Serena Fineschi. It's time
Dal 29 Maggio 2021 al 04 Settembre 2021
Prato
Luogo: Villa Rospigliosi
Indirizzo: Via Firenze 83
Curatori: Riccardo Farinelli
Telefono per informazioni: +39 348 7814430
Serena Fineschi, artista senese con base a Bruxelles, attiva da anni sullo scenario internazionale, è la protagonista di IT’S TIME - nuovo progetto site-specific curato da Riccardo Farinelli - che inaugura il 29 maggio negli spazi esterni di Villa Rospigliosi a Prato, su invito del collezionista Claudio Seghi Rospigliosi.
Il titolo è perentorio e non lascia adito a dubbi: IT’S TIME, è giunto il momento.
È, questo, il tempo di interrogarsi su quali siano le nostre necessità in relazione al mondo che abitiamo. È il tempo di confessare gli errori che abbiamo commesso, il tempo di essere vivi.
Cinque opere mettono in campo media e materiali diversi per una riflessione
che indaga sulla nostra esistenza, sulla realtà contemporanea e sulla nostra capacità di attraversarla con sincerità e ironia, talvolta disturbante.
Il viaggio inizia con l’opera It’s time to come clean, meridiana reale della villa in cui lo gnomone è sostituito dal dito dell’artista che, trasformato in misuratore del tempo, ci spinge a prendere coscienza e coraggio del nostro stare al mondo e della cura della nostra sopravvivenza.
Apparenza e decadenza dei tempi moderni; sovraffollamento di stimoli e immagini che sfociano in una visione superficiale e preconfezionata dell’esistenza; granitiche convinzioni che nascondono profonde incertezze; un continuo rincorrere nel rumore di sottofondo che non ha mai quiete: sono tutti temi presenti nel lavoro di Fineschi che, tuttavia, non cede mai a un disfattismo pessimista. La sua è piuttosto una dichiarazione di intenti, militante e accorata allo stesso tempo. Nonostante le crisi e le fratture che attraversano il nostro quotidiano, infatti, è fondamentale ribadire l'amore per la vita e, con esso, l’incoscienza, la sfrenatezza e la passione per l’imprevisto che servono per affrontarla, per sentirsi ed essere davvero vivi, oggi.
«IT’S TIME – scrive il curatore Riccardo Farinelli nel testo che accompagna il lavoro – è una riflessione sul contemporaneo partendo dal sentire individuale, tematica già affrontata da Serena Fineschi, declinata qui in una ambivalenza che ha il sapore dell’ineluttabile, tra ansietà e speranza. Il desiderio di sincerità è avvertito come di primaria importanza: senza quella, priva di ogni furbesco nascondimento, non sarà possibile fare davvero quanto necessario. È una chiamata definitiva e senza appello».
Serena Fineschi è nata a Siena e vive e lavora a Siena e a Bruxelles.
Si è formata all’Istituto Statale d’Arte “Duccio di Buoninsegna” di Siena, proseguendo gli studi in progettazione grafica a Siena, Firenze, Milano e in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Siena.
Nel suo lavoro il corpo è la dimensione, la misura che lo determina, energia naturale e creazione umana. Il lavoro di Fineschi è estensione carnale, il corpo dona e riceve valicando i processi e i meccanismi tradizionali della performance. Da sempre sensibile alla ricerca e allo studio della storia della pittura, Fineschi la ribalta, riflette e ripropone con materiali desueti o di scarto, tipici della nostra società di consumo. Ogni suo lavoro è una sorta di procedura alchemica, dove la materia interagisce con il corpo dell’artista, quasi un invito a vivere l’esperienza della carne, della mente e l’epoca in cui viviamo, in piena consapevolezza della nostra evoluzione. Le trame formali del suo lavoro si distendono e comprimono di continuo, producendo fessure euforicamente tragiche, luoghi di transito che confidano nuove riflessioni ed esperienze tangibili, intime e sociali.
Il suo lavoro è stato presentato in numerose sedi pubbliche e private in Italia e all’estero tra cui: il MANA Contemporary a Jersey City (NJ, USA), il Musées Royaux de Beaux-Arts de Belgique, Old Masters Museum a Bruxelles (B), l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles (B), il Bozar, Centre for Fine Arts di Bruxelles (B), la collezione Frédéric de Goldschmidt, la FondationThalie, Officina asbl a Bruxelles (B), il Museo Centre de la Gravure et de l’Image imprimée, La Louvière (B), Belgio; il Museo di Arte Moderna e Contemporanea Raffaele de Grada di San Gimignano, il Complesso Museale SMS Santa Maria della Scala di Siena, il Centro d’Arte Contemporanea Palazzo delle Papesse a Siena, le Corderie dell’Arsenale a Venezia (in occasione della Biennale di Architettura), “BorderCrossing” per la Biennale Manifesta12 a Palermo, BienNolo – Biennale di arte contemporanea indipendente a Milano, Casa Masaccio Arte Contemporanea a San Giovanni Valdarno, la Fondazione Palazzo Magnani, Palazzo da Mosto a Reggio Emilia, l’Ospedaletto Contemporaneo, Complesso dell’Ospedaletto a Venezia, Palazzo Monti a Brescia, in Italia.
Con Elena El Asmar, Marco Andrea Magni e Luca Pancrazzi è tra i fondatori di Grand Hotel, un luogo in movimento che ospita, raccoglie, accoglie e colleziona forme di passaggio provenienti dalle menti e dagli studi degli artisti e che compie viaggi in spazi istituzionali e indipendenti dal 2014. Nel 2016 ha ideato Caveau, una cassaforte incassata nelle mura medioevali della città di Siena che ospita idee. Insieme ad Alessandro Scarabello e Laura Viale, nel 2018 ha fondato MODO, associazione culturale per la promozione del contemporaneo, con sede a Bruxelles (B).
OPENING: 29 maggio 2021 ore 19
Il titolo è perentorio e non lascia adito a dubbi: IT’S TIME, è giunto il momento.
È, questo, il tempo di interrogarsi su quali siano le nostre necessità in relazione al mondo che abitiamo. È il tempo di confessare gli errori che abbiamo commesso, il tempo di essere vivi.
Cinque opere mettono in campo media e materiali diversi per una riflessione
che indaga sulla nostra esistenza, sulla realtà contemporanea e sulla nostra capacità di attraversarla con sincerità e ironia, talvolta disturbante.
Il viaggio inizia con l’opera It’s time to come clean, meridiana reale della villa in cui lo gnomone è sostituito dal dito dell’artista che, trasformato in misuratore del tempo, ci spinge a prendere coscienza e coraggio del nostro stare al mondo e della cura della nostra sopravvivenza.
Apparenza e decadenza dei tempi moderni; sovraffollamento di stimoli e immagini che sfociano in una visione superficiale e preconfezionata dell’esistenza; granitiche convinzioni che nascondono profonde incertezze; un continuo rincorrere nel rumore di sottofondo che non ha mai quiete: sono tutti temi presenti nel lavoro di Fineschi che, tuttavia, non cede mai a un disfattismo pessimista. La sua è piuttosto una dichiarazione di intenti, militante e accorata allo stesso tempo. Nonostante le crisi e le fratture che attraversano il nostro quotidiano, infatti, è fondamentale ribadire l'amore per la vita e, con esso, l’incoscienza, la sfrenatezza e la passione per l’imprevisto che servono per affrontarla, per sentirsi ed essere davvero vivi, oggi.
«IT’S TIME – scrive il curatore Riccardo Farinelli nel testo che accompagna il lavoro – è una riflessione sul contemporaneo partendo dal sentire individuale, tematica già affrontata da Serena Fineschi, declinata qui in una ambivalenza che ha il sapore dell’ineluttabile, tra ansietà e speranza. Il desiderio di sincerità è avvertito come di primaria importanza: senza quella, priva di ogni furbesco nascondimento, non sarà possibile fare davvero quanto necessario. È una chiamata definitiva e senza appello».
Serena Fineschi è nata a Siena e vive e lavora a Siena e a Bruxelles.
Si è formata all’Istituto Statale d’Arte “Duccio di Buoninsegna” di Siena, proseguendo gli studi in progettazione grafica a Siena, Firenze, Milano e in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Siena.
Nel suo lavoro il corpo è la dimensione, la misura che lo determina, energia naturale e creazione umana. Il lavoro di Fineschi è estensione carnale, il corpo dona e riceve valicando i processi e i meccanismi tradizionali della performance. Da sempre sensibile alla ricerca e allo studio della storia della pittura, Fineschi la ribalta, riflette e ripropone con materiali desueti o di scarto, tipici della nostra società di consumo. Ogni suo lavoro è una sorta di procedura alchemica, dove la materia interagisce con il corpo dell’artista, quasi un invito a vivere l’esperienza della carne, della mente e l’epoca in cui viviamo, in piena consapevolezza della nostra evoluzione. Le trame formali del suo lavoro si distendono e comprimono di continuo, producendo fessure euforicamente tragiche, luoghi di transito che confidano nuove riflessioni ed esperienze tangibili, intime e sociali.
Il suo lavoro è stato presentato in numerose sedi pubbliche e private in Italia e all’estero tra cui: il MANA Contemporary a Jersey City (NJ, USA), il Musées Royaux de Beaux-Arts de Belgique, Old Masters Museum a Bruxelles (B), l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles (B), il Bozar, Centre for Fine Arts di Bruxelles (B), la collezione Frédéric de Goldschmidt, la FondationThalie, Officina asbl a Bruxelles (B), il Museo Centre de la Gravure et de l’Image imprimée, La Louvière (B), Belgio; il Museo di Arte Moderna e Contemporanea Raffaele de Grada di San Gimignano, il Complesso Museale SMS Santa Maria della Scala di Siena, il Centro d’Arte Contemporanea Palazzo delle Papesse a Siena, le Corderie dell’Arsenale a Venezia (in occasione della Biennale di Architettura), “BorderCrossing” per la Biennale Manifesta12 a Palermo, BienNolo – Biennale di arte contemporanea indipendente a Milano, Casa Masaccio Arte Contemporanea a San Giovanni Valdarno, la Fondazione Palazzo Magnani, Palazzo da Mosto a Reggio Emilia, l’Ospedaletto Contemporaneo, Complesso dell’Ospedaletto a Venezia, Palazzo Monti a Brescia, in Italia.
Con Elena El Asmar, Marco Andrea Magni e Luca Pancrazzi è tra i fondatori di Grand Hotel, un luogo in movimento che ospita, raccoglie, accoglie e colleziona forme di passaggio provenienti dalle menti e dagli studi degli artisti e che compie viaggi in spazi istituzionali e indipendenti dal 2014. Nel 2016 ha ideato Caveau, una cassaforte incassata nelle mura medioevali della città di Siena che ospita idee. Insieme ad Alessandro Scarabello e Laura Viale, nel 2018 ha fondato MODO, associazione culturale per la promozione del contemporaneo, con sede a Bruxelles (B).
OPENING: 29 maggio 2021 ore 19
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