Kcho. Via Crucis
Dal 04 Maggio 2014 al 04 Giugno 2014
Roma
Luogo: Palazzo della Cancelleria
Indirizzo: piazza della Cancelleria
Orari: dal lunedì alla domenica 9-13 / 14-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0444 561563 / 347 4623195
E-Mail info: bettiniecogallery@legalmail.it
Sito ufficiale: http://www.bettinigallery.it
Dal 4 maggio al 4 giugno 2014 a Roma, presso il Palazzo della Cancelleria, appartenente alla Santa Sede, si terrà la mostra dell’artista cubano Alexis Leiva Machado, meglio conosciuto come Kcho. La mostra è promossa dalla Bettini & Co Gallery, con il patrocinio dell'Ambasciata di Cuba presso la Santa Sede e del Pontificio Consiglio della cultura dello Stato del Vaticano e con il sostegno di Veneto Banca e di Blupanorama Airlines. La mostra è curata da Eriberto Bettini.
Intitolata “Kcho. Via Crucis”, la rassegna presenta circa venticinque opere dell’artista cubano, che raccontano l’odissea di tutti coloro che scelgono la via del mare inseguendo il sogno di un’esistenza migliore. Quello dei migranti è infatti un tema ricorrente in Kcho: dopo averlo legato alla realtà della sua isola, egli ha trovato un singolare parallelo nelle drammatiche storie di tutti coloro che dall’Africa del nord approdano ogni giorno a Lampedusa. Tale situazione è diventata così il tema delle opere che l’artista ha presentato nel 2011 a Venezia in occasione della Biennale d’Arte. Essendo il cammino di questa gente costellato di tormenti, di umiliazioni e di privazioni condotte talora fino all’estremo limite dell’umana sopportazione, il parallelo con l’idea della via Crucis è venuto naturale all’artista.
I lavori di Kcho in mostra a Roma sono stati concepiti appositamente per l’occasione ed esibiscono talora l’idea concreta della croce attraverso l’incontro perpendicolare dei remi: lo possiamo constatare in un recentissimo Senza titolo. Il concetto è ripreso dall’individuo che col suo carico di tormenti in spalla attraversa la spiaggia popolata di barche conficcate nella sabbia come tanti dolmen: questa tela tristemente intinta nel blu si chiama non a caso Via Crucis 2013. E lo stesso segnale compare talora sulla barca alla stregua di un vessillo o come l’indicazione di una rotta da tentare: lo si scopre tra i naufraghi di Via Crucis a Lampedusa e in altre due opere che non sono indicate da un titolo. Comunque la croce, anche quando non si manifesta, alberga comunque nel cuore di tutti coloro che affrontano un simile calvario: è nel vortice di Paso de los Vientos del 2012 ed è nel tondo di barche che evocano un mondo di catastrofi ne Los Caminos de la Memoria del 2013.
Nato a Nueva Gerona, Isla de la Juventud (Cuba) nel 1970, Alexis Leiva Machado frequenta dal 1983 al 1986 la Scuola Elementare di Arte di Nueva Gerona e dal 1986 al 1990 l’Istituto Nazionale d’Arte di l’Avana.
Dopo che gli uragani Gustav e Ike nel 2008 si abbatterono sull’Isola della Juventud, l’artista ha fondato la Brigata Martha Machado, patrocinata dal Governo. La Brigata, intitolata in onore della madre, prosegue l’opera di soccorso e i programmi di arricchimento culturale. L’artista vive e lavora a L’Avana, Cuba.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo a cura di Luciano Caprile.
Intitolata “Kcho. Via Crucis”, la rassegna presenta circa venticinque opere dell’artista cubano, che raccontano l’odissea di tutti coloro che scelgono la via del mare inseguendo il sogno di un’esistenza migliore. Quello dei migranti è infatti un tema ricorrente in Kcho: dopo averlo legato alla realtà della sua isola, egli ha trovato un singolare parallelo nelle drammatiche storie di tutti coloro che dall’Africa del nord approdano ogni giorno a Lampedusa. Tale situazione è diventata così il tema delle opere che l’artista ha presentato nel 2011 a Venezia in occasione della Biennale d’Arte. Essendo il cammino di questa gente costellato di tormenti, di umiliazioni e di privazioni condotte talora fino all’estremo limite dell’umana sopportazione, il parallelo con l’idea della via Crucis è venuto naturale all’artista.
I lavori di Kcho in mostra a Roma sono stati concepiti appositamente per l’occasione ed esibiscono talora l’idea concreta della croce attraverso l’incontro perpendicolare dei remi: lo possiamo constatare in un recentissimo Senza titolo. Il concetto è ripreso dall’individuo che col suo carico di tormenti in spalla attraversa la spiaggia popolata di barche conficcate nella sabbia come tanti dolmen: questa tela tristemente intinta nel blu si chiama non a caso Via Crucis 2013. E lo stesso segnale compare talora sulla barca alla stregua di un vessillo o come l’indicazione di una rotta da tentare: lo si scopre tra i naufraghi di Via Crucis a Lampedusa e in altre due opere che non sono indicate da un titolo. Comunque la croce, anche quando non si manifesta, alberga comunque nel cuore di tutti coloro che affrontano un simile calvario: è nel vortice di Paso de los Vientos del 2012 ed è nel tondo di barche che evocano un mondo di catastrofi ne Los Caminos de la Memoria del 2013.
Nato a Nueva Gerona, Isla de la Juventud (Cuba) nel 1970, Alexis Leiva Machado frequenta dal 1983 al 1986 la Scuola Elementare di Arte di Nueva Gerona e dal 1986 al 1990 l’Istituto Nazionale d’Arte di l’Avana.
Dopo che gli uragani Gustav e Ike nel 2008 si abbatterono sull’Isola della Juventud, l’artista ha fondato la Brigata Martha Machado, patrocinata dal Governo. La Brigata, intitolata in onore della madre, prosegue l’opera di soccorso e i programmi di arricchimento culturale. L’artista vive e lavora a L’Avana, Cuba.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo a cura di Luciano Caprile.
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