Immaginare Roma. Le prospettive impossibili di Francesco Corni

Immaginare Roma. Le prospettive impossibili di Francesco Corni, Terme di Caracalla
Dal 03 Maggio 2025 al 19 Ottobre 2025
Roma
Luogo: Terme di Caracalla
Indirizzo: Via delle Terme di Caracalla
Curatori: Elisabetta Corni e Mirella Serlorenzi
Enti promotori:
- Soprintendenza Speciale di Roma
Un sorprendente racconto per immagini della Roma antica, con i monumenti, le strade, gli edifici più rappresentativi: è Immaginare Roma. Le prospettive impossibili di Francesco Corni che presenta per la prima volta nella Capitale le tavole dell’archeologo disegnatore di Modena.
La mostra, organizzata dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, e dalla Fondazione Francesco Corni, trova il suo ambiente ideale nelle monumentali Terme di Caracalla dove, dal 3 maggio al 19 ottobre 2025, verranno esposti 60 disegni di cui più della metà inediti.
«Le curatrici, Elisabetta Corni e Mirella Serlorenzi - spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – hanno sapientemente messo in mostra l’eccezionalità della figura di Corni come divulgatore che nasce da un favoloso talento grafico unito alla preparazione da archeologo e alla attività di disegnatore rilevatore negli scavi in varie località italiane ed estere. Basi solidissime che gli hanno permesso di realizzare tavole che restituiscono non solo la ricostruzione di iconici edifici, ma mirabolanti spaccati che rivelano gli interni e spiegano le tecniche costruttive antiche».
La mostra sarà anche l’occasione per gli archeologi Andrea Carandini e Paolo Carafa di presentare il 2 maggio il volume inedito di Corni Roma, i luoghi del potere (Ink Line Edizioni), con gli interventi di Mirella Serlorenzi responsabile delle Terme di Caracalla, Maria Cristina Ronc direttrice del Museo Archeologico di Aosta, ed Elisabetta Corni.
«Dopo le iniziative sull’arte contemporanea - spiega Mirella Serlorenzi – presentiamo una mostra dedicata all’archeologia che trova una felice connessione con l’impianto termale antoniniano. Corni è stato un grande illustratore e ha dedicato il suo lavoro conclusivo a immaginare il volto di Roma imperiale: tra gli ultimi disegni spiccano le Terme di Caracalla di cui l'artista è riuscito a realizzare lo stato di fatto, ma purtroppo non la tavola ricostruttiva a causa della sua scomparsa. Il visitatore sarà protagonista di questo sogno, immergendosi negli antichi monumenti».
Secondo Elisabetta Corni «Il talento più grande di questo artista è la sua capacità di visione spaziale tridimensionale; la sua missione, quella di spiegare la realtà. Anche oggi, nell’era del digitale, il disegno fatto a mano ha un potere comunicativo molto forte e il disegno di Corni è una sintesi dinamica di molti elementi che dà vita a scorci e prospettive che non sarebbe possibile vedere in altro modo».
Da qui il titolo della mostra Immaginare Roma. Le prospettive impossibili di Francesco Corni, allestita nei due ambienti coperti delle Terme di Caracalla. Nel primo le tavole restituiscono una passeggiata tra passato e presente nella città antica dal Campidoglio e al Foro Boario partendo dai resti visibili nella Roma di oggi; il secondo ambiente è dedicato a temi come l’acqua, le terme, i giochi, i grandi cantieri e i metodi di costruzione in epoca romana, mentre al centro della stanza troviamo 16 tavole selezionate per il loro valore artistico o per il significato che avevano per l’autore, come la Basilica Vaticana e la sua evoluzione nel tempo.
Francesco Corni a 15 anni arriva a Roma da Torino in bicicletta: una settimana di viaggio. Prima tappa la Basilica di San Pietro in Vaticano: l’impressione sul ragazzo è enorme. Non a caso a concludere la mostra a lui dedicata alle Terme di Caracalla è proprio la sequenza delle varie fasi del Vaticano, dal Circo di Caligola al colonnato di Bernini con tutte le evoluzioni della chiesa. È una sintesi dell’arte del disegnatore archeologo di Modena, che con il suo lavoro rivendica una autonomia artistica e intellettuale al disegno e alla rappresentazione architettonica, come se l’oramai riconosciuta forza estetica delle sue opere fosse il mezzo per trasmettere valori e contenuti culturali in quella che si può definire alta divulgazione scientifica. Le varie sezioni di Immaginare Roma. Le prospettive impossibili di Francesco Corni presentano l’ultimo progetto dell’artista dedicato alla Capitale, esplorando anche le varie sfaccettature della sua arte e della sua personalità.
LA PRIMA SALA
Oltre a una biografia dell’artista, nella prima sala le tavole offrono una passeggiata Dal Campidoglio al Foro Boario, che restituisce con grande efficacia i principali monumenti del Foro Olitorio e del Portico di Ottavia, oppure i Templi di Portuno ed Ercole. La nitidezza del tratto, l’equilibrio delle linee, la forza d’impianto delle immagini, che rimandano a certe stampe di Piranesi, fanno emergere la capacità di Corni di far dialogare il passato con il presente, che ritroveremo in altre parti della mostra. Esemplare in questo senso la tavola verticale, una vera prospettiva impossibile, che restituisce lo spaccato degli attuali edifici del ghetto di Roma con all’interno le colonne del Portico di Ottavia. Il dialogo tra passato e presente, per far conoscere alle persone la storia dei luoghi e dei propri luoghi, trova come guida grafica anche la mappa di questa grande area archeologica con tutti i suoi monumenti realizzata dal Sitar (Sistema informativo territoriale archeologico della Soprintendenza Speciale di Roma). Al centro della sala, conclude la prima parte della mostra una sezione di sei disegni dedicata all’antico Foro Romano, il luogo dove Roma divenne una città.
LA SECONDA SALA
Divisa in varie sezioni la seconda sala presenta una serie di opere articolate su nuclei tematici: la scienza ingegneristica romana con i suoi grandi cantieri come il Colosseo in costruzione, i giochi con le naumachie e la ricostruzione del Circo di Domiziano, l’attuale Piazza Navona. Di particolare interesse le tavole dedicate alle Terme, due a quelle di Diocleziano, sorvolate vedendole oggi e nel tempo del loro massimo splendore, e quelle di Caracalla, tra gli ultimi disegni realizzati da Corni prima della sua scomparsa. La seconda sala inoltre ospita opere selezionate per il loro valore estetico: la bellezza di queste tavole nasce soprattutto dalla scelta di proporre monumenti visti da punti di vista non consueti e in certi casi anche qui da prospettive impossibili, il Pantheon, il Foro Romano e di Augusto, le Basiliche di Massenzio e Ulpia, i Mercati Traianei. A concludere la mostra sono le varie fasi del colle vaticano: il brillate dinamismo temporale che le sei tavole offrono rischia di far passare in secondo piano la loro forza. Sono immagini che dispiegano come un saggio storico e, forse, con maggiore immediatezza, la complessissima evoluzione di questa area dal I secolo dopo Cristo, quando era parte degli Horti di Agrippina, passando per la basilica costantiniana, quasi una fortezza costruita per difendere e conservare le spoglie di San Pietro, fino all’apoteosi barocca, con il colonnato di Bernini che si apre e abbraccia la città eterna.
Francesco Corni è un disegnatore che ha dedicato la sua vita alla divulgazione di storia e architettura. Nato a Modena nel 1952, è cresciuto a Torino e si è formato ad Aosta e in Svizzera come rilevatore negli scavi archeologici. Dal 1986 ha collaborato con le riviste Bell’Italia e Bell’Europa nella valorizzazione dei beni del territorio, italiano ed europeo. Il disegno è il suo linguaggio preferito fin da bambino, affascinato dalle antiche incisioni di Gustave Doré e di Piranesi. Negli scavi archeologici scopre la sua vocazione: usare il disegno per rappresentare le ipotesi degli archeologi in modo che tutti possano capirle, anche i non esperti, dando una visione tridimensionale del bene o della città prima dell’avvento del computer, un lavoro che lo avvicina ai maestri che lo hanno preceduto Alfredo d’Andrade ed Eugene Violletle-Duc. La sua dote principale, alimentata da anni di studio e di pratica, è la visione prospettica tridimensionale. Francesco studia l’edificio, sceglie il punto di vista migliore per evidenziarne le caratteristiche, poi lo seziona, lo spacca o lo fa volare, cercando di riportare su carta più informazioni possibili. Il minuzioso tratto a china, che si srotola dalla penna Rapidograph di diametro 0.1 e 0.2, la cura per il dettaglio, sono il suo richiamo per chi osserva: qui c’è qualcosa che merita attenzione.
La mostra, organizzata dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, e dalla Fondazione Francesco Corni, trova il suo ambiente ideale nelle monumentali Terme di Caracalla dove, dal 3 maggio al 19 ottobre 2025, verranno esposti 60 disegni di cui più della metà inediti.
«Le curatrici, Elisabetta Corni e Mirella Serlorenzi - spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – hanno sapientemente messo in mostra l’eccezionalità della figura di Corni come divulgatore che nasce da un favoloso talento grafico unito alla preparazione da archeologo e alla attività di disegnatore rilevatore negli scavi in varie località italiane ed estere. Basi solidissime che gli hanno permesso di realizzare tavole che restituiscono non solo la ricostruzione di iconici edifici, ma mirabolanti spaccati che rivelano gli interni e spiegano le tecniche costruttive antiche».
La mostra sarà anche l’occasione per gli archeologi Andrea Carandini e Paolo Carafa di presentare il 2 maggio il volume inedito di Corni Roma, i luoghi del potere (Ink Line Edizioni), con gli interventi di Mirella Serlorenzi responsabile delle Terme di Caracalla, Maria Cristina Ronc direttrice del Museo Archeologico di Aosta, ed Elisabetta Corni.
«Dopo le iniziative sull’arte contemporanea - spiega Mirella Serlorenzi – presentiamo una mostra dedicata all’archeologia che trova una felice connessione con l’impianto termale antoniniano. Corni è stato un grande illustratore e ha dedicato il suo lavoro conclusivo a immaginare il volto di Roma imperiale: tra gli ultimi disegni spiccano le Terme di Caracalla di cui l'artista è riuscito a realizzare lo stato di fatto, ma purtroppo non la tavola ricostruttiva a causa della sua scomparsa. Il visitatore sarà protagonista di questo sogno, immergendosi negli antichi monumenti».
Secondo Elisabetta Corni «Il talento più grande di questo artista è la sua capacità di visione spaziale tridimensionale; la sua missione, quella di spiegare la realtà. Anche oggi, nell’era del digitale, il disegno fatto a mano ha un potere comunicativo molto forte e il disegno di Corni è una sintesi dinamica di molti elementi che dà vita a scorci e prospettive che non sarebbe possibile vedere in altro modo».
Da qui il titolo della mostra Immaginare Roma. Le prospettive impossibili di Francesco Corni, allestita nei due ambienti coperti delle Terme di Caracalla. Nel primo le tavole restituiscono una passeggiata tra passato e presente nella città antica dal Campidoglio e al Foro Boario partendo dai resti visibili nella Roma di oggi; il secondo ambiente è dedicato a temi come l’acqua, le terme, i giochi, i grandi cantieri e i metodi di costruzione in epoca romana, mentre al centro della stanza troviamo 16 tavole selezionate per il loro valore artistico o per il significato che avevano per l’autore, come la Basilica Vaticana e la sua evoluzione nel tempo.
Francesco Corni a 15 anni arriva a Roma da Torino in bicicletta: una settimana di viaggio. Prima tappa la Basilica di San Pietro in Vaticano: l’impressione sul ragazzo è enorme. Non a caso a concludere la mostra a lui dedicata alle Terme di Caracalla è proprio la sequenza delle varie fasi del Vaticano, dal Circo di Caligola al colonnato di Bernini con tutte le evoluzioni della chiesa. È una sintesi dell’arte del disegnatore archeologo di Modena, che con il suo lavoro rivendica una autonomia artistica e intellettuale al disegno e alla rappresentazione architettonica, come se l’oramai riconosciuta forza estetica delle sue opere fosse il mezzo per trasmettere valori e contenuti culturali in quella che si può definire alta divulgazione scientifica. Le varie sezioni di Immaginare Roma. Le prospettive impossibili di Francesco Corni presentano l’ultimo progetto dell’artista dedicato alla Capitale, esplorando anche le varie sfaccettature della sua arte e della sua personalità.
LA PRIMA SALA
Oltre a una biografia dell’artista, nella prima sala le tavole offrono una passeggiata Dal Campidoglio al Foro Boario, che restituisce con grande efficacia i principali monumenti del Foro Olitorio e del Portico di Ottavia, oppure i Templi di Portuno ed Ercole. La nitidezza del tratto, l’equilibrio delle linee, la forza d’impianto delle immagini, che rimandano a certe stampe di Piranesi, fanno emergere la capacità di Corni di far dialogare il passato con il presente, che ritroveremo in altre parti della mostra. Esemplare in questo senso la tavola verticale, una vera prospettiva impossibile, che restituisce lo spaccato degli attuali edifici del ghetto di Roma con all’interno le colonne del Portico di Ottavia. Il dialogo tra passato e presente, per far conoscere alle persone la storia dei luoghi e dei propri luoghi, trova come guida grafica anche la mappa di questa grande area archeologica con tutti i suoi monumenti realizzata dal Sitar (Sistema informativo territoriale archeologico della Soprintendenza Speciale di Roma). Al centro della sala, conclude la prima parte della mostra una sezione di sei disegni dedicata all’antico Foro Romano, il luogo dove Roma divenne una città.
LA SECONDA SALA
Divisa in varie sezioni la seconda sala presenta una serie di opere articolate su nuclei tematici: la scienza ingegneristica romana con i suoi grandi cantieri come il Colosseo in costruzione, i giochi con le naumachie e la ricostruzione del Circo di Domiziano, l’attuale Piazza Navona. Di particolare interesse le tavole dedicate alle Terme, due a quelle di Diocleziano, sorvolate vedendole oggi e nel tempo del loro massimo splendore, e quelle di Caracalla, tra gli ultimi disegni realizzati da Corni prima della sua scomparsa. La seconda sala inoltre ospita opere selezionate per il loro valore estetico: la bellezza di queste tavole nasce soprattutto dalla scelta di proporre monumenti visti da punti di vista non consueti e in certi casi anche qui da prospettive impossibili, il Pantheon, il Foro Romano e di Augusto, le Basiliche di Massenzio e Ulpia, i Mercati Traianei. A concludere la mostra sono le varie fasi del colle vaticano: il brillate dinamismo temporale che le sei tavole offrono rischia di far passare in secondo piano la loro forza. Sono immagini che dispiegano come un saggio storico e, forse, con maggiore immediatezza, la complessissima evoluzione di questa area dal I secolo dopo Cristo, quando era parte degli Horti di Agrippina, passando per la basilica costantiniana, quasi una fortezza costruita per difendere e conservare le spoglie di San Pietro, fino all’apoteosi barocca, con il colonnato di Bernini che si apre e abbraccia la città eterna.
Francesco Corni è un disegnatore che ha dedicato la sua vita alla divulgazione di storia e architettura. Nato a Modena nel 1952, è cresciuto a Torino e si è formato ad Aosta e in Svizzera come rilevatore negli scavi archeologici. Dal 1986 ha collaborato con le riviste Bell’Italia e Bell’Europa nella valorizzazione dei beni del territorio, italiano ed europeo. Il disegno è il suo linguaggio preferito fin da bambino, affascinato dalle antiche incisioni di Gustave Doré e di Piranesi. Negli scavi archeologici scopre la sua vocazione: usare il disegno per rappresentare le ipotesi degli archeologi in modo che tutti possano capirle, anche i non esperti, dando una visione tridimensionale del bene o della città prima dell’avvento del computer, un lavoro che lo avvicina ai maestri che lo hanno preceduto Alfredo d’Andrade ed Eugene Violletle-Duc. La sua dote principale, alimentata da anni di studio e di pratica, è la visione prospettica tridimensionale. Francesco studia l’edificio, sceglie il punto di vista migliore per evidenziarne le caratteristiche, poi lo seziona, lo spacca o lo fa volare, cercando di riportare su carta più informazioni possibili. Il minuzioso tratto a china, che si srotola dalla penna Rapidograph di diametro 0.1 e 0.2, la cura per il dettaglio, sono il suo richiamo per chi osserva: qui c’è qualcosa che merita attenzione.
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