Cesare Cattaneo 1912-1943
Dal 05 Ottobre 2012 al 17 Novembre 2012
Roma
Luogo: Accademia Nazionale di San Luca
Indirizzo: piazza Accademia San Luca 77
Orari: da lunedì a venerdì 10-19; sabato 10-14
Curatori: Pierre-Alain Croset
Telefono per informazioni: +39 06 6798848
E-Mail info: segreteria@accademiasanluca.it
Sito ufficiale: http://www.accademiasanluca.it
Ricorre quest’anno il centenario della nascita dell’architetto razionalista comasco Cesare Cattaneo (1912-1943). Scomparso a soli 31 anni, Cattaneo ha lasciato un’impronta non dimenticata, tanto con le poche ma qualificatissime opere realizzate (Asilo Garbagnati ad Asnago, Fontana di Camerlata, Casa d’affitto a Cernobbio, Palazzo dell’Unione Lavoratori dell’Industria a Como), quanto con i numerosi progetti che si distinguono per la singolare sperimentazione plastica e con alcuni acutissimi saggi critici che lo hanno portato a teorizzare l’innovativo concetto di “polidimensionalità”.
Curata da Pierre-Alain Croset, la mostra è concepita attorno alla scelta di oltre 160 fra schizzi e disegni autografi, che evidenziano come si forma il pensiero architettonico di Cesare Cattaneo, un pensiero caratterizzato da una forte tensione ideale. L’atto di disegnare rappresenta una vera e propria scrittura, nel senso della trascrizione grafica di un pensiero: molti schizzi evidenziano l’intensità e la velocità di un’attività progettuale che produce variazioni, ripensamenti, alternative talvolta radicali.
L’analogia tra disegnare e scrivere costituisce una specie di filo rosso della mostra: a livello della scelta dei materiali da esporre, ma anche dei principi dell’allestimento, che propone infatti due diversi livelli
di lettura, secondo una chiara distinzione tra l’esposizione dei materiali originali su tavoli e vetrine e la stampa sulle pareti di scritte, citazioni, fotografie, filmati, ingrandimenti di particolari. I disegni, singoli o montati per serie, sono accompagnati da brevi testi didascalici che aiutano il visitatore a decifrarne il significato specifico. Le stampe sulle pareti formano invece un “racconto visivo” che connette tra di loro disegni e testi teorici, temi formali ricorrenti in più progetti, frammenti di singoli disegni e particolari degli edifici realizzati.
La Mostra è divisa in due sezioni. La prima sezione propone una scelta antologica di schizzi e disegni autografi che illustrano sia gli anni di formazione, sia l’evoluzione dell’opera architettonica di Cesare Cattaneo, svoltasi nell’arco di soli otto anni, dimostrando come in un tempo straordinariamente breve l’architetto fosse riuscito a profondamente rinnovare la propria ricerca. Una ricerca particolarmente intensa e rigorosa, con sorprendenti e veloci cambiamenti nell’uso di un linguaggio astrattista che diventa nel corso degli anni sempre più personale ed originale, solo apparentemente debitore nei riguardi delle ricerche contemporanee di Terragni, Le Corbusier o Richard Neutra.
La seconda sezione analizza in modo approfondito l’opera realizzata più nota di Cattaneo, la Casa d’affitto a Cernobbio (1938-39), con disegni autografi, modelli originali e nuovi, fotografie d’epoca e di documentazione dello stato attuale, insieme con filmati prodotti specificamente per questa mostra. L’intenzione è di approfondire la conoscenza di questa casa straordinaria sia per la qualità della sua espressione plastica che per il modo particolarmente raffinato di inserirsi nel contesto storico, rivelando aspetti poco noti e singolari della complessa e travagliata storia della sua ideazione e del suo cantiere. In particolare è illustrata in dettaglio la prima fase del progetto, ancora poco nota e studiata, ma anche il funzionamento degli spettacolari meccanismi che azionano le finestre e gli scuri scorrevoli, secondo un’idea dinamica dello spazio abitativo.
CESARE CATTANEO (1912-1943)
Figura di spicco della seconda generazione del razionalismo comasco, amico e collaboratore di Giuseppe Terragni e di Pietro Lingeri, Cesare Cattaneo si distingue per la singolare sperimentazione plastica e l’approfondita ricerca teorica che applica con grande coerenza costruttiva e funzionale. Laureatosi in architettura presso il Politecnico di Milano nel 1935, con esperienze già svolte nel settore, Cattaneo intraprende la libera professione e mantiene un continuo contatto con i principali esponenti del movimento razionalista lombardo, nonché con il gruppo degli astrattisti comaschi, in particolare i pittori Manlio Rho e Mario Radice. La sua intensa attività professionale, svoltasi nell’arco di soli otto anni e in un difficile periodo politico-economico, porta alla realizzazione di sorprendenti “episodi espressivi” quali l’asilo Giuseppe Garbagnati ad Asnago (1935-1937) con Luigi Origoni, la fontana di Camerlata (1935-1936) con Mario Radice, la casa a Cernobbio (1938-1939) definita il “capolavoro dell’astrattismo polidimensionale”, e quella sede dell’Unione Lavoratori dell’Industria a Como (con Pietro Lingeri e Luigi Origoni, 1938-1942), che Kenneth Frampton ha definito “la più brillante soluzione dei temi compositivi e tipologici affrontati dai razionalisti di Como, tanto che si può addirittura sostenere che essa rappresenti una delle maggiori fonti di ispirazione della cosiddetta architettura autonoma” prodotta dalla “tendenza italiana”. Numerosi gli elaborati e i progetti in corso di stesura quando la morte lo coglie prematuramente all’età di trentuno anni, il 24 agosto 1943. La sua poetica, limpidamente espressa nel testo Giovanni e Giuseppe. Dialoghi di architettura (Milano 1941), assume un particolare valore teorico con l’innovativo concetto di “polidimensionalità” che lo contraddistingue nel panorama dell’architettura razionalista dell’epoca.
Curata da Pierre-Alain Croset, la mostra è concepita attorno alla scelta di oltre 160 fra schizzi e disegni autografi, che evidenziano come si forma il pensiero architettonico di Cesare Cattaneo, un pensiero caratterizzato da una forte tensione ideale. L’atto di disegnare rappresenta una vera e propria scrittura, nel senso della trascrizione grafica di un pensiero: molti schizzi evidenziano l’intensità e la velocità di un’attività progettuale che produce variazioni, ripensamenti, alternative talvolta radicali.
L’analogia tra disegnare e scrivere costituisce una specie di filo rosso della mostra: a livello della scelta dei materiali da esporre, ma anche dei principi dell’allestimento, che propone infatti due diversi livelli
di lettura, secondo una chiara distinzione tra l’esposizione dei materiali originali su tavoli e vetrine e la stampa sulle pareti di scritte, citazioni, fotografie, filmati, ingrandimenti di particolari. I disegni, singoli o montati per serie, sono accompagnati da brevi testi didascalici che aiutano il visitatore a decifrarne il significato specifico. Le stampe sulle pareti formano invece un “racconto visivo” che connette tra di loro disegni e testi teorici, temi formali ricorrenti in più progetti, frammenti di singoli disegni e particolari degli edifici realizzati.
La Mostra è divisa in due sezioni. La prima sezione propone una scelta antologica di schizzi e disegni autografi che illustrano sia gli anni di formazione, sia l’evoluzione dell’opera architettonica di Cesare Cattaneo, svoltasi nell’arco di soli otto anni, dimostrando come in un tempo straordinariamente breve l’architetto fosse riuscito a profondamente rinnovare la propria ricerca. Una ricerca particolarmente intensa e rigorosa, con sorprendenti e veloci cambiamenti nell’uso di un linguaggio astrattista che diventa nel corso degli anni sempre più personale ed originale, solo apparentemente debitore nei riguardi delle ricerche contemporanee di Terragni, Le Corbusier o Richard Neutra.
La seconda sezione analizza in modo approfondito l’opera realizzata più nota di Cattaneo, la Casa d’affitto a Cernobbio (1938-39), con disegni autografi, modelli originali e nuovi, fotografie d’epoca e di documentazione dello stato attuale, insieme con filmati prodotti specificamente per questa mostra. L’intenzione è di approfondire la conoscenza di questa casa straordinaria sia per la qualità della sua espressione plastica che per il modo particolarmente raffinato di inserirsi nel contesto storico, rivelando aspetti poco noti e singolari della complessa e travagliata storia della sua ideazione e del suo cantiere. In particolare è illustrata in dettaglio la prima fase del progetto, ancora poco nota e studiata, ma anche il funzionamento degli spettacolari meccanismi che azionano le finestre e gli scuri scorrevoli, secondo un’idea dinamica dello spazio abitativo.
CESARE CATTANEO (1912-1943)
Figura di spicco della seconda generazione del razionalismo comasco, amico e collaboratore di Giuseppe Terragni e di Pietro Lingeri, Cesare Cattaneo si distingue per la singolare sperimentazione plastica e l’approfondita ricerca teorica che applica con grande coerenza costruttiva e funzionale. Laureatosi in architettura presso il Politecnico di Milano nel 1935, con esperienze già svolte nel settore, Cattaneo intraprende la libera professione e mantiene un continuo contatto con i principali esponenti del movimento razionalista lombardo, nonché con il gruppo degli astrattisti comaschi, in particolare i pittori Manlio Rho e Mario Radice. La sua intensa attività professionale, svoltasi nell’arco di soli otto anni e in un difficile periodo politico-economico, porta alla realizzazione di sorprendenti “episodi espressivi” quali l’asilo Giuseppe Garbagnati ad Asnago (1935-1937) con Luigi Origoni, la fontana di Camerlata (1935-1936) con Mario Radice, la casa a Cernobbio (1938-1939) definita il “capolavoro dell’astrattismo polidimensionale”, e quella sede dell’Unione Lavoratori dell’Industria a Como (con Pietro Lingeri e Luigi Origoni, 1938-1942), che Kenneth Frampton ha definito “la più brillante soluzione dei temi compositivi e tipologici affrontati dai razionalisti di Como, tanto che si può addirittura sostenere che essa rappresenti una delle maggiori fonti di ispirazione della cosiddetta architettura autonoma” prodotta dalla “tendenza italiana”. Numerosi gli elaborati e i progetti in corso di stesura quando la morte lo coglie prematuramente all’età di trentuno anni, il 24 agosto 1943. La sua poetica, limpidamente espressa nel testo Giovanni e Giuseppe. Dialoghi di architettura (Milano 1941), assume un particolare valore teorico con l’innovativo concetto di “polidimensionalità” che lo contraddistingue nel panorama dell’architettura razionalista dell’epoca.
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