Hans Op de Beeck. The Boatman and Other Stories
Dal 24 Luglio 2021 al 06 Gennaio 2022
San Gimignano | Siena
Luogo: Galleria Continua
Indirizzo: Via del Castello 11
Orari: da lunedì a domenica, 10-13 / 14-19, su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 0577943134
E-Mail info: sangimignano@galleriacontinua.com
Sito ufficiale: http://www.galleriacontinua.com
Galleria Continua è lieta di presentare la personale dell’artista belga Hans Op de Beeck dal titolo “The Boatman and Other Stories”. La mostra raccoglie sculture inedite e recenti che esplorano il genere della natura morta in chiave contemporanea e anacronistica. Si tratta per lo più di figure umane attraverso le quali l’artista desidera offrire un punto di partenza per molte storie possibili: uomini e donne di diversa estrazione sociale ed età, ritratti con dovizia di particolari in posizioni rilassate o mentre compiono semplici gesti quotidiani.
Artista visivo, ma anche regista teatrale, drammaturgo e compositore, Hans Op de Beeck si muove tra linguaggi e materiali diversi. Da alcuni anni oltre alla pittura, alla scultura, alle grandi installazioni immersive, ai film d’arte e alla fotografia ha sviluppato una serie di sculture che ritraggono figure umane. Sebbene numerose donne, uomini e bambini abbiano posato nello studio dell’artista nel corso degli anni, queste sculture non sono dei ritratti ma piuttosto figure immaginarie, personaggi che, da soli o in dialogo con una seconda persona, raccontano una storia universale in cui l’eternità e l’attualità si uniscono.
La mostra “The Boatman and Other Stories” è popolata da molte di queste figure. “The Boatman” (2020) è una statua a grandezza naturale di un uomo su una piccola barca a remi, che sembra spingersi lontano dalla riva. Come “The Horseman” (2020) - una scultura attualmente installata al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo - rappresenta un solitario senzatetto sempre in movimento, un uomo di mezza età e a metà della vita, che ha impacchettato in modo alquanto precario e improvvisato ogni suo avere su una piccola barca: il suo cane, una gallina, effetti personali e altri generi di sopravvivenza che potranno essere oggetto di vendita o di scambio. “The Cliff” (2019) presenta una coppia di adolescenti seduta su una roccia sul bordo di un precipizio. Lo sguardo aperto della ragazza indugia in lontananza come se fosse preoccupata di qualcosa, mentre l’attenzione del ragazzo è tutta concentrata su di lei. “È un’immagine agrodolce dei capricci del giovane amore intrecciati con l’innocenza scandita dalla percezione travolgente di un mondo non ancora vissuto, al quale siamo invogliati a tornare”, spiega l’artista. Si coglie la preoccupazione ricorrente di Op de Beeck per il cambiamento, in cui diverse fasi della nostra vita sono punteggiate dal peso dell’attesa prima di passare a una nuova fase; qui, l’avvento del primo amore segnala il passaggio all’età adulta e la perdita dell’innocenza.
In mostra troviamo anche “Dancer” (2019-2021), una scultura in bronzo che trasmette l’allegria sommessa e malinconica di una ballerina brasiliana in un momento di riposo con gli occhi chiusi, seduta su una vecchia sedia mentre fuma una sigaretta; “Mum and Dad” una coppia di anziani in vestaglia, stretti in un abbraccio sulla soglia di casa che guardano fuori come se qualcosa stesse succedendo per strada; “The Conversation” (2019), due uomini che conversano, sorprendentemente comodi, in piedi su una piccola scala pieghevole traballante. Le loro valigette sono posizionate sul pavimento, il che suggerisce che entrambi provengano dal lavoro o stiano per raggiungerlo.
Nel 2015 Op de Beeck ha realizzato un film con i burattini, animati dal vivo da burattinai vestiti di nero.
Con “Celeste (Smoking)” (2020), riprende il concetto della rappresentazione dell’essere umano come una bambola. La bambola è scolpita con gli arti collegati alle tipiche articolazioni delle bambole. Per l’artista questa immagine trasmette sia l’incapacità di potersi difendere che la tragedia silenziosa. In “Celeste (Smoking)” vediamo un personaggio femminile ritratto nel semplice gesto di fumare una sigaretta. I dettagli altamente realistici e soggettivi del viso, delle mani e dei piedi di Celeste contrastano con il resto del corpo che ha l’aspetto meccanico e più impersonale di un burattino manipolabile. “Girl asleep” (2021) è una scultura a grandezza naturale della testa di una ragazza addormentata. Le libellule fluttuano sopra di lei, come se rappresentassero l’atmosfera fiabesca di un dolce sogno. Il sonno è un soggetto ricorrente nel lavoro dell’artista, da sempre incuriosito da questo stato come zona di resa e liberazione, un mondo insondabile ed enigmatico.
Rappresentano il nostro ambiente attuale ricordandoci al contempo la natura transitoria dell’esistenza umana “Vanitas XL” (2021) e “Vanitas Table (the coral piece)” (2021). Rispetto alle variazioni più classiche di vanitas realizzate in precedenza dall’artista, queste nuove nature morte monocromatiche si arricchiscono di elementi più giocosi e festosi.
Dal 2018 Hans Op de Beeck lavora costantemente nel suo studio ad una serie in progress di vetrine scultoree, “Wunderkammer”. All’interno di queste opere sono riunite, da un collezionista fittizio, le più diverse interpretazioni scultoree di souvenir. Nella tradizione rinascimentale europea delle “Wunderkammer” (camere delle meraviglie) le raccolte di curiosità appaiono anacronistiche e della più disparata provenienza. Le vetrine fanno da ponte tra il confine sottile che esiste tra ciò che è prezioso e ciò che non ha valore, tra particolarità e banalità e l’importanza delle storie per dare vita a un oggetto “inanimato”. Sono vetrine che sembrano essere state spogliate di tutto il loro lustro e lasciate indietro come unità silenziose.
Completano il percorso espositivo “Lily” (2020)”, “Sleeping Dog” (2019), “The Three sisters” (2020) e “After work” (2021) due scheletri allegri e ciarlieri, soggetti ricorrenti negli ultimi lavori dell’artista, che con spensieratezza ci parlano della nostra natura mortale.
“The Boatman and Other Stories” parla dunque dei dolori della crescita, della ricerca di identità, delle difficoltà, del disagio e dei silenzi della nostra esistenza, ma anche dei nostri sogni e speranze per un futuro migliore, della ricerca della pace interiore e della meraviglia.
Hans Op de Beeck è nato a Turnhout nel 1969. Vive e lavora a Bruxelles, Belgio. Op de Beeck ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo. Ha tenuto notevoli mostre personali istituzionali presso i seguenti centri: Museo di Arte Contemporanea GEM de L’Aia, L’Aia, NL (2004); Museo di Arte Contemporanea MUHKA, Anversa, B (2006); Centraal Museum, Utrecht, NL (2007); Smithsonian’s Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington DC, US (2010); Kunstmuseum Thun, CH (2010); Centro de Arte Caja de Burgos, Burgos, ES (2010); Butler Gallery, Kilkenny, IRL (2012); Kunstverein Hannover, D (2012); Tampa Museum of Art, Tampa, USA (2013); Harn Museum of Art, Gainesville, FL, USA (2013); FRAC Paca, Marsiglia, F (2013); MIT List Visual Arts Center, Cambridge, Boston MA, US (2014); MOCA Cleveland, OH, US (2014); Sammlung Goetz, Moncaco, D (2014); Screen Space, Melbourne, AU (2015); Château de Chimay, Chimay BE (2015); Espace 104, Parigi, FR (2016); Kunstmuseum Wolfsburg, Wolfsburg, DE (2017); Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare, IT (2017); Kunstraum Dornbirn, DE (2017); Museum Morsbroich, DE (2017); Les Moulins, Boissy-le-Châtel, FR (2018); Scheepvaartmuseum Amsterdam, Amsterdam, NL (2018); Kunsthalle Krems, Krems an der Donau, AT (2019); State Hermitage Museum, San Pietroburgo RU (2021). Op de Beeck ha partecipato a numerose mostre collettive presso istituzioni come il Reina Sofia, Madrid, ES; Scottsdale Museum of Contemporary Art, AZ, US; Towada Art Center, Towada, JP; ZKM, Karlsruhe, DE; MACRO, Roma, IT; Whitechapel Art Gallery, Londra, GB; PS1, New York, NY, US; Musée National d’Art Moderne, Centre Pompidou, Parigi, FR; Wallraf-Richartz Museum, Colonia, DE; Hangar Bicocca, Milano, IT; Hara Museum of Contemporary Art, Tokyo, JP; 21C Museum, Louisville, Kentucky, US; The Drawing Center, New York, NY, US; Kunsthalle Wien, Vienna, AT; Shanghai Art Museum, Shanghai, CN; MAMBA, Buenos Aires, AR; Haus der Kunst, Monaco, DE; Museo d’Arte Moderna di Bologna, Bologna, IT; Kunstmuseum Bonn, Bonn DE; Musée des Beaux Arts de Caen, Caen, FR; Kunstraum Dornbirn, Dornbirn, AU; Museum Morsbroich, Leverkusen, DE; Den Frie Center of Contemporary Art, Copenhagen, DK; Royal Museum of Fine Arts, Brussels, BE; Frankfurter Kunstverein, Francoforte, DE; Museum Kunstpalast Düsseldorf, DE; National Taiwan Museum of Fine Arts, Taichung, TW; Ocean Flower Island Museum, Hainan, CN; Museum of Contemporary Art Krakow, Krakow, PL; Kröller-Müller Museum, Otterlo, NL; BOZAR, Brussels, BE; Iwaki City Art Museum, Iwaki, JP. Le sue opere sono state invitate a partecipare alla Biennale di Venezia, Venezia, IT; Biennale di Shanghai, Shanghai, CN; Triennale di Aichi, Aichi, JP; Biennale di Singapore, Singapore, SG; Art Summer University, Tate Modern, Londra, GB; Biennale di Kochi-Muziris, IN; Triennale di Setouchi, Shodoshima, JP; Triennale di Bruges, Bruges, BE e molti altri eventi artistici.
Artista visivo, ma anche regista teatrale, drammaturgo e compositore, Hans Op de Beeck si muove tra linguaggi e materiali diversi. Da alcuni anni oltre alla pittura, alla scultura, alle grandi installazioni immersive, ai film d’arte e alla fotografia ha sviluppato una serie di sculture che ritraggono figure umane. Sebbene numerose donne, uomini e bambini abbiano posato nello studio dell’artista nel corso degli anni, queste sculture non sono dei ritratti ma piuttosto figure immaginarie, personaggi che, da soli o in dialogo con una seconda persona, raccontano una storia universale in cui l’eternità e l’attualità si uniscono.
La mostra “The Boatman and Other Stories” è popolata da molte di queste figure. “The Boatman” (2020) è una statua a grandezza naturale di un uomo su una piccola barca a remi, che sembra spingersi lontano dalla riva. Come “The Horseman” (2020) - una scultura attualmente installata al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo - rappresenta un solitario senzatetto sempre in movimento, un uomo di mezza età e a metà della vita, che ha impacchettato in modo alquanto precario e improvvisato ogni suo avere su una piccola barca: il suo cane, una gallina, effetti personali e altri generi di sopravvivenza che potranno essere oggetto di vendita o di scambio. “The Cliff” (2019) presenta una coppia di adolescenti seduta su una roccia sul bordo di un precipizio. Lo sguardo aperto della ragazza indugia in lontananza come se fosse preoccupata di qualcosa, mentre l’attenzione del ragazzo è tutta concentrata su di lei. “È un’immagine agrodolce dei capricci del giovane amore intrecciati con l’innocenza scandita dalla percezione travolgente di un mondo non ancora vissuto, al quale siamo invogliati a tornare”, spiega l’artista. Si coglie la preoccupazione ricorrente di Op de Beeck per il cambiamento, in cui diverse fasi della nostra vita sono punteggiate dal peso dell’attesa prima di passare a una nuova fase; qui, l’avvento del primo amore segnala il passaggio all’età adulta e la perdita dell’innocenza.
In mostra troviamo anche “Dancer” (2019-2021), una scultura in bronzo che trasmette l’allegria sommessa e malinconica di una ballerina brasiliana in un momento di riposo con gli occhi chiusi, seduta su una vecchia sedia mentre fuma una sigaretta; “Mum and Dad” una coppia di anziani in vestaglia, stretti in un abbraccio sulla soglia di casa che guardano fuori come se qualcosa stesse succedendo per strada; “The Conversation” (2019), due uomini che conversano, sorprendentemente comodi, in piedi su una piccola scala pieghevole traballante. Le loro valigette sono posizionate sul pavimento, il che suggerisce che entrambi provengano dal lavoro o stiano per raggiungerlo.
Nel 2015 Op de Beeck ha realizzato un film con i burattini, animati dal vivo da burattinai vestiti di nero.
Con “Celeste (Smoking)” (2020), riprende il concetto della rappresentazione dell’essere umano come una bambola. La bambola è scolpita con gli arti collegati alle tipiche articolazioni delle bambole. Per l’artista questa immagine trasmette sia l’incapacità di potersi difendere che la tragedia silenziosa. In “Celeste (Smoking)” vediamo un personaggio femminile ritratto nel semplice gesto di fumare una sigaretta. I dettagli altamente realistici e soggettivi del viso, delle mani e dei piedi di Celeste contrastano con il resto del corpo che ha l’aspetto meccanico e più impersonale di un burattino manipolabile. “Girl asleep” (2021) è una scultura a grandezza naturale della testa di una ragazza addormentata. Le libellule fluttuano sopra di lei, come se rappresentassero l’atmosfera fiabesca di un dolce sogno. Il sonno è un soggetto ricorrente nel lavoro dell’artista, da sempre incuriosito da questo stato come zona di resa e liberazione, un mondo insondabile ed enigmatico.
Rappresentano il nostro ambiente attuale ricordandoci al contempo la natura transitoria dell’esistenza umana “Vanitas XL” (2021) e “Vanitas Table (the coral piece)” (2021). Rispetto alle variazioni più classiche di vanitas realizzate in precedenza dall’artista, queste nuove nature morte monocromatiche si arricchiscono di elementi più giocosi e festosi.
Dal 2018 Hans Op de Beeck lavora costantemente nel suo studio ad una serie in progress di vetrine scultoree, “Wunderkammer”. All’interno di queste opere sono riunite, da un collezionista fittizio, le più diverse interpretazioni scultoree di souvenir. Nella tradizione rinascimentale europea delle “Wunderkammer” (camere delle meraviglie) le raccolte di curiosità appaiono anacronistiche e della più disparata provenienza. Le vetrine fanno da ponte tra il confine sottile che esiste tra ciò che è prezioso e ciò che non ha valore, tra particolarità e banalità e l’importanza delle storie per dare vita a un oggetto “inanimato”. Sono vetrine che sembrano essere state spogliate di tutto il loro lustro e lasciate indietro come unità silenziose.
Completano il percorso espositivo “Lily” (2020)”, “Sleeping Dog” (2019), “The Three sisters” (2020) e “After work” (2021) due scheletri allegri e ciarlieri, soggetti ricorrenti negli ultimi lavori dell’artista, che con spensieratezza ci parlano della nostra natura mortale.
“The Boatman and Other Stories” parla dunque dei dolori della crescita, della ricerca di identità, delle difficoltà, del disagio e dei silenzi della nostra esistenza, ma anche dei nostri sogni e speranze per un futuro migliore, della ricerca della pace interiore e della meraviglia.
Hans Op de Beeck è nato a Turnhout nel 1969. Vive e lavora a Bruxelles, Belgio. Op de Beeck ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo. Ha tenuto notevoli mostre personali istituzionali presso i seguenti centri: Museo di Arte Contemporanea GEM de L’Aia, L’Aia, NL (2004); Museo di Arte Contemporanea MUHKA, Anversa, B (2006); Centraal Museum, Utrecht, NL (2007); Smithsonian’s Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington DC, US (2010); Kunstmuseum Thun, CH (2010); Centro de Arte Caja de Burgos, Burgos, ES (2010); Butler Gallery, Kilkenny, IRL (2012); Kunstverein Hannover, D (2012); Tampa Museum of Art, Tampa, USA (2013); Harn Museum of Art, Gainesville, FL, USA (2013); FRAC Paca, Marsiglia, F (2013); MIT List Visual Arts Center, Cambridge, Boston MA, US (2014); MOCA Cleveland, OH, US (2014); Sammlung Goetz, Moncaco, D (2014); Screen Space, Melbourne, AU (2015); Château de Chimay, Chimay BE (2015); Espace 104, Parigi, FR (2016); Kunstmuseum Wolfsburg, Wolfsburg, DE (2017); Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare, IT (2017); Kunstraum Dornbirn, DE (2017); Museum Morsbroich, DE (2017); Les Moulins, Boissy-le-Châtel, FR (2018); Scheepvaartmuseum Amsterdam, Amsterdam, NL (2018); Kunsthalle Krems, Krems an der Donau, AT (2019); State Hermitage Museum, San Pietroburgo RU (2021). Op de Beeck ha partecipato a numerose mostre collettive presso istituzioni come il Reina Sofia, Madrid, ES; Scottsdale Museum of Contemporary Art, AZ, US; Towada Art Center, Towada, JP; ZKM, Karlsruhe, DE; MACRO, Roma, IT; Whitechapel Art Gallery, Londra, GB; PS1, New York, NY, US; Musée National d’Art Moderne, Centre Pompidou, Parigi, FR; Wallraf-Richartz Museum, Colonia, DE; Hangar Bicocca, Milano, IT; Hara Museum of Contemporary Art, Tokyo, JP; 21C Museum, Louisville, Kentucky, US; The Drawing Center, New York, NY, US; Kunsthalle Wien, Vienna, AT; Shanghai Art Museum, Shanghai, CN; MAMBA, Buenos Aires, AR; Haus der Kunst, Monaco, DE; Museo d’Arte Moderna di Bologna, Bologna, IT; Kunstmuseum Bonn, Bonn DE; Musée des Beaux Arts de Caen, Caen, FR; Kunstraum Dornbirn, Dornbirn, AU; Museum Morsbroich, Leverkusen, DE; Den Frie Center of Contemporary Art, Copenhagen, DK; Royal Museum of Fine Arts, Brussels, BE; Frankfurter Kunstverein, Francoforte, DE; Museum Kunstpalast Düsseldorf, DE; National Taiwan Museum of Fine Arts, Taichung, TW; Ocean Flower Island Museum, Hainan, CN; Museum of Contemporary Art Krakow, Krakow, PL; Kröller-Müller Museum, Otterlo, NL; BOZAR, Brussels, BE; Iwaki City Art Museum, Iwaki, JP. Le sue opere sono state invitate a partecipare alla Biennale di Venezia, Venezia, IT; Biennale di Shanghai, Shanghai, CN; Triennale di Aichi, Aichi, JP; Biennale di Singapore, Singapore, SG; Art Summer University, Tate Modern, Londra, GB; Biennale di Kochi-Muziris, IN; Triennale di Setouchi, Shodoshima, JP; Triennale di Bruges, Bruges, BE e molti altri eventi artistici.
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