La stanza di Freya
Dal 12 Maggio 2018 al 12 Maggio 2018
Asolo | Treviso
Luogo: Museo Civico di Asolo
Indirizzo: via Regina Cornaro 74
Curatori: Annamaria Orsini
Enti promotori:
- Comune di Asolo
- Museo Civico di Asolo
Telefono per informazioni: +39 0423 952313
E-Mail info: info@museoasolo.it
Sito ufficiale: http://www.museoasolo.it
Il borgo trevigiano “dei cento orizzonti” dedica alla Dame inglese, grande viaggiatrice e profonda conoscitrice del Vicino Oriente, caposcuola del travel writing e icona della libertà e dell’emancipazione femminile, una sezione permanente partecipativa che sarà inaugurata sabato 12 maggio 2018, “La stanza di Freya”.
Si tratta di una stanza, uno spazio – mondo, in cui la viaggiatrice sarà presente attraverso i suoi disegni, i suoi oggetti, i suoi taccuini di viaggio che ne raccontano le sfaccettature della personalità, le passioni, la determinazione oscillando tra aspetti noti e aspetti più intimi della sua eccezionale esistenza. Qui la vita stessa della Stark diviene un viaggio, che il visitatore potrà compiere accanto a lei.
Una stanza al Museo civico di Asolo, Treviso, per Dame Madeleine Freya Stark (Parigi, 31 gennaio 1893 – Asolo - Treviso, 9 maggio 1993): l’inaugurazione della sezione permanente “La stanza di Freya”, uno spazio – mondo interattivo in cui la viaggiatrice, esploratrice e scrittrice sarà presente attraverso i suoi disegni, oggetti, taccuini di viaggio, avverrà sabato 12 maggio alle 16.00 e rappresenta un importante riconoscimento per colei che fu la prima occidentale a localizzare e mappare le Valli degli Assassini in Persia, ma anche la caposcuola del moderno travel writing(sono più di una ventina le sue opere)oltre cheuna donna libera, al di là di ogni cliché sociale e conformismo (viaggiò ad esempio sempre da sola). Freya Stark nel nuovo progetto espositivo non viene raccontata bensì si racconta, protagonista ancora una volta della sua esistenza: lo fa ricorrendo a codifiche nuove, attraverso uno spazio reso emozionale, l’uso e l’assenza del colore, i suoi oggetti, la tecnologia. Si tratta di linguaggi che in parte la stessa Stark utilizzò, pur prediligendo la scrittura, e che oggi, attualizzati, diventano predominanti ed indispensabili a dare ancora voce ai suoi messaggi. Visitare “La stanza di Freya” porterà con sè il piacere e l’emozione della scoperta: si potranno aprire ante e cassetti, sfiorare abiti e lettere come se davvero ci si trovasse nella sua casa respirando la sua presenza, e la si potrà incontrare attraverso la sua voce, le sue immagini, il suo pensiero, seguendola fino alla fine della sua esistenza.
Asolo, piccolo e incantevole borgo collinare tra i più belli d’Italia, fu per Freya Stark, inglese nelle origini e nel temperamento, la patria d’elezione, il luogo del cuore in cui tornare sempre per ritemprarsi e meditare, e oggi esso celebra la sua incredibile esistenza dedicandole uno spazio d’onore nel Museo civico accanto ad altre due grandi donne che hanno influenzato la storia e favorito la ricchezza culturale del territorio, la regina di Cipro, Gerusalemme Armenia Caterina Cornaro (che portò la propria corte ad Asolo divenendone signora dal 1489 - 1510) e Eleonora Duse, la Divina.
Freya Stark. Freya Stark è riconosciuta per i viaggi in Medio Oriente e per essersi occupata anche di cartografia e archeologia, lavorando durante la seconda guerra mondiale per il governo britannico. Ad ogni suo viaggio fece seguire articoli e libri attraverso i quali condividere con i lettori occidentali il suo sguardo su un mondo misterioso e affascinante, scrivendo pagine di viaggi vivaci e appassionati: dai racconti di Baghdad Sketches a The Valleys of the Assassins nel 1934, passando per oltre venti opere e concludendo con il volume fotografico Rivers of Time nel 1982 (tutti pubblicati dall’editore londinese Jhon Murray). Fu, infine, una donna che non si lasciò influenzare dagli stereotipi e dalle convenzioni della propria epoca: non si fece condizionare dal suo viso segnato da una profonda cicatrice dovuta ad un incidente d’infanzia, studiò in modo approfondito la storia, le lingue (ne parlava una decina), la letteratura coltivando la propria curisosità e intelligenza, seppe raggiungere una propria indipendenza economica e viaggiò sempre da sola, confidando nelle capacità delle guide locali, nell’appoggio dei diplomatici inglesi e dei potentati dei paesi visitati, condividendo le abitudini della gente che la ospitava.
Il progetto espositivo. “La stanza di Freya” si trova al secondo piano del Palazzo del Vescovado con l’annesso edificio della Loggia della Ragione, che ospita il Museo civico di Asolo. Si tratta di una stanza, uno spazio – mondo, in cui la viaggiatrice è presente attraverso i suoi disegni, i suoi oggetti, i suoi taccuini di viaggio che ne raccontano le sfaccettature della personalità, le passioni, la determinazione oscillando tra aspetti noti della sua vita e aspetti più intimi.
In uno spazio che suggerisce la circolarità dell’esistenza in un gioco di richiami, in un rimbalzare da oggetto ad oggetto, il racconto, come ideato dalla curatrice Annamaria Orsini – che già si è occupata della mostra “Vaghe stelle dell’Orsa… Il viaggio sentimentale di Freya Stark”, ad Asolo nel 2014 -, si snoda attorno a tre nuclei – l’armadio, la scrivania circolare, il baule da viaggio collocato accanto ad una porta -, oggetti d’arredo che hanno fatto parte delle stanze più amate nella vita di Freya Stark. Essi sono stati ricostruiti in modo fedele e resi completamente bianchi, a sottolineare il processo di astrazione che li smaterializza consentendo al contenuto di prendere il sopravvento. L’assenza di colore, inoltre, permette l’immediata individuazione dei materiali originali rispetto a ciò che è pura rappresentazione (allestimento e progetto sono a cura di Corde Architetti Associati – Venezia).
Ogni oggetto d’arredo simboleggia un aspetto della vita della Stark. Il grande armadio, che ne accolse il costante andare e venire geografico e spirituale, nel contesto espositivo è concepito come fosse una soglia che, una volta aperta, ci conduce in altri mondi, quello dei viaggi e quello interiore e profondo, fino all’ultimo definitivo viaggio verso l’Eternità. In esso si può entrare e, grazie alle tecnologie utilizzate, si può ascoltare la voce di Freya, si può provare la sensazione di scoprire l’Oriente con lei e di accompagnarla nel viaggio verso la Luce, per avvicinarsi infine, attraverso gli oggetti custoditi nella wunderkammer, ricavata nella parte centrale dell’armadio, alla sua natura più intima e sconosciuta.
Tra gli oggetti che si potranno ammirare vi sono monete antiche, ciotole fittili e altri oggetti di archeologia, il suo passaporto, un libro in arabo, alcune tazze da tè, le Chiavi d’argento della Città di Asolo (onorificenza ricevuta di Freya Stark nel 1984).
La scrivania circolare e girevole, copia di quella progettata dalla stessa Freya, rappresenta invece il luogo dello studio e del progetto, un punto fermo, e dunque la stessa Asolo; al tempo stesso però simboleggia anche il mondo intero, verso il quale andare per apprendere e conoscere. Qui un posto d’onore è riservato alla iconica macchina da scrivere Olivetti Lettera 22 originale, che diviene interattiva consentendo di leggere su uno schermo alcune frasi tratte dai suoi libri, mentre in una cornice digitale scorrono le foto della viaggiatrice dall’infanzia alla vecchiaia. I cassetti sono aperti, svelando rullini fotografici, occhiali, portapillole, pennini, cartoline di auguri della Regina Elisabetta, tre mazzi di carte, set da cucito.
Il baule, infine, ospita alcuni gli oggetti dedicati al tema del viaggio inteso non come meta o destinazione ma come “azione di transito”, il viaggio in fieri, responsabile della vera evoluzione spirituale del viaggiatore. All’interno si trovano ricami, taccuini, borsette, cappelli e album di foto.
Tutti i materiali sono stati donati da Anna Modugno, assistente di Freya Stark nell’ultimo periodo della sua vita.
Tra armadio e baule si trova infine una porta che è la rivisitazione del vecchio stereoscopio e rappresenta il “passaggio” verso il viaggio e l’esplorazione, il senso dell’avventura, essa è la soglia metaforica che conduce all’ignoto e nel contempo riporta al rifugio.
Il progetto nel suo complesso racconta l’esistenza di Freya in modo coinvolgente, con un linguaggio interattivo capace di appassionare la fascia di visitatori più giovane, nell’ottica di tramandare l’importanza della sua storia e l’esempio di vita di grande attualità che seppe offrire.
Apertura: sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18
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