Pasquale Celommi. I colori della luce

Opera di Pasquale Celommi

 

Dal 12 Luglio 2019 al 31 Agosto 2019

Pescara

Luogo: Museo Paparella Treccia

Indirizzo: viale Regina Margherita 1

Orari: dalle 17:30 sino alle 23:30. Dal 1 settembre: dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 19:30. Lunedì chiuso

Curatori: Paola Di Felice

Enti promotori:

  • Consiglio regionale dell'Abruzzo
  • Regione Abruzzo
  • Città di Pescara
  • Roseto degli Abruzzi
  • MiBAC

Telefono per informazioni: +39 085 4223426

E-Mail info: fondazionepaparella@gmail.com

Sito ufficiale: http://www.museopaparelladevlet.com



Nasce Pasquale Celommi, il 5 gennaio 1851, come desume dall’attenta analisi dei dati anagrafici Cosimo Savastano, da Ilario Isaia Celommi, calzolaio, e Marina De Berardinis, artigiana. Qui Pasquale vive la sua primissima infanzia. Ascolta lo stormire degli uccelli tra gli alberi fronzuti; vede il sole sorgere luminoso sino ad inondare i campi con la sua luce zenitale e colpire, al tramonto, l’orizzonte lontano, inondandolo di bagliori rosati; osserva il verdeggiare delle distese campestri; l’ondeggiare del grano maturo nelle campagne assolate; il rutilante spettacolo delle donne al mercato, dignitose novelle Madonne in cenci. Qui respira i profumi delle stagioni, ascolta i gioiosi canti della comunità al lavoro; spia i felici abbandoni di coppie innamorate; assiste alle danze festanti di giovani donne al ritmico suono del tamburello; partecipa, stupito e per certi versi stupefatto, al rito tradizionale del matrimonio tra una folla festante, dimentica, in quel giorno di festa, della opprimente povertà del quotidiano.
È qui, forse, che il giovanissimo Pasquale, percepisce la somma di colori, odori, forme, esaltate dalla luce. Da una luce che, emigrato a Firenze, allievo dell’Istituto di Belle Arti della città, rimarrà nei suoi occhi, nella sua anima, nella sua memoria, resa fervida dalla sua esperienza fiorentina, allievo di quel Ciseri, grande maestro e valente suo traghettatore  nel mondo delle fantasie macchiaiole, tra voci “en plein air” e “macchie” di colore.

Dal saggio critico in catalogo di Paola Di Felice

 
L’osservazione delle opere di Celommi induce a ritenerle, molto spesso, ricche di luminosità, tanto che lo stesso Michetti lo ha definito “il pittore della luce”: da qui il titolo della nostra esposizione I colori della luce; a riguardo è significativo riportare una espressione del Maestro francavillese il quale, di fronte alle luminose marine celommiane, ha esclamato «Insuperabili!».
L’opera di Pasquale Celommi non è mai solo descrittiva dei paesaggi marini e agresti, ma anche caratterizzata dalla narrazione degli spaccati di vita quotidiana e del lavoro della nostra gente e, per questo, inquadrata nel verismo abruzzese.
La Fondazione Paparella ha scelto di riportare al centro della propria attività espositiva la sua opera perché è uno di quei rari artisti non solo osannato dalla critica d’arte, ma molto amato dal pubblico più eterogeneo per aver avuto la grande capacità di ritrarre il vero nella sua accezione estetica più lieta e godibile. Ricordiamo, a tale proposito, l’aforisma del Professor Paparella Treccia, il quale diceva «Quel che è bello è vero, e viceversa». 
A tale proposito basti considerare la “verità bella” dei dipinti presenti in mostra quali Saluto all’Aurora, La sciabica, Il ciabattino, La pescivendola e di altri.

Dalla presentazione in catalogo di Augusto Di Luzio, 
Presidente della Fondazione R. Paparella e M. Devlet

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