Benvenuto Disertori. Un segno Liberty

Benvenuto Disertori. Un segno Liberty

Benvenuto Disertori. Un segno Liberty, Mart, Trento

 

Dal 16 Giugno 2012 al 02 Settembre 2012

Trento

Luogo: Mart - Torre Vanga

Indirizzo: piazza della Portela 1

Orari: da martedì a domenica 10-18

Curatori: Alessandra Tiddia

Enti promotori:

  • Soprintendenza Beni Storico-artistici della Provincia Autonoma di Trento

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0461 493623

E-Mail info: info@mart.trento.it

Sito ufficiale: http://www.mart.trento.it


Benvenuto Disertori (1886-1969), grande maestro dell’incisione, è conosciuto soprattutto per le sue “acquaforti civiche”, vedute di città dell’Italia, ampiamente apprezzate e studiate dalla critica d’arte.
Esiste però un aspetto centrale della vicenda artistica di Disertori che non è altrettanto noto: ritratti, nudi e raffigurazioni allegoriche che rivelano come l’incisore trentino sia stato un interprete attento e raffinato della cultura Liberty e simbolista.
Cinquanta di queste opere sono ora al centro della mostra “Benvenuto Disertori. Un segno Liberty”, a cura di Alessandra Tiddia, in programma dal 16 giugno – 2 settembre 2012 nella sede di Torre Vanga a Trento.
Affiancata da un catalogo con testi di Andrea Disertori, figlio dell’artista, di Duccio Dogheria e di Alessandra Tiddia, la mostra si concentra in particolare sull’attività di ritrattista di Disertori; accanto alle incisioni saranno esposte per la prima volta una selezione di matrici xilografiche, e in rame e zinco, relative alle opere presentate e un nucleo di disegni inediti provenienti dalla collezione di famiglia.
Inoltre, nel catalogo della mostra il Mart pubblica la lista completa delle opere di Disertori presenti nelle proprie collezioni, per offrire un essenziale strumento di approfondimento agli studiosi.
 
La mostra
Accanto a incisioni ben note di Disertori, la mostra propone una selezione di disegni e grafiche inedite, che suscitano alcune considerazioni riguardo ai primi anni di attività dell’artista, ancora poco conosciuti, e ipotesi in relazione alla sua produzione xilografica e calcografica.
Come ad esempio in un inedito ritratto di Gabriele D’Annunzio, oggi di ubicazione ignota, pubblicato nel 1905 sulle pagine della “Domenica del Trentino”, ma sottaciuto da quasi tutta la letteratura critica e primo da tutti dallo stesso Disertori, che non ne fa mai menzione nei suoi scritti. Un’omissione che assume un certo interesse, anche in seguito al ritrovamento nella Biblioteca del Vittoriale di due suoi testi, L’incisione italiana e L’elogio dell’astrologia, pubblicati da Disertori nel 1931 e inviati come omaggi al Vate con dedica personale.
Negli anni immediatamente successivi al 1905, Disertori assimilò a fondo la cultura Liberty del proprio tempo, frequentando ambienti dannunziani nella Venezia di Ca’ Pesaro tra il 1907 e il 1908, e in seguito il Kunstverein di Monaco di Baviera.
La mostra, attraverso un lavoro di ricerca reso complesso da una certa difficoltà di reperimento delle fonti, rintraccia proprio negli anni Dieci l’origine di una netta predilezione per la raffigurazione allegorica, che poi si ritroverà in tutta la produzione successiva di Benvenuto Disertori, inclusi lavori tardi che declinano il nudo classicistico attraverso la profonda conoscenza delle fonti antiche.
Un Disertori perennemente in viaggio, quello degli anni Dieci, che si presentava come “Peregrinus de Tridento”. Muovendosi verso nord l’artista si stava appropriando di un tratto caratteristico dell’Europa Liberty, che evidentemente trovava congeniale: l’ironia, un certo compiacimento nell’osservazione delle forme eleganti ed estenuate del decadentismo. Lo si può apprezzare ad esempio nelle chine “Uomo con sigaretta” (1908), “Il Pensatore” (1909-10) o ne “L’edera” (1911-13), che accosta il nudo femminile all’elemento vegetale dell’ albero. E anche nell’olio del 1912 dipinto dall’amico Antonio Rizzi, in cui Disertori si faceva ritrarre vestito come Oscar Wilde, contro una tappezzeria damascata e con un’acconciatura che lo fa molto somigliante ad Audrey Beardsley. L’osservazione acuta, il tratto nordico, la resa per accumulazione di elementi naturali come le foglie, la fascinazione per il tipo sociale del dandy: sono elementi tutt’altro che effimeri per la vicenda artistica di Disertori, che resteranno vitali anche quando la sua produzione artistica si orienterà verso soggetti decisamente diversi.
Va notato del resto che benché Disertori abbia scritto di “essere diventato incisore” con le acqueforti, la sua produzione precedente di xilografie si iscrive comunque a pieno titolo nella generale rinascita italiana ed europea dell’incisione degli anni Dieci.
L’ampia panoramica offerta da questa mostra permette di ricostruire questi aspetti, e in alcuni casi di suggerire chiavi di interpretazione del tutto inedite.

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