Wechselspiel. Paolo Bielli e Susanne Kessler
Dal 29 Maggio 2019 al 13 Ottobre 2019
Roma
Luogo: Galleria d'Arte Moderna
Indirizzo: via Francesco Crispi 24
Orari: da martedì a domenica ore 10-18.30. L’ingresso è consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura
Enti promotori:
- Assessorato alla Crescita culturale di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Costo del biglietto: Intero: € 7,50, ridotto: € 6,50. Per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza) intero: € 6,50, ridotto: € 5,50
Telefono per informazioni: +39 060608
E-Mail info: info@galleriaartemodernaroma.it
Sito ufficiale: http://www.galleriaartemodernaroma.it
Wechselspiel (Interplay, in senso lato “interazione”) è il titolo della doppia installazione site specific di Paolo Bielli e Susanne Kessler, ospitata nel chiostro/giardino della Galleria d’Arte Moderna di Roma dal 30 maggio al 13 ottobre 2019. L’opera è legata intimamente sia alla mostra in corso Donne corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione sia alle vicine sculture della collezione permanente del Museo. L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
Partendo proprio dal tema della mostra, il corpo della donna e la sua evoluzione nell’arte contemporanea, e giocandoci a volte intorno, Paolo Bielli e Susanne Kessler creano un doppio percorso, fisico e ironico, incentrato sul dualismo. Attraverso le loro installazioni, i concetti di uomo/donna, maschio/femmina, ma anche ombra/luce, rivelano il loro doppio senso mettendosi direttamente in collegamento con le sculture esposte nel Chiostro delle sculture della Galleria.
Paolo Bielli interviene ricoprendo con delle sagome bianco/nere una parte della pavimentazione intorno alle sculture, riempendo quindi il vuoto mediante un gioco di specchiature mentali che sembra troneggiare sotto i loro piedi. Il riflesso della Cleopatra (1882) di Girolamo Masini, ad esempio, viene a dilatarsi sull’orizzontale del pavimento proprio mediante il riempimento materico. Nel rincorrersi del bianco/nero, luci/ombre, pieno/vuoto, l’operazione di Bielli finisce anche per rafforzare l’effettivo vuoto che è, del resto, insito nell’umanità, come conseguenza dell’immedesimarsi su sé stessi di tale dualismo. Così come bene dimostrato anche dal pavimento riempito dal riflesso delle sagome bianco/nere de Gli amanti (1909-1913) di Giovanni Prini. Un suo percorso di sagome sarà anche realizzato per la parte esterna del chiostro della Galleria, in un interscambio, wechselspiel appunto, continuo anche fra struttura del Museo e vuoto del cielo sovrastante.
Il lavoro artistico di Susanne Kessler si mette ancora più in contatto con le opere di collezione esposte nel chiostro, operando in particolare sul tema iconico dell’”uomo forte” e muscoloso delle sculture degli anni Trenta alle quali coscientemente associa una tecnica tipicamente femminile, il ricamo. Tombolo e ricami, infatti, saranno posizionati direttamente sulle sculture maschili – solo per l’inaugurazione, per poi essere collocati su strutture specchianti affiancate alle opere – andando quindi a “sostituire”, coprire, ad esempio, la spada di Romolo (1937-38) di Italo Griselli o le mani/arnesi del Pescatore d’anguilla (1934) di Dino Basaldella. In questo modo la figura maschile raffigurata da grandi scultori del Novecento italiano, invece di evidenziare il proprio carattere dominante e di forza fisica, come nell’eclatante fisicità de Il seminatore (1937) di Ercole Drei, saranno “trasformati” in uomini che ricamano, con pazienza e delicatezza, con un riscontro mitologico verso Penelope, ma anche alle donne di altri tempi che a casa ricamano mentre i loro uomini e figli attraversavano gli oceani del mondo.
Nella chiostrina invece la Kessler esporrà la sua Mappa mundi, costituita da un insieme di 14 pezzi di ricami, di misura variabile, realizzati con materiali poveri, stoffa, bastoncini di alluminio e di bamboo, rete di fil di ferro, posizionata al di sopra della Bagnante (1934) di Marino Marini. L’opera sarà installata sopra la testa della scultura femminile di Marini, in modo da indicare come la donna abbia oggi l'intero mondo nel suo raggio di azione.
Durante l’inaugurazione, Bielli darà vita anche a una performance dal titolo black and white ring, collegata al suo lavoro site specific in una sorta di simbiosi con il suo stesso operare artistico. Presentandosi nei panni di un boxer, sport oggi molto praticato anche dalle donne, con l’intento di esaltare proprio il ruolo della donna sempre più protagonista della propria vita. Il non colore, bianco/nero, simula un effetto tastiera del pianoforte, per armonizzare con la musica il vecchio e il nuovo, il classico e il pop. L’artista entrerà e uscirà da un ring allestito per entrare subito in un altro nella mimesi della lotta del quotidiano che non ammette l'assenza di ostacoli fino alla vittoria finale, tipica ormai delle sue performances. Questa volta però sarà travolto da una pioggia materica composta da musicassette, in modo da sottolineare l'avidità umana di possedere.
A ottobre 2019 previsto inoltre un incontro con gli artisti e la proiezione di alcuni loro video e video-performance.
Paolo Bielli (Roma 1963). Nel 1987, selezionato da Guido Strazza, partecipa alla prima mostra collettiva internazionale di incisione a Biella. Nella sua ricerca pittorica, installativa e performativa inserisce elementi armonici e contrastanti, creando un gioco ironico e di disturbo leggermente violento, dove corpi spavaldi, a volte, tentano di uscire fuori dallo spazio dato. Nel 2005, alla Galleria Monserratoarte900 (RM), propone Sapone, a cura di Vincenzo Mazzarella, una performance in cui si denuda e “si avvelena” cospargendosi con una grande quantità di profumo. L’artista prosegue la sua ricerca con Polvere e Pelle: video-installazione con Marco Giuseppe Schifano. Espone in una serie di collettive da Elettronicartcaffé (RM) a cura di Achille Bonito Oliva. Nel 2009 Silenzio al Chiostro del Bramante (RM). Nello stesso anno crea personaggi-sagomati per lo spettacolo teatrale di Vladimir Luxuria La donna uomo. Nel 2010 partecipa a due collettive dal titolo Arciere, a cura di Vittorio Sgarbi; prosegue con Nuda-Apparenza al Onepieceart Gallery (RM) performance sull’effimero della moda che si sveste. Nello stesso anno è presente con Ring alla 54° Biennale d’Arte Internazionale di Venezia, nel Padiglione Italia. Nel 2015 L’Indiano e la Fata, Galleria Minima (RM) e alla Mondrian Suite (RM), dove crea e dirige una performance di gruppo dal titolo Violet-Ring, operazione in cui mette in scena una umanizzazione, trasformando la carta in pelle. Alla Varco-Gallery (RM) crea la performance dal titolo Fetonte-Pugile-Ring. Nel 2017: ad Arteporto “Incontro” (RM) performance al Parco Archeologico di Claudio e Traiano di Ostia; Paesaggio naturale-Paesaggio artificiale, al MAAAC e Torre Civica di Cisternino; Colpevoli segni, personale a Palazzo Rospigliosi, Zagarolo; 100 anni di Pugilato Italiano, presso il Museo Nazionale del Pugilato, Assisi; Pagea Arte Contemporanea Angri (SA). Nel 2018, alla Torre Caetani di Todi crea una performance di fronte alle mura medioevali. Nel 2018-2019, al Macro-Asilo, si cimenta in due performance: Exit-Ring e Gold-Ring, dove il confronto-scontro tra il pugile e l’artista diventa ormai la sua ricerca predominante.
Susanne Kessler (Wuppertal, Germania, 1955). Residente a Roma dal 1984, ha studiato pittura e disegno dal 1975 al 1983 presso l’Accademia di Belle Arti (UdK) di Berlino e il Royal College of Art (RCA) di Londra (MfA). Ha operato in India e Pakistan come Artist in Residence della Lalit Kala Academi New Delhi e del Goethe-Institut di Lahore ed è stata Visiting Professor della California State University (2001/2002). Nel 2003 è stata invitata a realizzare una installazione al Fadjr Festival di Teheran e dal 2005 partecipa ai programmi del “Drawing Center New York”. A partire dal 2011 è professore di Scultura e Disegno presso la City University of New York. Vincitrice di borse di studio e premi importanti ha realizzato mostre personali in Italia, Inghilterra, Francia, Danimarca, India, Pakistan, Lettonia, Iran, Svizzera, Belgio, Pologna e Stati Uniti, oltre che in musei tedeschi, italiani e americani tra cui il Von-der-Heydt Museum, (Wuppertal), Gustav Lübcke Museum (Hamm), Landesmuseum (Mainz), Kunstverein Speyer (Speyer), Nassauischer Kunstverein (Wiesbaden), Beuys Collection (Schloss Moyland), Mönchehaus Museum (Goslar), Tony Cragg Hallen (Wuppertal). Whiteconcept (Berlin), American University Museum at the Katzen Art Center (Washington DC), Goethe Institut e MACRO di Roma. Ha anche partecipato a numerose collettive in Europa e negli Stati Uniti. I suoi lavori si trovano nei seguenti collezioni statale: Von der Heydt Museum Wuppertal, Gustav Luebcke Museum Hagen, Kunstmuseum Albstadt, Museum Schloss Moyland, Landesmuseum Mainz, Mönchehaus Museum Goslar, Stadtsparkasse Wuppertal, Fondazione Pistoletto, Biella, “Art in Embassy” US Department of State (USA). Sono stati pubblicati oltre 20 fra cataloghi e libri esclusivamente sul suo lavoro.
Inaugurazione mercoledì 29 maggio 2019 dalle ore 18.30
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