Peccati di gola
Dal 04 Maggio 2014 al 01 Giugno 2014
Avigliana | Torino
Luogo: Chiesa della Santa Croce / Galleria Arte per Voi
Indirizzo: piazza Conte Rosso
Curatori: Luigi Castagna, Paolo Nesta
Enti promotori:
- Città di Avigliana
E-Mail info: lcastagna@artepervoi.it
Sito ufficiale: http://www.artepervoi.it/
Una rassegna d’arte e di cucina, in piazza Conte Rosso, per l’intero mese di maggio 2014, con mostre di pittura, spettacoli e un mercato dell’eccellenza enogastronomica dalla Valle di Susa e dalla Val Sangone.
La condanna della “gula”, come tremendo peccato, fu precipuo merito della morale del tardo medioevo. Insieme, allora, agli altri sei “peccati capitali”: avarizia, lussuria, superbia, ira, accidia e invidia.
Ma che senso di peccato poteva mai derivare da una semplice ricetta d’arte, dettata, ad esempio, alla fine del Trecento da Cennino Cennini, per la composizione della preparazione a gesso dei dipinti (tavole o tele), quando ricordava che quella pasta di base, per la sua perfetta messa a punto, lasciandola sgocciolare nella pentola, dovesse “cantare”? Proprio come anche oggi succede di provare a chi, in cucina si trova a preparare la besciamella o, ad esempio, la pastella per le frittelle a base di tomini.
E poi c’è in arte l’impiego dell’olio d’oliva, di noce, di lino, delle uova o della caseina (il latte e il formaggio), in pittura o la farina, nelle colle – di pesce o di coniglio - o mescolata alla polvere di gesso, nelle realizzazioni plastiche. Le coincidenze e le affinità tra le ricette d’arte e quelle di cucina sono veramente tante!
Quando, poi, tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento si realizza in Europa la scissione tra cucina domestica e pratica della ristorazione, il cuoco professionale dipende dal numero dei clienti che sono pronti a pagare per le sue prestazioni, esattamente come ne dipendono l’attore, il musicista, il pittore e la logica della concorrenza innesca una comune gara tra conservazione della tradizione (la cucina popolare) e continua invenzione di forme nuove (la nouvelle cuisine).
Ma già tra il 1625 e il 1638 a Roma alcuni pittori vengono chiamati “bamboccianti”, perché prediligono le scene popolari e talvolta burlesche, più volte ambientate in sordide taverne; poco prima della metà dello stesso secolo in Spagna si afferma in pittura un particolare genere naturalistico, il bodegon (l’osteria, in spagnolo) in cui si rappresentano nature morte con vivande e utensili all’interno di una cucina; negli studi degli artisti dei Paesi Bassi intorno al 1650 circola il termine still-leven, che corrisponde a Still-leben in Germania e all’inglese Still-life. Semplicemente, in origine, il modello immobile. Poi la natura morta. La pittura di ciò che non si muove. “Pitture di fiori, frutta, pesci, cacciagione, strumenti musicali si diffondono così tra la fine del sec. XVI e i primi decenni del XVII in Olanda, Fiandra, Francia, Italia, Spagna, e nonostante il disprezzo della critica ufficiale conquistano l’interesse dei collezionisti borghesi, che prediligono tali composizioni anche per il loro formato ridotto” (Grassi – Pepe, 1978), tra l’altro, più funzionale ai gusti e alle dimensioni delle dimore private.
Così, nell’ambito della rassegna “Peccati di gola” si potranno vedere a confronto, a partire dal 4 maggio nella chiesa di Santa Croce, le opere dedicate al tema da quaranta artisti contemporanei, mentre negli spazi di “Arte per Voi”, sempre in piazza Conte Rosso, al numero 3, sarà in mostra dal 10 dello stesso mese una selezione di dipinti seicenteschi europei, provenienti da una prestigiosa collezione privata.
Per la visita alle diverse proposte offerte da “Peccati di gola” ci si può affidare ad un eccellente cicerone e nello stesso tempo squisito maître de salle, stando in compagnia del suo trattato sul gusto (culinario) e della sua giocosa verve parodica, che induce a una vera e propria vertigine eroicomica, da cui mi piace ricavare alcuni sapidi suggerimenti:
“… il gusto cosi come la natura ce l’ha concesso, è ancora quello fra i nostri sensi, che, tutto sommato, ci procura il maggior numero di godimenti: è il solo che, preso moderatamente, non è seguito da stanchezza ... torna di necessità almeno una volta al giorno e in un giorno può essere ripetuto, senza danno, due o tre volte …
(VII aforisma del Professore) Il piacere della tavola è di tutte le età, di tutte le condizioni, di tutti i paesi e di tutti i giorni: può associarsi a tutti gli altri piaceri e rimane per ultimo a consolarci della loro perdita.
… le impressioni che il gusto riceve sono a un tempo e più durevoli e più dipendenti dalla nostra volontà... senza dimenticare la storia della signora che attribuisce alle virtù erotiche del tartufo la sua eccessiva indulgenza alle profferte di un corteggiatore … Ecco alla fine della caccia arrivare donne stupende, fanciulle di freschezza raggiante. Le ho viste mettere in mostra sull’erba la tacchina in galantina trasparente, il pasticcio fatto in casa …".
(XX aforisma del Professore) Invitare una persona è occuparsi della sua felicità durante tutto il tempo ch’essa passa sotto il vostro tetto”.
(Anthelme Brillat-Savarin, Fisiologia del gusto, ovvero Meditazioni di gastronomia trascendente, Parigi, 1825)
Paolo Nesta
Chiesa della Santa Croce
Collettiva - 40 artisti contemporanei espongono opere sul tema del cibo inteso come trasgressione, come tentazione a cui cedere per il piacere del corpo e dello spirito
Vernissage: Domenica 4 maggio 2014 ore 16
Durata: dal 4 maggio al 1 giugno 2014
Galleria Arte per Voi
Sul tema del cibo verranno esposte opere di Maestri del ‘600 e del ‘700 provenienti da una prestigiosa collezione privata
Vernissage: Sabato 10 maggio 2014 ore 16
Durata: dal 10 maggio al 25 maggio 2014
La condanna della “gula”, come tremendo peccato, fu precipuo merito della morale del tardo medioevo. Insieme, allora, agli altri sei “peccati capitali”: avarizia, lussuria, superbia, ira, accidia e invidia.
Ma che senso di peccato poteva mai derivare da una semplice ricetta d’arte, dettata, ad esempio, alla fine del Trecento da Cennino Cennini, per la composizione della preparazione a gesso dei dipinti (tavole o tele), quando ricordava che quella pasta di base, per la sua perfetta messa a punto, lasciandola sgocciolare nella pentola, dovesse “cantare”? Proprio come anche oggi succede di provare a chi, in cucina si trova a preparare la besciamella o, ad esempio, la pastella per le frittelle a base di tomini.
E poi c’è in arte l’impiego dell’olio d’oliva, di noce, di lino, delle uova o della caseina (il latte e il formaggio), in pittura o la farina, nelle colle – di pesce o di coniglio - o mescolata alla polvere di gesso, nelle realizzazioni plastiche. Le coincidenze e le affinità tra le ricette d’arte e quelle di cucina sono veramente tante!
Quando, poi, tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento si realizza in Europa la scissione tra cucina domestica e pratica della ristorazione, il cuoco professionale dipende dal numero dei clienti che sono pronti a pagare per le sue prestazioni, esattamente come ne dipendono l’attore, il musicista, il pittore e la logica della concorrenza innesca una comune gara tra conservazione della tradizione (la cucina popolare) e continua invenzione di forme nuove (la nouvelle cuisine).
Ma già tra il 1625 e il 1638 a Roma alcuni pittori vengono chiamati “bamboccianti”, perché prediligono le scene popolari e talvolta burlesche, più volte ambientate in sordide taverne; poco prima della metà dello stesso secolo in Spagna si afferma in pittura un particolare genere naturalistico, il bodegon (l’osteria, in spagnolo) in cui si rappresentano nature morte con vivande e utensili all’interno di una cucina; negli studi degli artisti dei Paesi Bassi intorno al 1650 circola il termine still-leven, che corrisponde a Still-leben in Germania e all’inglese Still-life. Semplicemente, in origine, il modello immobile. Poi la natura morta. La pittura di ciò che non si muove. “Pitture di fiori, frutta, pesci, cacciagione, strumenti musicali si diffondono così tra la fine del sec. XVI e i primi decenni del XVII in Olanda, Fiandra, Francia, Italia, Spagna, e nonostante il disprezzo della critica ufficiale conquistano l’interesse dei collezionisti borghesi, che prediligono tali composizioni anche per il loro formato ridotto” (Grassi – Pepe, 1978), tra l’altro, più funzionale ai gusti e alle dimensioni delle dimore private.
Così, nell’ambito della rassegna “Peccati di gola” si potranno vedere a confronto, a partire dal 4 maggio nella chiesa di Santa Croce, le opere dedicate al tema da quaranta artisti contemporanei, mentre negli spazi di “Arte per Voi”, sempre in piazza Conte Rosso, al numero 3, sarà in mostra dal 10 dello stesso mese una selezione di dipinti seicenteschi europei, provenienti da una prestigiosa collezione privata.
Per la visita alle diverse proposte offerte da “Peccati di gola” ci si può affidare ad un eccellente cicerone e nello stesso tempo squisito maître de salle, stando in compagnia del suo trattato sul gusto (culinario) e della sua giocosa verve parodica, che induce a una vera e propria vertigine eroicomica, da cui mi piace ricavare alcuni sapidi suggerimenti:
“… il gusto cosi come la natura ce l’ha concesso, è ancora quello fra i nostri sensi, che, tutto sommato, ci procura il maggior numero di godimenti: è il solo che, preso moderatamente, non è seguito da stanchezza ... torna di necessità almeno una volta al giorno e in un giorno può essere ripetuto, senza danno, due o tre volte …
(VII aforisma del Professore) Il piacere della tavola è di tutte le età, di tutte le condizioni, di tutti i paesi e di tutti i giorni: può associarsi a tutti gli altri piaceri e rimane per ultimo a consolarci della loro perdita.
… le impressioni che il gusto riceve sono a un tempo e più durevoli e più dipendenti dalla nostra volontà... senza dimenticare la storia della signora che attribuisce alle virtù erotiche del tartufo la sua eccessiva indulgenza alle profferte di un corteggiatore … Ecco alla fine della caccia arrivare donne stupende, fanciulle di freschezza raggiante. Le ho viste mettere in mostra sull’erba la tacchina in galantina trasparente, il pasticcio fatto in casa …".
(XX aforisma del Professore) Invitare una persona è occuparsi della sua felicità durante tutto il tempo ch’essa passa sotto il vostro tetto”.
(Anthelme Brillat-Savarin, Fisiologia del gusto, ovvero Meditazioni di gastronomia trascendente, Parigi, 1825)
Paolo Nesta
Chiesa della Santa Croce
Collettiva - 40 artisti contemporanei espongono opere sul tema del cibo inteso come trasgressione, come tentazione a cui cedere per il piacere del corpo e dello spirito
Vernissage: Domenica 4 maggio 2014 ore 16
Durata: dal 4 maggio al 1 giugno 2014
Galleria Arte per Voi
Sul tema del cibo verranno esposte opere di Maestri del ‘600 e del ‘700 provenienti da una prestigiosa collezione privata
Vernissage: Sabato 10 maggio 2014 ore 16
Durata: dal 10 maggio al 25 maggio 2014
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