L’Aquila prima e dopo. Fotografie di Gianni Berengo Gardin
Dal 26 Settembre 2012 al 11 Novembre 2012
Roma
Luogo: Museo di Roma in Trastevere
Indirizzo: piazza Sant'Egidio 1/b
Orari: da martedì a domenica 10-20
Enti promotori:
- Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale
- Contrasto
- One Group
Telefono per informazioni: +39 06 0608
E-Mail info: museodiroma.trastevere@comune.roma.it
Sito ufficiale: http://www.museodiromaintrastevere.it
Inaugura mercoledì 26 settembre la mostra L’Aquila prima e dopo. Fotografie di Gianni Berengo Gardinpresso il Museo di Roma in Trastevere.
Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, in collaborazione con Contrasto e One Group, la mostra è a cura di Alessandra Mauro e Suleima Autore. È proposta nell’ambito del festival FotoLeggendo, organizzato e prodotto da Officine Fotografiche, con la direzione artistica di Tiziana Faraoni. FotoLeggendo è promossa dalla Provincia di Roma e dal Municipio Roma XI, Assessorato alle Politiche Culturali e della Memoria. L’esposizione, che resterà aperta al pubblico fino all’11 novembre 2012, si svolge con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune dell’Aquila e della Provincia dell’Aquila.
La città dell’Aquila prima e dopo il terremoto, in un percorso espositivo che presenta la toccante testimonianza di un grande maestro della fotografia a tre anni dalla tragedia del 6 aprile 2009.
ll rapporto tra Gianni Berengo Gardin e L’Aquila risale a 16 anni fa, quando il fotografo aveva immortalato il calore della gente e la straordinaria architettura della città. Dopo anni di lavoro sul posto, il fotografo è tornato per testimoniare con le proprie fotografie lo stato in cui è ridotta, dopo il terremoto, una città bloccata e ferita, con un centro storico trafitto da impalcature, nascosto da teli e travi, strade una volta brulicanti di suoni e di vita, ora deserte.
Oltre alla documentazione delle condizioni in cui L’Aquila versa dopo il sisma, con le sue immagini Berengo Gardin compie un raffronto diretto, duro e inevitabile, tra il prima e il dopo. Un atto doloroso, ma dovuto, nei confronti di chi quotidianamente vive esiliato dalla propria vita, in un tessuto urbano che non lo rappresenta più.
Con il suo speciale e classico stile, in linea con la grande tradizione della fotografia impegnata, Berengo Gardin traccia un ritratto sentito, vibrante e come sempre attento, alla realtà sociale di una città ferita che è diventata il simbolo del nostro paese.
“La cosa più impressionante”, racconta il fotografo è “il silenzio che c’è per le strade. Non passa nessuno; non c’è nessuno. Non ci sono i bambini che giocano, le donne che fanno la spesa, la gente che va in ufficio. C’erano solo quattro cani abbandonati che giravano. E io, che sono abbastanza vecchio, ricordo a Roma com’era San Lorenzo dopo il bombardamento degli americani. Avevo 14 anni ed era la stessa cosa. I cani randagi che giravano abbandonati per la città, le case puntellate e questo silenzio di morte”.
Accompagna la mostra un volume pubblicato da Contrasto e One Group.
Gianni Berengo Gardin nasce a Santa Margherita Ligure nel 1930. Nel 1963 vince il World Press Photo. Dopo essersi trasferito a Milano si dedica principalmente alla fotogra?a di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale. Nel 1979 inizia la collaborazione con Renzo Piano, per il quale documenta le fasi di realizzazione dei progetti architettonici. Nel 1995 vince il Leica Oskar Barnack Award. È molto impegnato nella pubblicazione di libri (oltre 200) e nel settore delle mostre (oltre 200 individuali).
Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, in collaborazione con Contrasto e One Group, la mostra è a cura di Alessandra Mauro e Suleima Autore. È proposta nell’ambito del festival FotoLeggendo, organizzato e prodotto da Officine Fotografiche, con la direzione artistica di Tiziana Faraoni. FotoLeggendo è promossa dalla Provincia di Roma e dal Municipio Roma XI, Assessorato alle Politiche Culturali e della Memoria. L’esposizione, che resterà aperta al pubblico fino all’11 novembre 2012, si svolge con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune dell’Aquila e della Provincia dell’Aquila.
La città dell’Aquila prima e dopo il terremoto, in un percorso espositivo che presenta la toccante testimonianza di un grande maestro della fotografia a tre anni dalla tragedia del 6 aprile 2009.
ll rapporto tra Gianni Berengo Gardin e L’Aquila risale a 16 anni fa, quando il fotografo aveva immortalato il calore della gente e la straordinaria architettura della città. Dopo anni di lavoro sul posto, il fotografo è tornato per testimoniare con le proprie fotografie lo stato in cui è ridotta, dopo il terremoto, una città bloccata e ferita, con un centro storico trafitto da impalcature, nascosto da teli e travi, strade una volta brulicanti di suoni e di vita, ora deserte.
Oltre alla documentazione delle condizioni in cui L’Aquila versa dopo il sisma, con le sue immagini Berengo Gardin compie un raffronto diretto, duro e inevitabile, tra il prima e il dopo. Un atto doloroso, ma dovuto, nei confronti di chi quotidianamente vive esiliato dalla propria vita, in un tessuto urbano che non lo rappresenta più.
Con il suo speciale e classico stile, in linea con la grande tradizione della fotografia impegnata, Berengo Gardin traccia un ritratto sentito, vibrante e come sempre attento, alla realtà sociale di una città ferita che è diventata il simbolo del nostro paese.
“La cosa più impressionante”, racconta il fotografo è “il silenzio che c’è per le strade. Non passa nessuno; non c’è nessuno. Non ci sono i bambini che giocano, le donne che fanno la spesa, la gente che va in ufficio. C’erano solo quattro cani abbandonati che giravano. E io, che sono abbastanza vecchio, ricordo a Roma com’era San Lorenzo dopo il bombardamento degli americani. Avevo 14 anni ed era la stessa cosa. I cani randagi che giravano abbandonati per la città, le case puntellate e questo silenzio di morte”.
Accompagna la mostra un volume pubblicato da Contrasto e One Group.
Gianni Berengo Gardin nasce a Santa Margherita Ligure nel 1930. Nel 1963 vince il World Press Photo. Dopo essersi trasferito a Milano si dedica principalmente alla fotogra?a di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale. Nel 1979 inizia la collaborazione con Renzo Piano, per il quale documenta le fasi di realizzazione dei progetti architettonici. Nel 1995 vince il Leica Oskar Barnack Award. È molto impegnato nella pubblicazione di libri (oltre 200) e nel settore delle mostre (oltre 200 individuali).
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