meme bosco

 

Dal 07 Aprile 2016 al 30 Aprile 2016

Roma

Luogo: Academia Belgica

Indirizzo: via Omero 8

Orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 18; sabato 9 -13

Curatori: Anne Demijttenaere, Tiziana Musi

Enti promotori:

  • Opera Bosco Museo di Arte nella Natura
  • Academia Belgica

Telefono per informazioni: +39 06 203 98 63 05

E-Mail info: inviti@academiabelgica.it

Sito ufficiale: http://www.academiabelgica.it/



Giovedì 7 aprile 2016
ore 18 inaugurazione della mostra
ore 19 proiezione del documentario “VeneziArchiNature” realizzato sull’Isola della Certosa a Venezia nell’ambito della Biennale di Architettura Venezia 2014  

 Tre artisti, legati nel loro lavoro con i rispettivi territori nel Lazio da una comune percezione ecologica del mondo.
“meme bosco”, riannoda i fili dell’antico mondo dei “misteri”, dove l’arte nasce per propiziarsi la natura con opere che portano nella casa i significati dell’immaginario delle origini. Opere con le qualità di materiali che vivono da sempre con noi per rivelare la densità dell’impalpabile e l’eternità dell’effimero come i campi coltivati giunti fino a noi, anno dopo anno, da migliaia di anni. Ridefinisce il concetto di ricchezza anche, con la “frugalità” come condizione di salute in assoluto.
Anne Demijttenaere
Artista fondatrice di Opera Bosco Museo di Arte nella Natura
 
Le Bois d’amour

Quando nel 1888 Paul Serusier dipinge il piccolo dipinto del Bois d’Amour sul coperchio di una tabacchiera, viatico  per la rivoluzione culturale delle Avanguardie storiche, non poteva immaginare il valore  che quella parola Bois d’amour  avrebbe avuto nel secolo successivo.
E’ in questa unione di bosco e amore che trovo un segno del lavoro dei tre artisti qui presenti oggi.
Guardo le opere  di Anne  Demijttenaere, di Costantino Morosin, di Pino Genovese e sono catturata da un  sentimento di nostalgia antica: legni recuperati, residui del bosco riassemblati, nomi  dimenticati di alberi. Sento parlare di cedro, di albicocco, di corno, di ornello, di fior di palma, di legni bruciati.
E anche le forme mi riportano alla memoria i contorni di un passato mitico dove l’approdo alla contemporaneità è solo il tramite per tornare ai temi fondanti la nostra Storia:  le loro opere appaiono come  forme quasi astratte, eleganti nella loro semplicità, allusione di un primitivismo che non è soltanto formale ma soprattutto interiore.  I titoli alludono a sentimenti e creature  epici: Maternità, Afrodite, Memoria, Acrobata Minotauro di Costantino Morosin , oppure Capezzolo di Venere e Bozzolo di Pino Genovese,  e ancora In cammino tra Calcata e Roma, Unicorno, Coda di Anne Demijttenaere.
In questa riappropriazione di un patrimonio simbolico i tre artisti, pur nelle diversità dei loro percorsi artistici, presentano oggi un atteggiamento simile nel percepire  la natura sia come fonte ispiratrice privilegiata del processo creativo, ma anche come meta finale nel far affiorare alla fine un sentimento di appartenenza originaria alla terra. E per questo le parole di Anne, fondatrice nel 1995 di Opera Bosco a Calcata, sono illuminanti: il lavoro creativo è un’adesione alla morfologia della natura, la sua manutenzione si combina con la creazione artistica. Questa lentezza del fare, che si traduce nell’ascolto dei suoni  della natura, nell’osservazione del trascorrere del tempo, nel potare, nel conservare, e  infine nella rielaborazione creativa, diventa atto d’amore e  momento di riflessione quasi meditativo. E’ una lentezza che ci riporta a un tempo antico quando la creazione artistica era funzionale ad una visione spirituale dell’esistenza in sintonia con l’andamento della natura.
 La sapienza  tecnica di un tempo traduceva un  forte valore simbolico insito nel saper fare delle mani. E in questo senso le due parole iniziali, bosco e amore, sembrano  evocare il valore più nascosto della ricerca di questi artisti, che al di fuori di ogni contesto istituzionalizzato  e esiliati nella natura continuano con amore a ricercare.
 
Tiziana Musi
 
 
 

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