Gian Carlo Venuto. Soste della forma
Dal 04 Ottobre 2014 al 23 Novembre 2014
Udine
Luogo: Stamperia d'Arte Albicocco
Indirizzo: via Ermes di Colloredo 8/c
Orari: da lunedì a sabato 10-12,30 / 16-19; domenica 10-12
Curatori: Francesca Agostinelli, Fulvio dell’Agnese
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0432 547573
E-Mail info: info@stamperiaartealbicocco.it
Sito ufficiale: http://www.stamperiaartealbicocco.it
Fuori da frequentazioni occasionali, note a margine, abbracci e abbandoni, l’incisione è parte fedele nella vita artistica di Gian Carlo Venuto. Che sin dagli esordi ha affidato a questo specifico la pienezza espressiva che ritroviamo nella sua grande pittura come nella ceramica, nell’affresco, nel vetro e nel disegno. Negli spazi della Stamperia Albicocco, dove lo stampatore custodisce l’alchemico segreto che sta tra lastra e foglio, si può seguire a temi il suo itinerario. Fatto di suggestioni manieriste pronte a cedere il passo a fascinazioni letterarie e musicali, nell’intercalare verso l’omaggio ai grandi nomi di una storia culturale d’elezione. Al Parmigianino di Fontanellato, al Rilke delle Elegie Duinesi, al Mozart del Flauto magico, all’Aristofane delle Nuvole come alla grande Tina Modotti, nel tributo ai suoi struggenti e sensuali fiori di carne, vanno il pensiero e il lavoro di Venuto.
Che tuttavia non dimentica gli incontri ravvicinati nel suo “Friuli di mezzo” con poeti come Elio Bartolini, Amedeo Giacomini, Franco Marchetta e Luca De Clara. Ad essi dedica lavori densi di affinità e intendimenti, dove il segno si coniuga alla parola in un intercalare colto e di rara bellezza. La stamperia invita a un viaggio tuttavia parallelo che è quello tecnico offerto da un cammino che dall’acquaforte si porta alla ceramolle, al senso materico del carborundum e la maniera zucchero per insistere con la tecnica lavis nel trasformare il segno inciso in morbido fluire del pennello sulla lastra. Entra in questo, con maestria, lo stampatore Corrado Albicocco, che guida il passaggio al torchio per giungere, tra acidi e soluzioni misteriose, alla soluzione finale che, come in uno specchio, rivela quanto l’artista tratteneva nell’ingorgo buio della lastra. Qua e là, a sublimare il foglio, Venuto interviene talora con senso forte del colore e della materia nella fase sucessiva alla stampa: bagliori d’oro, rinforzi cromatici, raccontano il carattere sperimentale dell’autore, che attua in campo grafico una ricerca mai paga del risultato; una ricerca sospinta nell’incessante mondo dell’impossibile in territori che solo il sogno sa attraversare.
Che tuttavia non dimentica gli incontri ravvicinati nel suo “Friuli di mezzo” con poeti come Elio Bartolini, Amedeo Giacomini, Franco Marchetta e Luca De Clara. Ad essi dedica lavori densi di affinità e intendimenti, dove il segno si coniuga alla parola in un intercalare colto e di rara bellezza. La stamperia invita a un viaggio tuttavia parallelo che è quello tecnico offerto da un cammino che dall’acquaforte si porta alla ceramolle, al senso materico del carborundum e la maniera zucchero per insistere con la tecnica lavis nel trasformare il segno inciso in morbido fluire del pennello sulla lastra. Entra in questo, con maestria, lo stampatore Corrado Albicocco, che guida il passaggio al torchio per giungere, tra acidi e soluzioni misteriose, alla soluzione finale che, come in uno specchio, rivela quanto l’artista tratteneva nell’ingorgo buio della lastra. Qua e là, a sublimare il foglio, Venuto interviene talora con senso forte del colore e della materia nella fase sucessiva alla stampa: bagliori d’oro, rinforzi cromatici, raccontano il carattere sperimentale dell’autore, che attua in campo grafico una ricerca mai paga del risultato; una ricerca sospinta nell’incessante mondo dell’impossibile in territori che solo il sogno sa attraversare.
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