Il teatro dell’onirico. Pitture di Riccardo Baldini
![Riccardo Baldini, Il Doge, 2008 Riccardo Baldini, Il Doge, 2008](http://www.arte.it/foto/600x450/91/73929-Riccardo_Baldini_-_Il_Doge_2008.jpg)
Riccardo Baldini, Il Doge, 2008
Dal 10 Febbraio 2018 al 18 Febbraio 2018
Prato
Luogo: Palazzo Datini
Indirizzo: via Ser Lapo Mazzei 43
Orari: 10-13 / 15-18
Curatori: Niccolò Lucarelli
Telefono per informazioni: +39 0574 21391
Si terrà dal 10 al 18 febbraio a Palazzo Datini, la mostra Il teatro dell’onirico. Pitture di Riccardo Baldini - a cura di Niccolò Lucarelli, organizzata da Asterisco Associazione Culturale e patrocinata dal Comune di Prato -, che propone al pubblico la personalissima rilettura del Surrealismo di Riccardo Baldini, arricchita da colti richiami ad altre correnti artistiche così come alla letteratura e alla drammaturgia.
Come scrive il curatore, “se in alcune tele si ritrova il periodo blu di Picasso con quelle atmosfere boreali, lattiginose, sospese, in altre, dalle prospettive ampie e i fondali scuri, si assapora il Simbolismo di Redon e Böcklin, sempre però filtrato dalla personale interpretazione pittorica dell’artista, il cui Surrealismo non indulge all’esplorazione di mondi impossibili o di fantasie lisergiche, bensì è concentrato sull’interiorità dell’individuo, che, moderno argonauta, si muove lungo la china dei pensieri; un viaggio metaforico, silenzioso, non per questo meno suggestivo, che ricorda la discesa agli inferi di dantesca memoria. Ma Baldini non giudica nessuno, è anzi egli stesso il primo a interrogarsi, e la quasi totalità delle opere nasce da suoi personali ricordi, incontri, suggestioni, che si materializzano sulla tela allo scopo di rivelargli se stesso”. Non c’è malvagità nei suoi individui mascherati che rimandano a Pirandello, anzi sembra di scorgervi una timidezza congenita, estremo baluardo per nascondere un dolore esistenziale, o comunque la debolezza dei tanti dubbi che li tormentano. La poetica di Brecht e Beckett emerge nei fondali scuri, che sono altrettanti scenari della solitudine contemporanea, dove gli individui indugiano in attesa di un qualche Godot, che cela molto spesso un loro alter ego.
Appena differente il discorso per quelle nature morte sui generis, che l’artista preferisce titolare Evocazioni: qui si raccoglie un mondo nuovo di oggetti trovati per caso peregrinando in lande dall’atmosfera lunare, la cui vena surreale, sottilmente inquietante, è vicina alla poetica di Lewis Carroll e crea un mondo naturale e primitivo che accoglie la vita umana e ne costituisce lo sfondo per speculazioni dal sapore immaginifico.
La mostra è visitabile gratuitamente tutti i giorni, in orario 10-13 e 15-18, a Palazzo Datini in via Ser Lapo Mazzei 43. Info: 0574 21391.
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