Vetro Murrino da Altino a Murano
Vetro Murrino da Altino a Murano, Museo Archeologico Nazionale di Altino - Museo del vetro di Murano
Dal 17 Giugno 2012 al 06 Gennaio 2013
Venezia
Luogo: Museo Archeologico Nazionale di Altino - Museo del vetro di Murano
Indirizzo: via San Eliodoro 37
Orari: tutti i giorni 8.30-19.30
Curatori: Rosa Barovier Mentasti, Chiara Squarcina, Margherita Tirelli, Rosa Chiesa, Francesca Elisa Maritan, Francesca Pederoda
Enti promotori:
- Comitato promotore Altino vetri di laguna
- Fondazione Musei Civici di Venezia
- Museo del Vetro di Murano e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto
- Museo Archeologico Nazionale di Altino
Costo del biglietto: intero € 3; rodotto € 1.50
Telefono per informazioni: +39 0422 829008
E-Mail info: sba-ven.museoaltino@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.archeopd.beniculturali.it
La mostra,a cura di Rosa Barovier Mentasti, Chiara Squarcina, Margherita Tirelli, con Rosa Chiesa, Francesca Elisa Maritan e Francesca Pederoda, indaga la storia del vetro mosaico o “murrino” dalle sue origini fino alla produzione contemporanea.
Un audace viaggio nel tempo che crea un legame ideale, da tutti riconosciuto, anche se con margini di definizione, tra la produzione vetraria di duemila anni fa e quella contemporanea, creando una connessione tra due epoche storiche e, al tempo stesso, tra due siti – Altino, città “progenitrice” di Venezia, e Murano, “l'isola del vetro”.
Posta sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica, è promossa dal “Comitato promotore Altino vetri di laguna” in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia-Museo del Vetro di Murano e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto-Museo Archeologico Nazionale di Altino, si realizza con il patrocinio di Regione del Veneto, Provincia di Venezia, Comune di Venezia – Assessorato alle Attività Culturali, Comune di Quarto d’Altino, Promovetro, Comitato Nazionale Italiano dell’Association Internationale pour l’Histoire du Verre – AIHV e The Corning Museum of Glass, NY, con il sostegno di UniCredit, Stevanato group.
La tecnica della murrina consiste essenzialmente nella fusione a caldo di tessere vitree monocrome o policrome, come i cosiddetti millefiori, al fine di ottenere placchette, piatti, ciotole.
Già nel I secolo d.C. alcune varietà di piastre murrine venivano talvolta raccolte con la canna da soffio, per essere più agevolmente modellate in forma di balsamario o di contenitore profondo. Ciò avvenne anche a Murano poco dopo il recupero di questa tecnica archeologica ed è pratica spesso adottata dai migliori maestri e dai designer più esigenti.
Sono stati poi i vetrai veneziani del XIX, XX e XXI secolo a sviluppare al meglio l’abbinamento della tecnica murrina con la soffiatura, ottenendo risultati straordinari sia sotto l’aspetto tecnico che estetico. Questo recupero aprì loro nuovi orizzonti.
Al Museo Nazionale Archeologico di Altino viene offerta una vasta e variegata panoramica sui vetri murrini reperiti in scavi archeologici ad Altino e nel vasto territorio adriatico nord-orientale, corrispondente a larga parte dell’antica X Regio, Venetia et Istria, la quale vantava rapporti commerciali e culturali privilegiati con le coste orientali del Mediterraneo, la patria del vetro d’arte.
Si tratta di opere vetrarie, importate dall’Oriente o di probabile produzione locale, che testimoniano la raffinatezza e l’alto tenore di vita della Venetia romana oltre che l’interesse dei suoi abitanti per questa particolarissima tecnica e la loro propensione per il vetro intensamente colorato.
Particolarmente significativi e da segnalare sono i reperti provenienti da Aquileia, il centro più importante, nell’ambito della X Regio per la produzione vetraria romana dell’Alto Adriatico.
Il Museo del Vetro di Murano ospita invece vetri murrini prodotti a Murano dagli anni immediatamente precedenti la metà del XIX secolo a oggi. Il collegamento di queste più recenti esperienze vetrarie con quelle del mondo antico si fonda sul reale impegno dei vetrai muranesi dell’Ottocento di recuperare le tecniche vetrarie archeologiche, in primo luogo quella della murrina, basandosi sullo studio degli esemplari antichi. Se non è da escludere che già nel primo Rinascimento si fosse verificato un analogo fenomeno di recupero, stimolato dalla osservazione di modelli romani, il revival delle tecniche vetrarie romane, avvenuto a Venezia nella seconda metà del XIX secolo, è ampiamente documentato in tutti i suoi risvolti culturali.
Da quel momento in poi, la murrina divenne uno dei punti di forza delle vetrerie dell’isola lagunare, dove si realizzano ancora oggi pezzi di straordinaria modernità.
Dopo il primo successo internazionale riscosso alla Esposizione Universale di Parigi del 1878, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX i vetrai di Murano svilupparono questa tecnica con esiti eccezionali. A partire dalla collezione esposta dai pittori Vittorio Zecchin e Teodoro Wolf-Ferrari alla Biennale del 1914, alcuni dei migliori vetri murrini muranesi vennero disegnati da artisti e designer noti a livello internazionale, come Carlo Scarpa. Anche i vetrai muranesi, Alfredo Barbini ad esempio, diedero un notevole contributo allo sviluppo di questo genere di creazioni. Il Museo Vetrario di Murano comprende nelle sue collezioni numerosi murrini ottocenteschi di straordinaria qualità, tra cui, per la produzione più recente, esemplari di Vittorio Zecchin, Teodoro Wolf-Ferrari, Umberto Bellotto. Per completare la rassegna, si è ricorsi anche a prestatori privati.
Infine, una sezione espositiva è dedicata ai vetri murrini contemporanei, realizzati da artisti o aziende muranesi appositamente per l’occasione. A mostra ultimata, tali opere potranno essere donate, a discrezione degli artefici, al Museo del Vetro di Murano.
Alla mostra è abbinato il volume Vetro murrino, da Altino a Murano (Vianello Libri, Treviso, 2012) a cura di Rosa Barovier Mentasti, Chiara Squarcina, Margherita Tirelli con Rosa Chiesa, Francesca Elisa Maritan e Francesca Pederoda, sono raccolti diversi saggi.
Negli interventi di carattere archeologico di Margherita Tirelli, Paola Ventura e Luciana Mandruzzato, viene presentata una ricca panoramica sui reperti provenienti dai siti archeologici del territorio alto adriatico, in particolare da Altino, Aquileia e Adria. Si tratta di esemplari di pissidi, balsamari e coppe dalle vivaci colorazioni. Il saggio di Rosa Barovier Mentasti, oltre ad affrontare la delicata questione terminologica del termine "murrino", dà ragione del legame ideale e della continuità storica tra la tecnica, decaduta nel tardo Impero romano e ripresa nel IX secolo in Mesopotamia, e il recupero dell'arte da parte dei vetrai muranesi dell'Ottocento. Il racconto delle sfide tecniche legate alla produzione del vetro murrino, nel testo di Cesare Moretti, chiarisce le tipologie e i metodi ancor oggi in uso a Murano.
Le opere in vetro murrino moderne e contemporanee, ospitate nel Museo del vetro di Murano, la cui storia viene ripercorsa nel saggio di Chiara Squarcina, concludono idealmente il percorso, riconsegnando il senso del legame di quest'arte con Murano, ancora oggi luogo privilegiato della produzione artistica.
Il libro è dedicato alla memoria di Cesare Moretti, chimico, storico di tecnologia vetraria e Presidente del Comitato Nazionale dell’Association Internazionale pour l’Histoire du Verre, recentemente scomparso.
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