Marcela Cernadas. Cenacolo

© Ph. Michele Alberto Sereni | Marcela Cernadas, Cenacolo, 2015. Installazione di 13 sculture in vetro ametista e ametista chiaro, soffiate a mano libera, modellate su stampo a conchiglia, dimensioni varie

 

Dal 03 Marzo 2018 al 21 Aprile 2018

Verona

Luogo: Studio la Città

Indirizzo: Lungadige Galtarossa 21

Telefono per informazioni: +39 045 597549

E-Mail info: mostre@studiolacitta.it

Sito ufficiale: http://studiolacitta.it



A partire dal 3 marzo, Studio la Città dedica una personale a Marcela Cernadas, artista nata in Argentina, che da tempo lavora tra la Spagna e l’Italia e che, proprio a Verona, all’inizio degli anni 2000, avviò una fase importante della sua carriera artistica. Con la mostra Cenacolo, la Cernadas torna nella città scaligera che l’aveva già riaccolta nel 2015, con il progetto Flesh and Spirit curato da Manon Comerio e Paola Marini nella trecentesca cornice della chiesa di San Giorgetto.

Non a caso infatti, questa è la prima mostra che apre il nuovo programma “indipendente” della gal- leria, presentato in anteprima durante l’ultima edizione di ArteFiera – Bologna.

L’idea di dare avvio a la città projects, dedicando una sala dell’ampio spazio espositivo, ad artisti da scoprire o riscoprire, accomunati da un momento di tangenza con lo “spirito del tempo”, nasce proprio dalla volontà di mostrare “ciò che non si vede ma che esiste, coperto dal silenzio, in attesa dello sguardo che sa vedere”.

Il titolo di questa esposizione si rifà all’omonima opera, che gioca un ruolo da protagonista all’interno della project room della galleria: il Cenacolo si presenta qui come una composizione di tredici calici in vetro ametista di Murano, presentati su un tavolo in marmo - chiaro riferimento all’iconogra a cristiana. I calici, immaginati nella loro unicità, sono stati realizzati nel corso di tre anni, a partire dal 2015, in occasione di diversi mostre che hanno segnato tappe importanti del percorso artistico di Marcela Cernadas. Di questi, il terzo e ultimo pezzo è stato prodotto quest’anno proprio per essere esposto a Studio la Città. È la prima volta che le raffinate coppe di vetro vengono proposte in questa formazione, facendo del Cenacolo un’opera inedita, simbolo di un percorso artistico che ha ritrovato a Studio la Città il suo contesto ideale, proprio qui dove Marcela iniziò la propria ricerca.

La mise en scène di quest’opera scava a ritroso nella storia dell’arte e porta il visitatore, che osserva il banchetto deserto, a vagliare due possibilità: celebrarlo o abbandonarsi all’idea del souvenir. Non è la prima volta che Marcela Cernadas, attiva da anni sulla scena internazionale, sviluppa nella propria ricerca artistica il tema del cibo legato al Sacro, attuando ri essioni accolte da diversi ambiti del pensiero sia accademico sia religioso, come ricorda la recente collaborazione con il Patriarcato di Venezia.
Un altro simbolo ricorrente nel pensiero dell’artista è la “corona”, elemento principe assieme alla “rosa” dell’opera Unique Roses, proposta anch’essa nell’allestimento di questa mostra. Non a caso nella storia dell’arte, la rosa, proprio per la sua conformazione naturale, é icona della coppa che raccolse il sangue di Cristo, spesso incorona i poeti ed è legata ad eventi conviviali nelle raf gurazioni classiche. Nella poetica dell’artista rappresenta un diverso modo di interpretare il calice, simbolo dell'amore che trionfa. “Rosa” e “corona” sono emblemi di bellezza e nitezza, decoro e incombenza, come lo è il cristallo, materiale utilizzato solo di recente dalla Cernadas che qui diventa mezzo, enigma e allo stesso tempo sorpresa, per rinnovare la riflessione sul lusso e sull’ef mero. 
L’ultima serie esposta è Still Rose, composta da quattro fotogra e, che fondono assieme i concetti di vanitas in un’unica “ gura”, ancora una volta quella della rosa, la quale, in termini formali e lirici, si posiziona ai con ni dello still life.

Marcela Cernadas, nata in Argentina, lavora da tempo sia nel suo paese d’origine che in Italia e in Spagna. Le sue ricerche e produzioni artistiche, alle quali si aggiungono i suoi scritti in una costante produzione intel- lettuale e poetica, mettono in risalto gli argomenti privilegiati del suo lavoro: il cibo e la luce come gure vitali e l’arte come gura vitale anch’essa. Ha intrapreso numerosi progetti in scala urbana tra i quali si distinguo- no Luces de Sofía nel Monumento histórico Casa de los Costa a Campana, dichiarato d’interesse culturale dalla Diputación de la Provincia de Buenos Aires, Velamina installazione permanente nella Chiesa di San Salvador a Venezia, con il patrocinio del Museo Diocesano della città e Flesh and Spirit, con il patrocinio dei Musei d’Arte e Monumenti del Comune di Verona. Ha conseguito diversi riconoscimenti accademici tra i quali si enumerano la sua laurea cum laude in Arti Visive con la presentazione della tesi Carne rosa i cui re- latori sono stati Franco Rella e Angela Vettese nella Facoltà di Design e Arti dell’Università IUAV di Venezia e la pubblicazione dell’Università di Palermo della città di Buenos Aires del suo lavoro di ricerca Teaching each other. La nascita e proliferazione delle istituzioni-scuole d’arte e design nella frattura epistemologica contemporanea accreditato dal CONICET Consejo Nacional de Investigaciones Cientí cas y técnicas de la República Argentina. Ha svolto diversi incarichi per la didattica nella Facoltà di Design e Arti dell’Università IUAV di Venezia ed è stata visiting artist nell’Art Center College of Design di Los Angeles. Attiva da anni sulla scena internazionale, la sua opera è stata interpretata e accolta in diversi ambiti del pensiero, attraverso let- ture di genere, accademiche e religiose. Ha esposto nella Biennale di Venezia, in diversi musei, fondazioni, e festival. Le sue opere che comprendono video, lm, fotogra a, pittura, scultura e installazioni si trovano in collezioni prívate e in musei europei e americani. 
  Orarida martedì a sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 

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