SIPA 2019 - Siena International Photography Awards
Dal 26 Ottobre 2019 al 01 Dicembre 2019
Siena
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: sedi varie
Enti promotori:
- Associazione culturale Art Photo Travel
- Comune di Siena
- Con il patrocinio di
- Ministero degli Esteri
- Università degli Studi di Siena
- Regione Toscana
- Camera di Commercio di Siena e Arezzo
Telefono per informazioni: +39 335 6816777
E-Mail info: info@sipacontest.com
Sito ufficiale: http://sipacontest.com
Dal 26 ottobre al 1 dicembre Siena si prepara alla grande festa dedicata alla fotografia internazionale ospitando il Siena Awards: il festival dedicato alle arti visive che si aprirà con la cerimonia di premiazione del “Siena International Photography Awards”, la sfida a colpi di click più partecipata al mondo. Un mese intero per immergersi nell’arte fotografiche con ben 9 mostre ospitate nelle location più esclusive e per scoprire la bellezza delle immagini e del territorio, approfondendo tecniche e conoscenze nel campo fotografico, attraverso workshop, photo tour ed eventi.
Il programma della serata di gala ai Rinnovati. Ad aprire il mese di festa sarà la tradizionale cerimonia di premiazione del “Siena International Photography Awards”, il contest di fotografia con la maggiore partecipazione internazionale, con opere di fotografi professionisti, dilettanti e amatori provenienti da 161 Paesi di tutto il mondo. Appuntamento sabato 26 ottobre, dalle ore 17.30, sul palco del Teatro dei Rinnovati per la cerimonia dove saranno assegnati i riconoscimenti ai primi classificati di ciascuna categoria del concorso e dove sarà decretato il vincitore assoluto, a cui andrà il titolo di SIPA Photographer of the Year. Una giuria internazionale qualificata, dove figurano firme di National Geographic nonchè fotografi e picture editor di fama mondiale ha selezionato i vincitori tra le migliaia di immagini in concorso nelle dieci categorie: creative; fotogiornalismo; fotografia di viaggio; persone e ritratti; natura; wildlife; architettura, sport; “Jump for Joy” e storyboard. Short Documentary Film
Le mostre di Siena Awards 2019. La grande fotografia si mette in mostra a Siena con nove esposizioni dedicate agli scatti più belli provenienti da tutto il mondo. Da sabato 26 ottobre e fino a domenica 1 dicembre la città del Palio ospita il Siena Awards, il festival dedicato alla grande fotografia che raccoglie mostre ed eventi espositivi con protagoniste le immagini e gli straordinari reportage realizzati dai più importanti fotografi internazionali. Un corpus unico di immagini che farà di Siena la capitale mondiale della fotografia. Da ‘Imagine all the people sharing all the world’, la mostra che raccoglie le foto del ‘Siena International Photography Awards’, passando per ‘Above us only sky’, la più grande esposizione dedicata alla fotografia aerea fino alle personali e alle collettive di fotografi di fama internazionali, come Randy Olson, che raccontano le emozioni e le storie più incredibili catturate dai loro obiettivi in giro per il mondo.
Workshop e photo tour e opportunità di visita. Siena Awards prevede anche workshop e photo tour dedicati all’arte della street photography e della fotografia naturalistica con escursioni inedite alla scoperta di uno dei territori più fotografati e visitati al mondo con il Chianti, protagonista del tour al tramonto. Da non perdere anche l’appuntamento con “One Shot Together”, quando i promotori daranno appuntamento a tutti i partecipanti del concorso per una foto ricordo in Piazza del Campo, un vero e proprio “tempio della fotografia” immortalata da milioni di turisti di ogni parte del mondo. Dal 28 ottobre al 1 novembre Randy Olson e Melissa Farlow, grandi firme del fotogiornalismo internazionale, storici obiettivi di National Geographic, considerati icone viventi del fotogiornalismo contemporaneo, guideranno l'approfondimento dedicato a 'Siena Stories': un laboratorio di narrazione visiva che documenta la storica città del Palio e la sua gente. Altro momento di approfondimento sarà il workshop con Oliviero Rossi sull’utilizzo della fotografia in ambito psicologico che si terrà il 16 novembre all'hotel Garden di Siena. Oliviero Rossi, psicologo, psicoterapeuta e docente invitato della Pontificia Università Antonianum di Roma, condurrà una speciale lezione dedicata alle nuove sperimentazioni della fotografia per tutti coloro che desiderino abitarla, viverla, incontrarla, utilizzandola in modo evocativo e inedito.
MOSTRE
Obiettivi sul mondo all’Ex-Distilleria “Lo Stellino”. Domenica 27 ottobre apre a Siena ‘Imagine all the people sharing all the world’: la mostra in programma negli spazi espositivi dell’ex distilleria dello Stellino, in Via Fiorentina che raccoglie i migliori scatti del ‘Siena International Photography Awards’. Per l’occasione lo spazio che risale alla prima metà del ‘900 e si caratterizza per il forte carattere industriale, ospita le 114 fotografie di 99 fotografi di 39 nazionalità diverse, divise nelle categorie tematiche: creative; documentario & fotogiornalismo; viaggi & avventure; persone e volti accattivanti; la bellezza della natura; animali nel loro ambiente naturale; architettura e spazi urbani; sport in azione; portfolio storytelling; Short Documentary Film. La quinta edizione della rassegna fotografica esporrà non solo le foto dei vincitori del Siena International Photo Awards, ma anche autentiche opere d’arte, fotografie di Premi Pulitzer, e pluripremiati vincitori del World Press Photo. La mostra è accompagnata anche dalle immagini video degli autori di National Geographic dei reportage più degli autori premiati e della storyboard. L’incredibile sequenza di immagini, irripetibili e suggestive, sarà esposta fino a domenica 1 dicembre.
‘Above us only sky’ cattura la bellezza del mondo vista dai cieli. I suggestivi locali del complesso della Basilica di San Domenico, attuale sede del Liceo Artistico “Duccio Buoninsegna” di Siena, accolgono la prima mostra importante collettiva realizzata in Italia sulla fotografia aerea.
Le immagini, che costituiscono una selezione tra le più belle foto premiate ai “Drone Awards”, saranno esposte, da sabato 26 ottobre a domenica 1 dicembre 2019. L’esposizione rappresenta una vetrina di fotografie provenienti da tutto il mondo che permetterà di comprendere come gli artisti possano estendere i confini della fotografia tradizionale alla percezione ambientale del nostro tempo. Dalle valli montane scolpite dai ghiacciai, alle coste frastagliate circondate da acque luccicanti, fino ai villaggi abbandonati e alle reti di trasporto tentacolari. Gli scatti esposti rasentano il confine dell’astratto, sovvertendo le relazioni spaziali e il fattore di scala, creando un’esperienza simultaneamente seducente e disorientante per lo spettatore. Attraverso le immagini dei migliori esponenti della fotografia aerea, la mostra esamina l’uso della forma, del colore, della prospettiva e dell’astrazione, per rimodellare la nostra comprensione dei paesaggi, della natura, dell’ambiente, della fauna selvatica e del mondo intero. Le opere esposte rilanciano i processi fotografici storici e, al contempo, utilizzano tecniche innovative e attrezzature non convenzionali per rappresentare il mondo in modi sorprendenti.
La sfida ambientalista contro l’inquinamento. Randy Olson uno dei più importanti e storici collaboratori di National Geographic e docente del Siena Stories Workshop torna a esporre a Siena dal 27 ottobre al 1 dicembre in occasione del festival Siena Awards. Per l’occasione a San Domenico sarà possibile ammirare le immagini di "Planet vs Plastic". Una mostra che racconta la sfida ambientalista mettendo in scena l’autorevole rigore, la maestosa armonia, il delicato equilibrio e la straordinaria bellezza del nostro Pianeta, impegnato nell’ardua lotta di resistenza contro l’inquinamento. La mostra propone così un percorso mirato a sensibilizzare il visitatore attraverso un viaggio tra i grandi contrasti segnati dalle delicate e straordinarie bellezze di nostra madre Terra e quanto di più distruttivo può compiere l’opera dell’uomo. L’esposizione diventa una sorta di manifesto a tutela della vita del Pianeta e si propone come strumento di persuasione per prendere coscienza che ogni nostro agire è finalizzato a mutare in maniera indelebile il volto del Mondo.
Afghanistan Desert Patrol. Racconta la sua esperienza in Afganistan Philip Coburn, quando nel gennaio del 2010 aggregato all’esercito dei Marines statunitensi a Helmand, viaggiando su un veicolo MRAP insieme al collega Rupert Hamer, è stato colpito da un ordigno esplosivo I.E.D. (Improvised Explosive Device). Un incidente in cui persero la vita il collega Rupert e un giovane Marine, mentre lui rimase gravemente ferito perdendo entrambi gli arti inferiori. I suoi scatti, in mostra fino al 1 dicembre nel padiglione esterno dell'Ex Distilleria “Lo Stellino", seguono la missione dell’ISAF legata alla riconquista di Musa Qala. Il fotografo racconta di avere avuto l’impressione di essere quasi dentro un film, tanto tutto sembrava assurdo e surreale: “mangiavamo cibo in scatola e ci lavavano con una bottiglia d’acqua ogni 3 giorni, ma l’essenziale era riuscire a rimanere vivi”. Il gruppo si spostava su automezzi attraverso il deserto, le pianure afghane e giù attraverso gli uadi, origliando le “chiacchiere” dei Talebani e scoprendo che avevano soprannominato la loro unità i “Guerrieri che Dio protegge” perché consideravano i loro blindati un segno di invincibilità. Sempre Coburn racconta: "Dopo aver lasciato l'unità per rifornimenti al campo base, l'ufficiale comandante aveva obbligato tutti a radersi la barba lasciata incolta da settimane, anche se per superstizione nessuno avrebbe voluto rompere l'incantesimo legato alla sopravvivenza che questa rappresentava. Poco prima del trasferimento con un’altra unità verso Musa Qala qualcuno aveva osato camminare in mezzo ai loro letti, di fatto sacchi a pelo buttati sulla sabbia, causando l’ira generale per la mancanza di rispetto che ciò rappresentava”. Circa un mese dopo aver lasciato la BRF il caporale Darryl Gardiner, che aveva condotto Philip con sé a Helmand, era rimasto ucciso mentre trasportava alcuni commilitoni feriti verso l’elicottero che avrebbe dovuto trarli in salvo.
‘Life force: what love can save’ al Chiostro Basilica di San Domenico. Supera ogni pregiudizio e racconta la forza dell'amore la personale di Constanza Portnoy, che sarà ospitata dal 27 ottobre al 1 dicembre nel Chiostro della Basilica di San Domenico. La fotografa argentina ha scelto di ‘dare luce’ alla straordinaria storia di Jorge, Vero e della piccola Ángeles. Una famiglia speciale nata dall'amore tra Jorge e Vero che, nonostante le difficoltà legate alle malformazioni dei due, riesce a dare alla luce la piccola Ángeles. L’obiettivo della fotografa si posa proprio sulla vita quotidiana della famiglia, per raccontare il legame d’amore, il sostegno incondizionato, l’accettazione reciproca e la tolleranza. Tutti elementi che hanno permesso a Jorge, Vero e della piccola Ángeles di andare avanti, nonostante la condizione di povertà e il ridotto sostegno economico che ricevono. Una mostra di immagini forti ed emozionali che dimostra come grazie al loro amore Jorge, Vero e la piccola Ángeles siano capaci di vivere pienamente e non semplicemente di sopravvivere. Il progetto fotografico di Constanza Portnoy cerca di rompere con i preconcetti e gli sguardi di disapprovazione di molti ambienti della società definiti “normali”, cercando di “illuminare” la semplicità e l’autenticità dei rapporti umani.
‘Grandma Divers’ di Alain Schroeder. Celebra la prodezza delle “donne del mare” dai capelli argentati il reportage del fotogiornalista belga Alain Schroeder, in mostra fino al 1 dicembre nell’Area Verde Camollia 85 a Siena. Nella sua 'Grandma Divers' racconta l'affascinante e poco conosciuta storia della comunità di pescatrici coreane, definite anche come le ultime sirene, dedite già dal 434 D.C. alla tradizionale attività dell’immersione subacquea in apnea in cerca di alghe, frutti di mare di vario genere e di polpi. Le Haenyeo (letteralmente “donne di mare”) rappresentano l’esempio positivo di pesca sostenibile grazie all’estrema conoscenza della vita marina che si tramanda attraverso questo mestiere che recentemente è diventato patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. La pratica di pesca sostenibile si fonda sul rispetto dell’oceano e sul desiderio di condividere armoniosamente con la ricca fauna e l’intensa attività marina. Così attraverso gli scatti di Alain Schroeder conosciamo le immersioni senza bombole di ossigeno e attrezzature tecnologicamente avanzate che hanno permesso alle Haenyeo di sviluppare metodi per “navigare” nelle profonde acque del mare, partendo da una tecnica di respirazione che permette loro di trattenere il respiro sott’acqua fino a due minuti. Fisicamente impegnative e pericolose, le immersioni in
apnea non sono per i deboli di cuore. I pericoli comprendono anche le avversità delle estreme condizioni meteorologiche in cui possono imbattesti quando si immergono per raccogliere alghe, frutti di mare, crostacei e molto altro ancora. Schroeder le ha volute fotografare con le loro tute di gomma sottile e con i loro vecchi occhiali, con la consapevolezza che le Haenyeo rischiano di diventare una professione del passato perché si tratta di una tradizione che sta lentamente svanendo. Un mestiere che, come racconta il fotografo, promuove uno stile di vita ecologico e sostenibile e che grazie agli sforzi delle comunità locali e del governo, sta portando un rinnovato interesse anche nei giovani, delusi dalla vita urbana e desiderosi di ritornare alle loro radici.
Prisoners of War: Male on Male Sexual Assault in America’s Military. Il Chiostro Basilica di San Domenico accoglie, fino a domenica 1 dicembre, la mostra ‘Prisoners of War: Male on Male Sexual Assault in America’s Military’ di Mary F. Calvert che negli ultimi quattro anni ha concentrato la sua attenzione giornalistica sugli abusi e sulle violenze sessuali perpetrate all’interno dell’esercito americano. Donne e uomini arruolati nelle forze armate statunitensi sono violentati e aggrediti sessualmente dai loro colleghi in un numero record. Le immagini in mostra raccontano la storia di alcuni coraggiosi soldati che hanno scelto di denunciare gli abusi subiti, nonostante le enormi pressioni affinché mantengano il silenzio. Si stima che delle 20.000 aggressioni sessuali avvenute nel 2016, solo circa 6.200 vittime donne abbiano riferito in merito alle violenze subite. Solo in un caso su dieci si è andati al processo e la maggior parte delle vittime sono state costrette a uscire dal servizio. Con un tasso di condanna del 4%, non sorprende che solamente il 17% delle vittime di sesso maschile riferiscano i crimini di aggressione sessuale subiti. La maggior parte delle vittime di sesso maschile impiegano tra i 20 e i 40 anni prima di riconoscere il crimine e parlarne con la famiglia, gli amici o i medici. Durante le udienze al Senato e alla Camera dei Rappresentanti, l’esercito è costretto a svolgere indagini sulla diffusione di stupri e violenze sessuali al proprio interno, sul perché le vittime vengano ignorate e sul motivo per cui gli abusi vengano considerati una semplice violazione della condotta e non un reato perseguibile penalmente. Gli effetti del Military Sexual Trauma (MST), espressione utilizzata per indicare lo stupro, l’aggressione e la molestia sessuale in servizio, includono la depressione, l’abuso di sostanze stupefacenti, il ricorso all’alcol, la paranoia e l’isolamento. Le vittime sprofondano per anni nella vergogna e nella paura mentre i danni psicologici silenziosamente consumano la loro vita. Molti di loro finiscono per diventare senzatetto, per uccidersi o comunque per dipendere da alcol e droghe. L’obiettivo di Mary, al fianco delle vittime, testimonia la loro lotta per ottenere giustizia e per scuotere le coscienze al fine di produrre un cambiamento.
‘Karma Blu’ di Filippo Borghi a Palazzo Sergardi Biringucci. Gioca in casa Filippo Borghi che a Palazzo Sergardi Biringucci, espone 'Karma Blu', la mostra dedicata al mondo “Underwater”, che raccoglie alcune delle più belle immagini del fotografo, da anni considerato uno dei massimi interpreti internazionali di questo meraviglioso genere fotografico. Un omaggio al mare, straordinariamente ricco di vita e di contraddizioni, capace di rivelare magnifiche sorprese agli occhi dell’osservatore. Le foto esposte esaltano la natura e rappresentano un viaggio attraverso le meraviglie degli abissi che, purtroppo, sono sempre più messe a rischio dal difficile e contrastante rapporto con l’uomo. Le foto sono il frutto del costante impegno da parte di Borghi di realizzare un progetto capace di rappresentare un percorso di sensibilizzazione e di corretta informazione sul mondo subacqueo. Una mostra che porta alla luce le meraviglie nascoste dal mare, catturandone la bellezza.
Spazi Sonori dalla collezione di Antonello Palazzolo. Dal 27 ottobre e fino al 1 dicembre Palazzo Sergardi ospita la preziosa collezione di Antonello Palazzolo, artista poliedrico, pianista, architetto e fotografo, ideatore di “Spazi Sonori” istallazione permanente, laboratorio multimediale e salotto aperto dove suono, immagine e architettura si mescolano naturalmente, contribuendo ad una magica percezione multisensoriale. La musica eseguita e spiegata dall’artista attraverso le infinite storie che gli antichi strumenti e spartiti della collezione hanno da raccontare, fa da colonna sonora costante. Chopin, musicista per metà polacco come gli attuali proprietari di Palazzo Sergardi, sembra combinarsi naturalmente con le antiche pietre di questi spazi. Gli storici pianoforti della collezione e quello del 1852 conservato al piano nobile del palazzo, tutti costruiti dalla storica prestigiosa firma Pleyel di Parigi notoriamente prediletta da Chopin, danno il tocco finale alla magica combinazione di suono, tempo e spazio. Quando le porte del Palazzo si aprono Chopin invade ogni angolo del giardino, delle corti e delle sale antiche, raggiunge la città tornando dove è nato, nel profondo del cuore degli uomini di buona volontà. La mostra raccoglie le foto che Antonello Palazzolo ha cominciato a scattare alle centinaia di persone che visitano Spazi Sonori, attratto da quel misto di suono e luce che sembra risplendere nei volti di quei visitatori di tutte le età, di tutte le nazionalità e culture.
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