Hidden Beauty
Dal 24 Marzo 2018 al 19 Maggio 2018
Roma
Luogo: z2o Sara Zanin Gallery
Indirizzo: via della Vetrina 21
Orari: da martedì a sabato 13-19 o su appuntamento
Curatori: Marina Dacci, Krištof Kintera
Telefono per informazioni: +39 06 70452261
E-Mail info: info@z2ogalleria.it
Sito ufficiale: http://www.z2ogalleria.it
z2o Sara Zanin Gallery è lieta di presentare Hidden Beauty, mostra collettiva a cura di Marina Dacci e Krištof Kintera con lavori di Anna Hulačová, Krištof Kintera, Pavla Sceranková e Richard Wiesner.
Per la prima volta un progetto esce dagli spazi della galleria disseminando alcune opere in luoghi desueti. Kintera, artista e co-curatore del progetto, inserisce frequentemente i suoi lavori in spazi non istituzionali.
L’idea è offrire allo spettatore, con lievità e ironia, un percorso in luoghi praticati con altre finalità, per allenare l’occhio a cercare quella bellezza per così dire “a portata di mano”. Perché alla fine è sempre una questione di attitudine dello sguardo.
Camminiamo ogni giorno dando per scontato ciò che popola il nostro mondo domestico che crediamo di conoscere e di controllare mettendo ogni cosa al suo posto. Gli oggetti, le immagini non ci sorprendono più, o lo fanno raramente, perché assorbite e collocate nelle nostre ordinarie rassicuranti mappe cognitive.
Qualche volta accade però che ci domandiamo se la bellezza, nel nostro quotidiano, è un bene necessario e di quale tipo di bellezza abbiamo bisogno. Dove e come cercarla.
Quattro artisti di Praga, con indagini e esiti formali diversi, lo raccontano in questa mostra con le loro opere che parlano di posture di ricerca, ma soprattutto di che cosa la Bellezza rappresenti per loro.
La mostra è un piccolo teatro di sguardi e artefatti diversi, in parte complementari, che hanno però un denominatore comune: la tensione, il bisogno di riscoprire e inventare ogni giorno una qualche nuova forma di Bellezza, per sentirsi “al mondo” e conviverci in modi anche inaspettati.
Non ci interessa dare una etichetta a “che cosa è Bellezza”– sono stati scritti fiumi di parole sull’argomento – ma come poter usare occhi nuovi per scoprire quella bellezza nascosta che spesso non vediamo o non consideriamo come parte fondante della nostra esistenza.
Si tratta di una bellezza, a volte con la “b” maiuscola ma il più delle volte minuscola, rintracciabile in trascurabili dettagli e/o in umili situazioni in cui la nostra memoria, l’immaginazione, il sogno, la sperimentazione ci aiutano a restituirle un significato universale, seppur attraverso canoni soggettivi, un significato altamente validante e non stereotipato su ciò che ci fa sentire di poter vivere un’esperienza autentica. Anche per questa ragione parte della mostra, per i lavori di uno degli artisti presenti, si propone come una “caccia al tesoro” in luoghi insospettabili in cui recarsi e nei quali indossare “occhiali nuovi”.
Bellezza dunque può essere una validazione di ciò che chiamiamo esperienza soggettiva vissuta in modo consapevole. Bellezza può essere un incontro fertile, un matrimonio felice tra ciò che è dentro di noi e ciò che ci circonda e ci viene incontro.
Bellezza è la capacità di restituire poesia e liricità a mondi governati da regole tecnologiche e scientifiche; bellezza è rimettere al mondo oggetti comuni e appartenenti a vite ordinarie facendo loro crescere radici e nuovi rami, aprendo una riflessione su spazio e tempo, personale e universale: categorie con cui diamo valore e misura alla nostra esistenza.
La ricerca della Bellezza è – sempre e comunque – ricerca di Verità e, per questo, dà un senso speciale alla nostra vita.
La ricerca di Krištof Kintera (1973) è focalizzata sulle possibili forme di bellezza “sintetica” che nascono da scarti e assemblaggi di oggetti e di produzioni tecnologiche a cui l’artista mira conferire un’aura lirica rispetto alla loro funzione originaria. Nelle sue opere natura naturale (che ormai abbiamo perduto inesorabilmente), cultura e tecnologia dialogano spesso con esiti amari e ironici nel quadro di una profonda interrogazione politica e sociale.
Anna Hulačová (1984), cerca un compromesso fertile e conciliante, anche se sofferto, col mondo naturale e semplice legato alle sue radici culturali. Gli esiti della sua ricerca coniugano passato e presente, inglobando nel suo lavoro elementi iconografici delle antiche tradizioni popolari a materiali sperimentali legati alla tecnologia odierna.
Esperienza individuale del mondo circostante, incubazione della percezione nella memoria, consapevolezza della percezione, sono i temi cari alla ricerca di Pavla Sceranková (1980) in un dialogo costante con la ricerca scientifica che, tuttavia, non sottrae poesia ai suoi lavori, spesso creati e costituiti partendo da oggetti del quotidiano, talvolta proposti in modo interattivo con lo spettatore.
Richard Wiesner (1976) si appropria di oggetti rinvenuti in un appartamento il cui anziano proprietario desidera non siano fatti perire con lui. Ecco allora che li incapsula, li cristallizza e li propone come lenti per uno sguardo sulla memoria di una vita individuale, trasformandoli al contempo in artefatti emblematici che guardano al futuro.
Inaugurazione sabato 24 marzo dalle ore 16 alle ore 20
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