Dawn of a new day
Dal 28 Giugno 2012 al 21 Luglio 2012
Roma
Luogo: Galleria Ca’ d’Oro
Indirizzo: piazza di Spagna 81
Orari: da lunedì a venerdì 10.30-13.30/ 15.30-19
Curatori: Gloria Porcella, Lamberto Petrecca
Telefono per informazioni: +39 06 6796417
E-Mail info: info@ca-doro.com
Sito ufficiale: http://www.ca-doro.com
Colori sgargianti di derivazione pop, forme cellulari e metamorfiche: sono i quadri-scultura tridimensionali di Renzo Nucara, che dal 28 giugno presenta alla Galleria Ca’ d’Oro i suoi Stratofilm, opere alle quali l’artista dedica la sua attenzione dall’inizio degli anni duemila.
Esperto sperimentatore di materiali di diversa natura, Nucara fonde nelle sue opere oggetti e colori in un divertente e ludico gioco in bilico tra naturale e artificiale.
Nasce a Crema nel 1955 e attualmente vive e lavora a Bergamo.
Nel 1993 fonda insieme ad altri cinque artisti il movimento Cracking Art Group. Materia d’elezione è la plastica che meglio rappresenta la dicotomia tra naturale e artificiale e che diventa anche un veicolo d’impegno ecologico e sociale. Tra le principali partecipazioni si annovera quella con il gruppo alla 49^ Biennale di Venezia del 2001, con l’installazione S.O.S World, dove più di un migliaio di tartarughe dorate hanno occupato i giardini intorno agli storici padiglioni. Nel 2009, sempre insieme al gruppo, realizza l’installazione di tartarughe blu in occasione del G8 a Siracusa. Nel 2010 gigantesche chiocciole fucsia, parte del Re-Generation Art Project, sono state installate, in occasione della sua personale, durante l’Art Basel di Miami.
QUAL E’ IL CONFINE TRA NATURALE E ARTIFICIALE?
Nel modo contemporaneo la distinzione tra queste due componenti tende a cadere, tutto diventa costruibile e dunque artificiale. Il limite tra la dimensione del naturale e quella dell’artificiale era posto dalla tradizione dell’Occidente e dalla sapienza filosofica, che poi era anche sapienza religiosa. Il limite era sostanzialmente una forma di ordine, l’ordinamento necessario del mondo a cui l’agire umano doveva adeguarsi. Con la cultura del nostro tempo affiora invece alla luce l’impossibilità di ogni limite di questo genere e quindi l’impossibilità di un senso definitivo divino del mondo. Questa è la tendenza verso la quale l’uomo contemporaneo si muove. L’arte americana degli ultimi 50 anni si evolve nell’ambiente delle grandi città: da allora prevale l’interesse per le tematiche che riguardano l’uomo visto nella prospettiva dell’ambiente urbano, in rapporto con la tecnologia, il consumismo, la quotidianità. Molti pensano che il nostro tempo si identifichi in queste situazioni, mentre il tema del rapporto con la natura, appare a molti meno coinvolgente. Tuttavia una delle realtà che si pongono con drammatica evidenza davanti ai nostri occhi è la degradazione dell’ambiente naturale, di cui diventiamo sempre più coscienti. Renzo Nucara è tra i sei artisti che nel 1993 ha dato inizio al movimento artistico conosciuto sotto il nome di Cracking Art Group. Definita “arte di rottura”, questa corrente prende le mosse dalla volontà di risvegliare le coscienze umane, attraverso l’utilizzo della plastica, evocando un nuovo rapporto tra elementi naturali e artificiali. Il cracking infatti, altro non è che quel processo di trasformazione che permette al petrolio – che è materia naturale – di trasmutarsi in virgin nafta, materia che costituisce la base per prodotti sintetici come la plastica. Questo materiale dunque, diventa per Nucara, la modalità espressiva prediletta per mettere in atto un forte impegno sociale ed ecologico, attraverso gigantesche installazioni che hanno caratterizzato la riconoscibilità del gruppo: “cracking è il divario dell’uomo contemporaneo, dibattuto tra naturalità originaria e un futuro sempre più artificiale.” Riciclare la plastica significa dunque sottrarla alla distruzione tossica e devastante per l’ambiente, farne delle opere d’arte equivale a comunicare attraverso un linguaggio estetico innovativo ed esprimere una particolare sensibilità nei confronti della natura. Installazioni itineranti di animali di diversa grandezza, come chiocciole, tartarughe, pinguini, delfini – solo per citare alcuni esempi – vengono realizzati esaltando la plastica a materiale artistico, invadendo i luoghi più disparati e spazi sempre più grandi, a diretta testimonianza della salvaguardia della natura, inseriti in un contesto contemporaneo. Alla ricerca artistica del gruppo, si affianca quella individuale di Renzo Nucara il quale, da sempre affascinato dalle creazioni materiche, scopre e sperimenta i materiali più disparati come la resina, oggetti di scarto e pigmenti di vario genere. L’artista realizza così nei primi anni duemila, i suoi Stratofilm, opere tridimensionali e in plexiglass, in cui elementi naturali si combinano a oggetti desunti dalla quotidianità, creando figure metamorfiche e cellulari. Concentrando la sua attenzione sulla dicotomia tra naturale e artificiale, i quadri-scultura di Nucara giocano ironicamente con tanti e diversi materiali, che assumono di volta in volta varie forme, dove il colore esplode, rivestendo così un ruolo fondamentale nella lettura complessiva dell’opera. Le sue installazioni sono indirizzate alla creazione di situazioni necessarie per risvegliare e stimolare l’interesse dell’osservatore. Il ruolo di Nucara è proprio quello di sollecitare lo spettatore a non essere il testimone passivo del degrado ambientale e intellettuale. Osservatore attento e sensibile della realtà che ci circonda, l’artista muove la sua guerra contro la decadenza dei valori, l’incuranza dell’uomo verso la natura e l’individualismo più esasperato. Fonte inesauribile delle sue creazioni, è la voglia incontrollabile di vedere oltre la soglia.
Gloria Porcella
LA SCISSIONE A FREDDO DI RENZO NUCARA
Il 23 marzo 1989 due chimici, l’inglese Martin Fleischmann e l’americano Stanley Pons, convocarono una conferenza stampa presso l’Università di Utah (USA) per comunicare al mondo intero di aver fatto una scoperta che avrebbe cambiato il destino dell’umanità affrancandola definitivamente dalla ricerca di fonti energetiche alternative. I due scienziati in quell’occasione sostennero di essere riusciti a ricavare energia attraverso le stesse reazioni che avvengono all’interno del Sole ma senza dover ricorrere alle alte temperature e pressioni colà esistenti: essi, in altre parole, dichiararono di essere riusciti ad ottenere quella che ormai tutti conoscono come “fusione a freddo”. Renzo Nucara libera energia. Le opere di Renzo Nucara sono delle schegge nucleari che non distruggono nulla ma che anzi fondono e uniscono: gli oggetti, i sensi, i materiali. Non sono schegge impazzite. Sono schegge consapevoli. Dalla scissione degli oggetti – bottoni, caramelle, tappi di bottiglia, portachiavi – si passa alla fusione dei materiali – resine, legno, plexiglass – per poi generare una combustione vulcanica sul piano della memoria e delle emozioni. Ma sempre senza urlare. Senza la prosopopea di voler essere per forza avanguardia certificata. Con allegria, con leggerezza, con il sorriso, con umiltà. E sono le stelle di un nuovo Big Bang che si spandono nell’ Universo e tornano allegre, colorate e gentili verso di noi con una carica in più di gioiosa e infantile innocenza. E sono vulcani eleganti che proiettano eruzioni luminose nel profondo dell’animo e ci portano per mano nell’ infinito futuro. Quanto è lontano Burri con le sue combustioni! Quanto sembra “paleolitico” il Futurismo con le sue aggressioni ipervitalistiche! Naturale-Artificiale; Re-generation Art Project, Cracking-Art, Resin-Film, Strato-Film. Queste le parole chiave del percorso artistico di Renzo Nucara sia come fondatore del Cracking Art Group e sia come singolo Artista. Trasformare, Assemblare, Riciclare, Rigenerare. Dare nuova vita. Alla materia e ai significati. Dare nuova vita alla Vita. In questo senso, allora, possiamo parlare di fusione a freddo. Non certo perché la sua opera sia algida, tutt’altro! Ma solo perché non distrugge nulla e non aggredisce nessuno: trasforma, invece, stratifica e rielabora con discrezione tutto ciò che forma il nostro patrimonio di vita, ricordi, oggetti, colori, la natura e la storia personale di ognuno di noi. Senza fanfare. Con educazione. Alla fine di tutto rimane un primate, una scimmia rossa su sfondo giallo in plexiglass che tiene un pennello in mano e completa il suo personale ritratto di Marilyn Monroe. Quasi fossero passati altri millenni e dagli scavi venisse fuori una nuova Pompei: fossili e frammenti amorosi di una vecchia civiltà. La nostra.
Lamberto Petrecca
Esperto sperimentatore di materiali di diversa natura, Nucara fonde nelle sue opere oggetti e colori in un divertente e ludico gioco in bilico tra naturale e artificiale.
Nasce a Crema nel 1955 e attualmente vive e lavora a Bergamo.
Nel 1993 fonda insieme ad altri cinque artisti il movimento Cracking Art Group. Materia d’elezione è la plastica che meglio rappresenta la dicotomia tra naturale e artificiale e che diventa anche un veicolo d’impegno ecologico e sociale. Tra le principali partecipazioni si annovera quella con il gruppo alla 49^ Biennale di Venezia del 2001, con l’installazione S.O.S World, dove più di un migliaio di tartarughe dorate hanno occupato i giardini intorno agli storici padiglioni. Nel 2009, sempre insieme al gruppo, realizza l’installazione di tartarughe blu in occasione del G8 a Siracusa. Nel 2010 gigantesche chiocciole fucsia, parte del Re-Generation Art Project, sono state installate, in occasione della sua personale, durante l’Art Basel di Miami.
QUAL E’ IL CONFINE TRA NATURALE E ARTIFICIALE?
Nel modo contemporaneo la distinzione tra queste due componenti tende a cadere, tutto diventa costruibile e dunque artificiale. Il limite tra la dimensione del naturale e quella dell’artificiale era posto dalla tradizione dell’Occidente e dalla sapienza filosofica, che poi era anche sapienza religiosa. Il limite era sostanzialmente una forma di ordine, l’ordinamento necessario del mondo a cui l’agire umano doveva adeguarsi. Con la cultura del nostro tempo affiora invece alla luce l’impossibilità di ogni limite di questo genere e quindi l’impossibilità di un senso definitivo divino del mondo. Questa è la tendenza verso la quale l’uomo contemporaneo si muove. L’arte americana degli ultimi 50 anni si evolve nell’ambiente delle grandi città: da allora prevale l’interesse per le tematiche che riguardano l’uomo visto nella prospettiva dell’ambiente urbano, in rapporto con la tecnologia, il consumismo, la quotidianità. Molti pensano che il nostro tempo si identifichi in queste situazioni, mentre il tema del rapporto con la natura, appare a molti meno coinvolgente. Tuttavia una delle realtà che si pongono con drammatica evidenza davanti ai nostri occhi è la degradazione dell’ambiente naturale, di cui diventiamo sempre più coscienti. Renzo Nucara è tra i sei artisti che nel 1993 ha dato inizio al movimento artistico conosciuto sotto il nome di Cracking Art Group. Definita “arte di rottura”, questa corrente prende le mosse dalla volontà di risvegliare le coscienze umane, attraverso l’utilizzo della plastica, evocando un nuovo rapporto tra elementi naturali e artificiali. Il cracking infatti, altro non è che quel processo di trasformazione che permette al petrolio – che è materia naturale – di trasmutarsi in virgin nafta, materia che costituisce la base per prodotti sintetici come la plastica. Questo materiale dunque, diventa per Nucara, la modalità espressiva prediletta per mettere in atto un forte impegno sociale ed ecologico, attraverso gigantesche installazioni che hanno caratterizzato la riconoscibilità del gruppo: “cracking è il divario dell’uomo contemporaneo, dibattuto tra naturalità originaria e un futuro sempre più artificiale.” Riciclare la plastica significa dunque sottrarla alla distruzione tossica e devastante per l’ambiente, farne delle opere d’arte equivale a comunicare attraverso un linguaggio estetico innovativo ed esprimere una particolare sensibilità nei confronti della natura. Installazioni itineranti di animali di diversa grandezza, come chiocciole, tartarughe, pinguini, delfini – solo per citare alcuni esempi – vengono realizzati esaltando la plastica a materiale artistico, invadendo i luoghi più disparati e spazi sempre più grandi, a diretta testimonianza della salvaguardia della natura, inseriti in un contesto contemporaneo. Alla ricerca artistica del gruppo, si affianca quella individuale di Renzo Nucara il quale, da sempre affascinato dalle creazioni materiche, scopre e sperimenta i materiali più disparati come la resina, oggetti di scarto e pigmenti di vario genere. L’artista realizza così nei primi anni duemila, i suoi Stratofilm, opere tridimensionali e in plexiglass, in cui elementi naturali si combinano a oggetti desunti dalla quotidianità, creando figure metamorfiche e cellulari. Concentrando la sua attenzione sulla dicotomia tra naturale e artificiale, i quadri-scultura di Nucara giocano ironicamente con tanti e diversi materiali, che assumono di volta in volta varie forme, dove il colore esplode, rivestendo così un ruolo fondamentale nella lettura complessiva dell’opera. Le sue installazioni sono indirizzate alla creazione di situazioni necessarie per risvegliare e stimolare l’interesse dell’osservatore. Il ruolo di Nucara è proprio quello di sollecitare lo spettatore a non essere il testimone passivo del degrado ambientale e intellettuale. Osservatore attento e sensibile della realtà che ci circonda, l’artista muove la sua guerra contro la decadenza dei valori, l’incuranza dell’uomo verso la natura e l’individualismo più esasperato. Fonte inesauribile delle sue creazioni, è la voglia incontrollabile di vedere oltre la soglia.
Gloria Porcella
LA SCISSIONE A FREDDO DI RENZO NUCARA
Il 23 marzo 1989 due chimici, l’inglese Martin Fleischmann e l’americano Stanley Pons, convocarono una conferenza stampa presso l’Università di Utah (USA) per comunicare al mondo intero di aver fatto una scoperta che avrebbe cambiato il destino dell’umanità affrancandola definitivamente dalla ricerca di fonti energetiche alternative. I due scienziati in quell’occasione sostennero di essere riusciti a ricavare energia attraverso le stesse reazioni che avvengono all’interno del Sole ma senza dover ricorrere alle alte temperature e pressioni colà esistenti: essi, in altre parole, dichiararono di essere riusciti ad ottenere quella che ormai tutti conoscono come “fusione a freddo”. Renzo Nucara libera energia. Le opere di Renzo Nucara sono delle schegge nucleari che non distruggono nulla ma che anzi fondono e uniscono: gli oggetti, i sensi, i materiali. Non sono schegge impazzite. Sono schegge consapevoli. Dalla scissione degli oggetti – bottoni, caramelle, tappi di bottiglia, portachiavi – si passa alla fusione dei materiali – resine, legno, plexiglass – per poi generare una combustione vulcanica sul piano della memoria e delle emozioni. Ma sempre senza urlare. Senza la prosopopea di voler essere per forza avanguardia certificata. Con allegria, con leggerezza, con il sorriso, con umiltà. E sono le stelle di un nuovo Big Bang che si spandono nell’ Universo e tornano allegre, colorate e gentili verso di noi con una carica in più di gioiosa e infantile innocenza. E sono vulcani eleganti che proiettano eruzioni luminose nel profondo dell’animo e ci portano per mano nell’ infinito futuro. Quanto è lontano Burri con le sue combustioni! Quanto sembra “paleolitico” il Futurismo con le sue aggressioni ipervitalistiche! Naturale-Artificiale; Re-generation Art Project, Cracking-Art, Resin-Film, Strato-Film. Queste le parole chiave del percorso artistico di Renzo Nucara sia come fondatore del Cracking Art Group e sia come singolo Artista. Trasformare, Assemblare, Riciclare, Rigenerare. Dare nuova vita. Alla materia e ai significati. Dare nuova vita alla Vita. In questo senso, allora, possiamo parlare di fusione a freddo. Non certo perché la sua opera sia algida, tutt’altro! Ma solo perché non distrugge nulla e non aggredisce nessuno: trasforma, invece, stratifica e rielabora con discrezione tutto ciò che forma il nostro patrimonio di vita, ricordi, oggetti, colori, la natura e la storia personale di ognuno di noi. Senza fanfare. Con educazione. Alla fine di tutto rimane un primate, una scimmia rossa su sfondo giallo in plexiglass che tiene un pennello in mano e completa il suo personale ritratto di Marilyn Monroe. Quasi fossero passati altri millenni e dagli scavi venisse fuori una nuova Pompei: fossili e frammenti amorosi di una vecchia civiltà. La nostra.
Lamberto Petrecca
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