Massimo Listri. Geometria della bellezza
![Auditorium Ibirapuera, Oscar-Niemeyer, Sao-Paulo, Brasile Auditorium Ibirapuera, Oscar-Niemeyer, Sao-Paulo, Brasile](http://www.arte.it/foto/600x450/93/26294-Auditorium-Ibirapuera-Oscar-Niemeyer-Sao-Paulo-BRASILE_0004.jpg)
Auditorium Ibirapuera, Oscar-Niemeyer, Sao-Paulo, Brasile
Dal 28 Ottobre 2014 al 20 Dicembre 2014
Roma
Luogo: Galleria Francesca Antonacci
Indirizzo: via Margutta 54
Orari: da lunedì a venerdì 10-13 / 16-19.30; sabato 10-13
Curatori: Francesca Antonacci
Telefono per informazioni: +39 06 45433036 / 06 45433054
E-Mail info: info@francescaantonacci.com
Sito ufficiale: http://www.francescaantonacci.com
Francesca Antonacci ospita nella sua galleria di Via Margutta una mostra dedicata a Massimo Listri, fotografo d’interni tra i più famosi del mondo.La mostra è concepita come un’appendice all’esposizione di cui Listri è in questi giorni protagonista ai Musei Vaticani con il suo ciclo di lavori sulle collezioni pontificie dei marmi antichi.
.Con il titolo Massimo Listri, geometria della bellezza Francesca Antonacci propone una selezione di scatti in cui ben si evidenziano quei valori formali di equilibrio e simmetria che sono da sempre al centro del mondo visivo dell’artista, inquadrature di ritmo armonico e geometria cristallina che fanno apparentare il suo linguaggio a quello della poesia. Come scrive Giorgio Antei, Massimo Listri non parla in prosa “i suoi scatti sono rime”.
Chi ha imparato ad apprezzare Listri come narratore della tradizione culturale europea ben rappresentata dai suoi famosi ritratti di musei d’arte antica, palazzi nobiliari, biblioteche e archivi conventuali e palatini si farà certamente sorprendere da alcuni dei lavori in mostra, peraltro tra i più belli. Saranno infatti esposti anche i meno conosciuti scatti “neoplastici”, quelli cioè dedicati alle architetture razionaliste di maestri della visione contemporanea dello spazio, scatti in alcuni casi inediti o mai esposti in Italia.
Scrive Camillo Langone, penna raffinata e spiritosa: “Oscar Wilde voleva vivere all’altezza delle sue porcellane, io voglio vivere all’altezza delle foto di Massimo Listri, il più grande fotografo italiano d’interni….Listri scatta foto bellissime in ambienti bellissimi, quindi è bellezza al quadrato, un fulgore che alle persone troppo sensibili potrebbe causare capogiro (la sindrome di Listri). Ma anche le persone di sensibilità media mentre si avvicinano alle sue grandi immagini sentono una voce oltremondana che domanda:” Ne sarai tu degno?”.
In effetti, in questa mostra come in quella dei Vaticani Listri conferma il suo impareggiabile talento nel mettere in posa gli ambienti per esaltarne la bellezza. In un’epoca in cui l’azione dell’uomo viene soprattutto narrata come impatto distruttivo sull’ambiente, Listri ricorda in controtendenza che l’uomo non è soltanto il demolitore del mondo che lo ospita ma anche il creatore di ambienti che per grazia, fulgore ed eleganza competono orgogliosamente con la natura. La sua silenziosa galleria di luoghi dai quali ogni figura umana è bandita appare così per quello che è: una umanistica celebrazione dell’uomo e della sua cultura.
.Con il titolo Massimo Listri, geometria della bellezza Francesca Antonacci propone una selezione di scatti in cui ben si evidenziano quei valori formali di equilibrio e simmetria che sono da sempre al centro del mondo visivo dell’artista, inquadrature di ritmo armonico e geometria cristallina che fanno apparentare il suo linguaggio a quello della poesia. Come scrive Giorgio Antei, Massimo Listri non parla in prosa “i suoi scatti sono rime”.
Chi ha imparato ad apprezzare Listri come narratore della tradizione culturale europea ben rappresentata dai suoi famosi ritratti di musei d’arte antica, palazzi nobiliari, biblioteche e archivi conventuali e palatini si farà certamente sorprendere da alcuni dei lavori in mostra, peraltro tra i più belli. Saranno infatti esposti anche i meno conosciuti scatti “neoplastici”, quelli cioè dedicati alle architetture razionaliste di maestri della visione contemporanea dello spazio, scatti in alcuni casi inediti o mai esposti in Italia.
Scrive Camillo Langone, penna raffinata e spiritosa: “Oscar Wilde voleva vivere all’altezza delle sue porcellane, io voglio vivere all’altezza delle foto di Massimo Listri, il più grande fotografo italiano d’interni….Listri scatta foto bellissime in ambienti bellissimi, quindi è bellezza al quadrato, un fulgore che alle persone troppo sensibili potrebbe causare capogiro (la sindrome di Listri). Ma anche le persone di sensibilità media mentre si avvicinano alle sue grandi immagini sentono una voce oltremondana che domanda:” Ne sarai tu degno?”.
In effetti, in questa mostra come in quella dei Vaticani Listri conferma il suo impareggiabile talento nel mettere in posa gli ambienti per esaltarne la bellezza. In un’epoca in cui l’azione dell’uomo viene soprattutto narrata come impatto distruttivo sull’ambiente, Listri ricorda in controtendenza che l’uomo non è soltanto il demolitore del mondo che lo ospita ma anche il creatore di ambienti che per grazia, fulgore ed eleganza competono orgogliosamente con la natura. La sua silenziosa galleria di luoghi dai quali ogni figura umana è bandita appare così per quello che è: una umanistica celebrazione dell’uomo e della sua cultura.
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