L’esito delle recenti indagini in un articolo scientifico sull’E-journal degli scavi di Pompei

Anfore, un amuleto, un letto. Dalla Casa di Elle e Frisso, a Pompei, gli ultimi istanti di un tentativo di salvezza

Casa di Elle e Frisso, Pompei | Courtesy Parco archeologico di Pompei
 

Samantha De Martin

30/04/2025

Napoli - Il letto messo di traverso a sbarrare la porta della camera da letto, come ultima, disperata mossa per scongiurare l’invasione di lapilli che andavano via via accumulandosi su un gigantesco cono nell’atrio, sotto il compluvium.
E poi i resti di almeno quattro individui, tra i quali un bambino, la bulla in bronzo, un amuleto che veniva fatto indossare ai figli maschi fino al raggiungimento dell’età adulta, e ancora un deposito di anfore, stipato in un sottoscala con funzione di dispensa, un vaso a paniere, una coppa a forma di conchiglia.
A restituirci gli ultimi momenti (e gli oggetti) di una famiglia qualunque di Pompei, in quel drammatico 24 agosto del 79 d.C. è il recente scavo presso la casa di Elle e Frisso, lungo via del Vesuvio, che ci racconta la cronaca di un ultimo tentativo degli abitanti di salvarsi dalla furia del Vesuvio.
Gli approfondimenti scientifici su questo recente scavo sono stati pubblicati oggi sull’E-Journal degli scavi di Pompei.


Casa di Elle e Frisso, Pompei | Courtesy Parco archeologico di Pompei

La casa deve il suo nome al quadro mitologico rinvenuto nel pannello centrale di una parete del triclinio, che ritrae Frisso in sella al Crisomallo e la sorella Elle poco prima dell’annegamento. Il mito vuole che i due siano scampati alla persecuzione di Ino volando in groppa ad un montone dal vello d’oro. Durante il tragitto, Elle sarebbe caduta nel mare che avrebbe preso da lei il nome di Ellesponto. Nell’affresco è raffigurato il tragico momento della morte della fanciulla mentre tende la mano al fratello in cerca di aiuto, esempio di un immaginario diffuso di tragedie di uomini e donne, ragazze e ragazzi, vittime di cataclismi vari.
La loro funzione nelle case dei ceti medio e alto doveva essere principalmente l’intrattenimento, l’esibizione dello status economico e culturale, la “bellezza”, che traspare anche in questa domus di medie dimensioni ubicata nei pressi della Casa di Leda e il cigno.
Oltre all’ingresso, lo scavo ha riportato alla luce l’atrio con impluvium (vasca di raccolta delle acque), una camera da letto (cubiculum), una sala da banchetto (triclinium) con pareti riccamente decorate, un vano con una tettoia e un’apertura al centro per il passaggio dell’acqua piovana, ambiente che potrebbe aver determinato l’ingresso dei lapilli che cascavano a pioggia all’interno durante le prime fasi dell’eruzione. Proprio del letto è stato possibile riprodurre il calco, dopo aver individuato nella cenere solidificatasi dei vuoti, formatisi a seguito della decomposizione organica del legno. All’interno è stato versato il gesso utile a ricostruire la forma del letto conservato come impronta nella cenere.


Casa di Elle e Frisso, Pompei | Courtesy Parco archeologico di Pompei

“Scavare a Pompei e visitarla - commenta il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - vuol dire confrontarsi con la bellezza dell’arte, ma anche con la precarietà della vita di tutti noi. In questa piccola casa meravigliosamente decorata abbiamo trovato le tracce degli abitanti che hanno cercato di salvarsi, bloccando l’ingresso di un piccolo ambiente con un letto di cui abbiamo realizzato il calco. Questo perché dall’apertura del tetto dell’atrio entravano i lapilli, le pietre vulcaniche che rischiavano di invadere lo spazio. Non ce l’hanno fatta, alla fine è arrivata la corrente piroclastica, un violento flusso di cenere caldissima che ha riempito qui, come altrove, ogni ambiente, le scosse sismiche avevano già prima fatto crollare molti edifici. Un inferno che colpì questa città il 24 agosto 79 d.C., di cui ancora oggi troviamo le tracce”.

Come la Casa di Leda e il cigno, anche la dimora di Elle e Frisso è stata oggetto di interventi di scavo conseguente ai lavori di consolidamento e tutela dei fronti perimetrali tra l’area scavata e non, e di miglioramento dell’assetto idrogeologico. Gli Interventi di restauro e di valorizzazione ne consentiranno presto la fruizione al pubblico.


Casa di Elle e Frisso, Pompei | Courtesy Parco archeologico di Pompei