Pierluigi Pusole. Landscapes
![Pierluigi Pusole. Landscapes, Riccardo Costantini Contemporary, Torino Pierluigi Pusole. Landscapes, Riccardo Costantini Contemporary, Torino](http://www.arte.it/foto/600x450/b1/20510-to.jpg)
Pierluigi Pusole. Landscapes, Riccardo Costantini Contemporary, Torino
Dal 26 Febbraio 2014 al 29 Marzo 2014
Torino
Luogo: Riccardo Costantini Contemporary
Indirizzo: via della Rocca 6/b
Orari: da martedì a sabato 11-19
Curatori: Michele Bramante
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 011 8141099
E-Mail info: info@rccontemporary.com
Nella sua nuova mostra personale Pierluigi Pusole presenta una serie di lavori inediti realizzati a china su supporto cartaceo. Lo spazio continua ad essere protagonista della sua ricerca. Nel nuovo lavoro, le atmosfere liquide e stranianti dei paesaggi lasciano il posto a una dialettica giocata tra le dimensioni del supporto e deformazione espressiva dello spazio. Opposto all'architettura di un interno puramente mentale, una sorta di horror vacui spinge l'autore a riempire ogni angolo di questo astratto vuoto geometrico per mezzo di segni ossessivi, circolari, labirintici. Si tratta ancora del pathos della creazione artistica assimilata a quella divina, come nelle sue precedenti opere intitolate "Io sono Dio", ma questa volta il dio creatore sembra essersi umanizzato, turbato da qualcosa, forse dalla possibilità del nulla. In queste nuove opere, l'impalcatura prospettica della realtà sembra soffrire di qualche strana anomalia, già presaga degli avvenimenti che stanno per svilupparsi al suo interno. Alcuni sintomi rivelano come l'ordine geometrico stia cercando di resistere a una malattia spaziale interiore. Un corpo estraneo si è infatti infilitrato in quel massimo di luminosità astratta germinando in ogni direzione, senza rispettare il normale apparato degli assi spaziali.
La materia di questo corpo, crescendo, fonde nell'indistinto l'alto e il basso, avvolge su se stessi il piano orizzontale e la verticale di gravità, abbattendo così ogni gerarchia. Sembra un organismo vivo che tenta pur sempre di costruire delle forme servendosi delle fibre della propria sostanza, ma senza riuscirvi, poichè ogni forma è attraversata da una nuova escrescenza, travolta nei viluppi di costruzioni precarie e abbozzi architettonici, lungo un margine dove la crescita biologica e il cedimento strutturale inorganico si confondono. L'equilibrio tra i piani ortogonali e il groviglio informe che vi cresce dentro è possibile solo per brevi momenti di passaggio, superati i quali le geometrie pure si ribaltano nel loro opposto, nella deformazione dello spazio connessa a uno stato psichico. Lento e inesorabile, l'evolversi di questo corpo prende infine il sopravvento riempiendo tutto il volume disponibile. La vertigine del vuoto è in tal modo vinta.
Ovunque si volga, lo sguardo trova l'appiglio sensoriale in un mondo tangibile, come fosse una ragnatela estesa sull'intero cosmo. Pusole si abbandona in queste opere al lucido delirio creativo che eccede nella sua passione per il pieno, fino a cancellare del tutto lo spazio esterno. In esso materializza le vive pulsioni, oramai estroflesse dall'originaria sede soggettiva verso l'ambiente circostante morbosamente trasfigurato, ove il desiderio si appaga delle proprie allucinazioni. Michele Bramante
La materia di questo corpo, crescendo, fonde nell'indistinto l'alto e il basso, avvolge su se stessi il piano orizzontale e la verticale di gravità, abbattendo così ogni gerarchia. Sembra un organismo vivo che tenta pur sempre di costruire delle forme servendosi delle fibre della propria sostanza, ma senza riuscirvi, poichè ogni forma è attraversata da una nuova escrescenza, travolta nei viluppi di costruzioni precarie e abbozzi architettonici, lungo un margine dove la crescita biologica e il cedimento strutturale inorganico si confondono. L'equilibrio tra i piani ortogonali e il groviglio informe che vi cresce dentro è possibile solo per brevi momenti di passaggio, superati i quali le geometrie pure si ribaltano nel loro opposto, nella deformazione dello spazio connessa a uno stato psichico. Lento e inesorabile, l'evolversi di questo corpo prende infine il sopravvento riempiendo tutto il volume disponibile. La vertigine del vuoto è in tal modo vinta.
Ovunque si volga, lo sguardo trova l'appiglio sensoriale in un mondo tangibile, come fosse una ragnatela estesa sull'intero cosmo. Pusole si abbandona in queste opere al lucido delirio creativo che eccede nella sua passione per il pieno, fino a cancellare del tutto lo spazio esterno. In esso materializza le vive pulsioni, oramai estroflesse dall'originaria sede soggettiva verso l'ambiente circostante morbosamente trasfigurato, ove il desiderio si appaga delle proprie allucinazioni. Michele Bramante
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