‘600 è rappresentata da tre notevoli dipinti: Il San Silvestro e il drago, di Giovanni Lanfranco, proveniente da Caprarola, la Decollazione di San Giovanni Battista, opera di artista francese di ambito caravaggesco, da Capena, e il San Sebastiano attribuito a Bartolomeo Cavarozzi da Capranica. Chiudono l’esposizione due piccole ma interessanti tele settecentesche attribuite a Gaetano Lapis, raffiguranti le Muse Talia e Clio, custodite a Sant’Oreste.
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