Mario Zanoni. Divin"Bestiario". Figure del fantastico animale e dell'immaginario nella Divina Commedia
Dal 05 Novembre 2017 al 19 Novembre 2017
Lugo | Ravenna
Luogo: Pescherie della Rocca Estense
Indirizzo: piazza Garibaldi 1
Orari: giovedì e venerdì 15,30 - 18,30; sabato e domenica 10 - 12 e 15,30 - 18,30
Enti promotori:
- Comune di Lugo – Assessorato alla cultura
- Con il patrocinio diSocietà di Belle Arti Circolo degli artisti “Casa di Dante” di Firenze e Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi
Telefono per informazioni: +39 0545 38561
Da Domenica 5 a Domenica 19 Novembre 2017, i suggestivi spazi della Rocca di Lugo ospiteranno una selezione di sculture, di cui alcune inedite,tratte dal prestigioso ciclo del Divin “Bestiario” di Mario Zanoni. All'inaugurazione dell'evento espositivo interverrà il critico d'arte Alberto Gross, mentre al finissage del 19 Novembre sarà presente l'attore Franco Costantini, uno dei massimi esperti di letture dantesche, che a partire dalle ore 17,30 terrà una performance poetica con lettura di versi della Divina Commedia che traggono spunto dalle sculture in mostra realizzate da Zanoni.
Il Divin "Bestiario". Figure del fantastico animale e dell'immaginario nella Divina Commedia, è una serie di terrecotte work in progress, realizzate da Mario Zanoni a partire dal 2015 in omaggio al Sommo poeta Dante Alighieri nel 750° anniversario della sua nascita, furono presentate per la prima volta nel Luglio del 2015, quando, nella Rocca medievale di Bagnara di Romagna, si è svolto un articolato evento dantesco, ideato da Marilena Spataro, che ha visto al centro la mostra di 26 sculture dantesche dell'artista di Lugo. Questa collezione rappresenta, a oggi, un unicum assoluto nell'ambito della scultura contemporanea, ciò sia per quanto riguarda la vastità del ciclo scultoreo da un punto di vista numerico (attualmente oltre 35 sculture) e sia, soprattutto, per l'interpretazione data alle figure dell'immaginario dantesco da Mario Zanoni.
Un immaginario, che, come sottolinea il critico Alberto Gross nel testo che accompagna il catalogo del Divin “Bestiario”, si caratterizza per una visionarietà alquanto originale dai rimandi gotico medievali: «Se punto di partenza per questo ultimo ciclo di opere - “Il Divin Bestiario” - risulta il mondo della Commedia dantesca e la sua fauna variegata, difforme e deforme, l'artista tende tuttavia a procedere naturalmente per accumulo di suggestioni, stratificazioni e incastri che moltiplicano e riverberano ogni ipotesi di figura. In questo Zanoni può letteralmente definirsi un visionario: l'immagine non viene “veduta” ma “visionata”, tra sensazione e percezione si frappone una virtù oscura che penetra la natura conferendole una brillantezza violenta, uno spirito quasi febbrile, tanto impercettibile e frammentario, quanto mai icastico ed incisivo […] In tale contesto la logica della figurazione, la narrativa dell'immagine cedono il passo ad una più ampia dialettica di carattere non già razionale, quanto intuitivo: Cerbero è sì il cane a tre teste, Caronte è il traghettatore di anime e Medusa ha capelli di aspide e sguardo che pietrifica, ma la loro storia, la loro universale e condivisa mitologia viene trasformata in mitopoiesi, nella ricostruzione e riproposizione di un teatro personalissimo ed individuale. Si tratta di una sorta di soggettivazione dell'oggetto in cui la maschera – pròsopon in greco antico – si riappropria del suo significato archetipico andando a sovrapporsi e a coincidere con la “persona”. Dal punto di vista formale le sculture di Zanoni si producono quasi come delle emersioni dalla tattilità visiva estrema in cui tutto è ascensionale: dalle fiamme che avvolgono Paolo e Francesca alle ali dei grifoni, dalle corna dei fauni ai totem finanche alla rappresentazione stessa della Morte non c'è soluzione di continuità. La materia sembra radunarsi per raggiungere una dimensione superiore, ultraterrena – motivo certamente già presente nel gotico – ma che l'artista stravolge secondo direttive mutevoli, dinamizzando, accelerando un movimento che nella simultaneità sintetica dei punti di vista sia ad un tempo centrifugo e centripeto. L'allusività delle figure integra relazioni complementari cercando sempre l'altro da sé, disponendosi ad accogliere, non ad escludere: è la sperimentazione di una visionarietà incline alla distorsione della natura, alla costruzione di una metaforma che ne supera lo svelamento in una sorta di prometeismo artistico praticato nei termini di una poetica del proliferante. Parafrasando Arthur Danto si tratta di una ipotesi di trasfigurazione delle multiformi potenzialità dell'irreale. Il dettaglio diviene elemento contrastivo assoluto, luogo prediletto di decantazione di accadimenti che si reificano solo se pensati come fantastici, appartenenti ad un altroquando supposto ed ultradimensionato. Mirabile visu, incredibile dictu».
Con il ciclo del Divin Bestiario, Mario Zanoni, ha inteso iniziare un percorso di “riscrittura” in termini plastici della Divina Commedia attraverso una libera e personalissima interpretazione delle figure dantesche. Pensato come mostra itinerante, il Divin “Bestiario”, nel Gennaio del 2017 arriva, con grande soddisfazione dell'artista romagnolo, a “casa”, ad accogliere le sue opere “dantesche” furono, infatti, i prestigiosi spazi della Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti – “Casa di Dante” di Firenze.
L'iniziativa di Firenze promossa dalla Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti – “Casa di Dante” di Firenze, realtà culturale dal nome tanto prestigioso quanto la fama di fucina artistico-letteraria che da oltre un secolo l'accompagna, con il patrocinio del Comune di Firenze, si rese possibile grazie al contributo della ROB CAR affermata azienda di Lugo di Romagna (RA), che, nella figura del suo titolare, Mario Betti, cultore del poema dantesco e appassionato di arti visive, ha sostenuto l'iniziativa artistica dell'amico e concittadino Mario Zanoni nel suo omaggio al Sommo poeta, da sempre figura amatissima a Ravenna e provincia.
Con la mostra del “Divin Bestiario”, ospitata alle Pescherie, il più prestigioso spazio espositivo di Lugo, il lughese Mario Zanoni, va ad aggiungere un altro importante tassello, di certo il più gratificante dal punto di vista affettivo, ai tanti riconoscimenti ottenuti in Italia e all'estero in questi anni per il suo lavoro di scultore. Afferma al riguardo il sindaco di Lugo, Davide Ranalli: «Finalmente Lugo, città di Mario Zanoni, ospita le opere che hanno portato l’artista lughese anche in altre città italiane. Quando a gennaio ho visitato la stessa mostra allestita a Firenze, nella casa natia di Dante, ho portato a Mario l’orgoglio non solo mio, ma di tutta la città per quanto era riuscito a realizzare. Il fatto che pochi mesi dopo quella stessa esposizione sia arrivata a Lugo rende tutti noi ancora più felici».
Mario Zanoni, artista attivo fin dagli anni 70, è noto per le sue originalissime reinterpretazioni di antiche mitologie. Tante le esposizioni in Italia e non solo: in Inghilterra, nel 1992 per Tony Macintosh espone terrecotte e bronzi a Tenterden e a Rye, nel Sussex, e nel 1993 alla "Library Gallery" a Eastbourne.
Nel 1993 ha realizzato una serie di opere plastico- pittoriche in gesso e cemento che sono state esposte in mostra a New York a una rassegna d’arte per l’UNESCO.
A Ravenna nel 1996 ha realizzato per gli spazi della sede centrale della Cassa di Risparmio di Ravenna l'opera monumentale in bronzo Sol Invictus, a Lugo, nel 2003 ha creato Aleph, opera monumentale in bronzo e acciaio istallata nella sede locale della Confederazione Nazionale dell’Artigianato.
Inaugurazione domenica 5 Novembre 2017 ore 17,30
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