Laura Estrada Prada. Passa-acque
Dal 15 Febbraio 2013 al 02 Marzo 2013
Roma
Luogo: Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico Luigi Pigorini
Indirizzo: piazza Guglielmo Marconi 14
Orari: da lunedì a sabato 9-18; domenica 9-13.30
Costo del biglietto: intero € 6, ridotto € 3
Telefono per informazioni: +39 06 549521
E-Mail info: pigorini@arti.beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.pigorini.beniculturali.it
Per chi crede nella Dichiarazione dei Diritti Umani e ritiene lo spostamento umano un diritto di tutti; per migranti, emigrati ed immigrati che nel loro viaggio hanno scoperto che l’identità non è scritta su un documento legato ad una nazione e ai suoi confini; per coloro che si sentono appartenenti a più di una nazione; per coloro che si sono appropriati di una lingua che prima non era loro; per quelli che sono stati considerati sospetti senza ragione; per chi non crede più nella purezza delle razze; per quelli che non fanno discriminazioni per il luogo in cui si nasce; per chi non ha paura di confrontarsi con la diversità. Il passa-acque serve come permesso per attraversare le acque del mondo.
La migrazione - frutto della colonizzazione, della decolonizzazione e della crescita economica in alcune zone del mondo - è un tema imprescindibile nella cultura contemporanea. Siamo tutti turisti o vagabondi: la migrazione è una scelta o un obbligo per coloro ai quali la terra viene tolta da sotto i piedi. Per parlare di migrazione, bisogna parlare del viaggio. Quest’ultimo presuppone un punto di partenza e un punto d’arrivo, generalmente su terra. La Storia, infatti, racconta partenze e arrivi nei porti. In quest’occasione consideriamo esclusivamente il tragitto che ha lasciato poca traccia nella Storia, lo spazio in mezzo: l’acqua.
L’iniziativa prende spunto dall’articolo 13 della Dichiarazione dei Diritti Umani del 1948, che dichiara lo spostamento un diritto umano. Questo passa-acque invita ad una riflessione sulle migrazioni come spostamento naturale, attraverso l’acqua che divide il mondo in quelli che comunemente chiamiamo continenti. Il passa-acque richiama formalmente un documento d‘identità, discostandosi però dal concetto di appartenenza nazionale che presuppone l’esistenza dei confini politici e geografici.
Per il rilascio di questo documento, i visitatori sono invitati a seguire un percorso in base alla propria nazionalità, pratica in uso presso gli sportelli d’immigrazione degli aeroporti. In quest’occassione si propone un rovesciamento della consueta modalità di attraversamento: un percorso lungo e stretto per i cittadini dell’Unione Europea ed invece un percorso corto e dritto per “il resto del mondo”. Avviene quindi uno spostamento del punto di vista. Il visitatore Europeo si vede costretto per una volta a percorrere la via più “scomoda”, mentre l’immigrato è autorizzato a percorrere la “corsia preferenziale”.
Il passa-acque è l’unico documento che viene rilasciato a tutti i cittadini del mondo, senza nessuna distinzione di nazionalità, genere, religione o “razza”.
La migrazione - frutto della colonizzazione, della decolonizzazione e della crescita economica in alcune zone del mondo - è un tema imprescindibile nella cultura contemporanea. Siamo tutti turisti o vagabondi: la migrazione è una scelta o un obbligo per coloro ai quali la terra viene tolta da sotto i piedi. Per parlare di migrazione, bisogna parlare del viaggio. Quest’ultimo presuppone un punto di partenza e un punto d’arrivo, generalmente su terra. La Storia, infatti, racconta partenze e arrivi nei porti. In quest’occasione consideriamo esclusivamente il tragitto che ha lasciato poca traccia nella Storia, lo spazio in mezzo: l’acqua.
L’iniziativa prende spunto dall’articolo 13 della Dichiarazione dei Diritti Umani del 1948, che dichiara lo spostamento un diritto umano. Questo passa-acque invita ad una riflessione sulle migrazioni come spostamento naturale, attraverso l’acqua che divide il mondo in quelli che comunemente chiamiamo continenti. Il passa-acque richiama formalmente un documento d‘identità, discostandosi però dal concetto di appartenenza nazionale che presuppone l’esistenza dei confini politici e geografici.
Per il rilascio di questo documento, i visitatori sono invitati a seguire un percorso in base alla propria nazionalità, pratica in uso presso gli sportelli d’immigrazione degli aeroporti. In quest’occassione si propone un rovesciamento della consueta modalità di attraversamento: un percorso lungo e stretto per i cittadini dell’Unione Europea ed invece un percorso corto e dritto per “il resto del mondo”. Avviene quindi uno spostamento del punto di vista. Il visitatore Europeo si vede costretto per una volta a percorrere la via più “scomoda”, mentre l’immigrato è autorizzato a percorrere la “corsia preferenziale”.
Il passa-acque è l’unico documento che viene rilasciato a tutti i cittadini del mondo, senza nessuna distinzione di nazionalità, genere, religione o “razza”.
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