Niente da vedere
![Niente da vedere Niente da vedere](http://www.arte.it/foto/600x450/88/37479-AMBRA-DEF.jpg)
Niente da vedere
Dal 18 Settembre 2015 al 14 Settembre 2015
Roma
Luogo: Spazio AmbrArte - Teatro Ambra
Indirizzo: piazza Giovanni da Triora 15
Telefono per informazioni: +39 06.97274721 / 06.8117 3900
E-Mail info: info@ambragarbatella.com
Sito ufficiale: http://www.officinefotografiche.org
Venerdì 18 settembre alle 19 inaugura la mostra collettiva "Niente da vedere" di Vincenzo Labellarte, Paolo Fusco, Daniele Cametti Aspri e Sergio Figliolia allo spazio Ambrarte del Teatro Ambra alla Garbatella.
La mostra è il frutto del lavoro di quattro fotografi che si sono formati all'interno del corso di Architettura di Massimo Siragusa.
La città contemporanea è spesso indefinibile. Un calderone in cui confluiscono linguaggi e pratiche che sembrano dialogare tra loro in modo confuso. La città dei paradossi identitari, architettonici e sociali. Un andirivieni di immagini in cui gli individui, flâneur contemporanei o attori attivi, iscrivono la propria esperienza. Ma la città è anche uno stato d’animo, citando Robert Park, e arti urbane, nelle proprie declinazioni testuali, visive e performative, possono insinuarsi tra le sue trame e raccontarla trasversalmente. Dotando orizzonti di senso all’esperienza metropolitana, ne connotano forma e relazioni.
La fotografia si rivela quella più completa, perché esprime nel migliore dei modi la forma che ogni città rivela. Coglie le tensioni e i paradossi, cercando la bellezza attraverso l’adesione al reale. Niente da Vedere ricompone la forma scomposta di Roma.
Cantieri inattivi, spazi verdi a compensazione di standard urbanistici, cartelloni pubblicitari, muri/barriere di recinzione.
Citazioni del quotidiano che restituiscono l’immagine di una metropoli in balia degli interessi privati, che ha perso la sua dimensione sociale: la Roma della Metro C, della Nuvola e della speculazione; degli scontri di Tor Sapienza e delle gated communities sul Raccordo. Robert Smithson, descrivendo le periferie di Passaic in New Jersey, scrive: “Quel panorama azzerato sembrava contenere rovine al contrario, ovvero tutte le costruzioni che eventualmente saranno costruite.
Questo è l’opposto della rovina romantica, perché gli edifici non cadono in rovina dopo essere stati costruiti, ma piuttosto sorgono in rovina prima di essere eretti.”
La Roma di Niente da Vedere è abitata da rovine silenziose che non riconosciamo in quanto tali perché non suscitano ricordi e negano ogni domani. Nel renderle visibili, Niente da Vedere svela la loro esistenza ponendo la questione del futuro che sembrano volerci far dimenticare.
La mostra è il frutto del lavoro di quattro fotografi che si sono formati all'interno del corso di Architettura di Massimo Siragusa.
La città contemporanea è spesso indefinibile. Un calderone in cui confluiscono linguaggi e pratiche che sembrano dialogare tra loro in modo confuso. La città dei paradossi identitari, architettonici e sociali. Un andirivieni di immagini in cui gli individui, flâneur contemporanei o attori attivi, iscrivono la propria esperienza. Ma la città è anche uno stato d’animo, citando Robert Park, e arti urbane, nelle proprie declinazioni testuali, visive e performative, possono insinuarsi tra le sue trame e raccontarla trasversalmente. Dotando orizzonti di senso all’esperienza metropolitana, ne connotano forma e relazioni.
La fotografia si rivela quella più completa, perché esprime nel migliore dei modi la forma che ogni città rivela. Coglie le tensioni e i paradossi, cercando la bellezza attraverso l’adesione al reale. Niente da Vedere ricompone la forma scomposta di Roma.
Cantieri inattivi, spazi verdi a compensazione di standard urbanistici, cartelloni pubblicitari, muri/barriere di recinzione.
Citazioni del quotidiano che restituiscono l’immagine di una metropoli in balia degli interessi privati, che ha perso la sua dimensione sociale: la Roma della Metro C, della Nuvola e della speculazione; degli scontri di Tor Sapienza e delle gated communities sul Raccordo. Robert Smithson, descrivendo le periferie di Passaic in New Jersey, scrive: “Quel panorama azzerato sembrava contenere rovine al contrario, ovvero tutte le costruzioni che eventualmente saranno costruite.
Questo è l’opposto della rovina romantica, perché gli edifici non cadono in rovina dopo essere stati costruiti, ma piuttosto sorgono in rovina prima di essere eretti.”
La Roma di Niente da Vedere è abitata da rovine silenziose che non riconosciamo in quanto tali perché non suscitano ricordi e negano ogni domani. Nel renderle visibili, Niente da Vedere svela la loro esistenza ponendo la questione del futuro che sembrano volerci far dimenticare.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
daniele cametti aspri ·
vincenzo labellarte ·
paolo fusco ·
sergio figliolia ·
spazio ambrarte teatro ambra
COMMENTI
![](/public/img/mostre_su.png)
-
Dal 26 giugno 2024 al 22 settembre 2024 Siena | Santa Maria della Scala
Nino Migliori. LUMEN. Fonte Gaia
-
Dal 25 giugno 2024 al 01 settembre 2024 Roma | Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
Luigi Bartolini incisore
-
Dal 25 giugno 2024 al 08 settembre 2024 Genova | Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
Presenze dell’arte svizzera nella collezione del Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
-
Dal 22 giugno 2024 al 20 ottobre 2024 Firenze | Museo Novecento e Museo degli Innocenti
Louise Bourgeois In Florence
-
Dal 21 giugno 2024 al 15 settembre 2024 Roma | Galleria Borghese
Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria
-
Dal 20 giugno 2024 al 06 ottobre 2024 Urbino | Galleria Nazionale delle Marche - Palazzo Ducale di Urbino
Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna