Josef Albers. Arte come Esperienza
Dal 19 Marzo 2013 al 19 Giugno 2013
Città di Castello | Perugia
Luogo: Pinacoteca Comunale
Indirizzo: via della Cannoniera 22/a
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 075 85291/ 075 8520656
E-Mail info: pinacoteca@consorzioabn.it
Sito ufficiale: http://www.cdcnet.net/pinacoteca/
Per celebrare il 125° anniversario della nascita dell'artista che cambiò per sempre il modo di vedere il colore e la linea, la Josef and Anni Albers Foundation porta a Perugia una grande retrospettiva.
La mostra di Perugia esplora gli elementi religiosi nell'arte di Albers. Cresciuto come cattolico rimase praticante per tutta la vita e inserì l'immaginario tradizionale in molte delle sue opere interpretando il colore e la linea come eventi spirituali, perfino mistici.
La scelta dell'Umbria, quale sede privilegiata in Europa, vuole onorare apertamente la passione di Albers, durata tutta una vita, per la pittura italiana del XIV e XV secolo, specialmente quella di Giotto, Duccio, e Piero della Francesca. Nicholas Fox Weber, amico di Josef Albers, e direttore esecutivo della Josef and Anni Albers Foundation negli Stati Uniti, considera un regalo di compleanno quello di raccogliere tante opere del maestro sotto lo stesso tetto di Piero, Duccio, Beato Angelico e Perugino nella prestigiosa Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia.
Alla Bauhaus, dove Albers fu prima studente e poi insegnate, dal 1920-1933, l'Italia era un'importante fonte di ispirazione. Paul Klee amava visitare il nostro paese (dopo una vacanza a Genova, definiva il “ragù” come uno dei grandi miracoli umani, accanto alla sinfonia Juppiter di Mozart); Josef e Anni Albers scelsero Firenze per la loro luna di miele nel 1925. Nel 1934, l'anno dopo la chiusura della Bauhaus, Albers fu uno dei docenti che prese la decisione di chiudere l'istituzione pioneristica per non collaborare con i nazisti. Subito dopo Wassily Kandinsky organizzò una mostra di stampe di Albers a Milano.
La mostra, intitolata Josef Albers: Spiritualità e Rigore è stata organizzata dalla stesso Weber, uno dei più grandi conoscitori dell'artisa, insieme a Fabio De Chirico, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria e Direttore della Galleria Nazionale dell'Umbria, che ha accolto con grande interesse la proposta. Presenta una vasta scelta di opere, dai primi giorni di Albers come atrista e come insegnante in Westfalia fino agli ultimi anni della sua vita.
Le opere in mostra a Perugia includono vetri colorati, con una riproduzione fatta appositamente per questo evento della Rosa Mystica, una finestra creata da Albers per la chiesa cattolica nella sua città in Germania, purtroppo perduta durante la seconda Guerra Mondiale. In mostra anche i suoi primi disegni, vetri sabbiati, disegni architettonici e una serie di dipinti astratti.
A Città di Castello, contemporaneamente, sarà visitabile la mostra Josef Albers: Arte come Esperienza dove viene rappresentato il potente impatto dei metodi rivoluzionari di insegnamento di Albers sui suoi allievi, prima in Germania e poi negli Stati Uniti. Vi sarà allestita una scelta di lavori dell'artista affianco a quello dei suoi studenti e include anche documenti fotografici e filmati di lezioni e laboratori tenuti da Albers che aiutarono a formare la successiva generazione di artisti.
Josef Albers nacque il 19 marzo 1888 a Bottrop, Westfalia. Dopo i suoi primi studi artistici a Berlino e Monaco si iscrisse alla Bauhaus di Weimar nel 1920. Walter Gropius, il fondatore della Bauhaus, aveva immaginato questa scuola come una sorta di comunità di artisti che avrebbero lavorato insieme, seguendo lo spirito medievale della bottega, creando arte, architettura e design che la nascente l'industria avrebbe potuto produrre su larga scala per tutto il mondo. Nel 1923 Albers fu nominato insegnante del Corso primario, obbligatorio per tutti i nuovi studenti, e ricoprì questo ruolo anche quando la scuola si spostò a Dessau nel 1925. Nel 1925 sposò Annelise Fleischmann, allieva e artista del tessuto; per più di cinquant'anni, fino alla morte di Albers nel 1976, hanno avuto un'enorme legame, condividendo la fede nell'arte astratta.
Nel 1933 gli Albers emigrarono negli Stati Uniti dove Josef fu invitato a creare un dipartimento di arte al Black Mountain College, North Carolina. Insieme ad Anni rimasero lì fino al 1949. In seguito visitarono spesso il centro e il sud America, viaggiando in Messico, Guatemale e, nel 1953, in Cile e Perù collezionando arte Pre-Colombiana. L'architettura e l'estetica di queste terre divennero una passione per entrambi.
Nel 1950, Albers iniziò la sua serie olio su masonite Omaggio al Quadrato e nello stesso anno accettò la nomina a Capo del Dipartimento di Design alla Yale University. Più tardi tornò in Germania come professore visitatore a Ulm; nei weekend visitava i monasteri e le cattedrali del sud della Germania, fotografando i monumenti e collezionando cartoline che in seguito componeva in collages e che vengono esposte in questa mostra per la prima volta.
Nel 1963, la Yale University Press pubblicò l'Interazione del Colore di Albers divulgando i principi dell'ultima ricerca di Albers sulla mutevolezza e la relatività del colore e basato sul suo famoso insegnamento del colore, conosciuto come “The Color Course”.
Nel 1971, Josef Albers fu il primo artista vivente ad avere una retrospettiva al Metropolita Museum of Art di New York. Fu una delle più importanti mostre dedicate alla sua arte.
Morì il 25 marzo 1976, una settimana dopo il suo ottantottesimo compleanno, a New Haven, e fu cremato ad Orange, Connecticut. Dalla sua morte, la Fondazione Albers ha continuato a perpetuare la sua eredità in molti modi.
La mostra è accompagnata da un catalogo illustrato in italiano e inglese pubblicato da Nicholas Fox Weber con i contributi dello stesso Weber e di Fabio De Chiric, oltre ad altri specialisti del setore: Julie Agoos, Fiona Kearney, Marco Pierini, Paolo Papone, Colm Toibin e Nick Murphy. Il catalogo è distribuito da Silvana editoriale. La mostra e il catalogo sono stati possibili grazie al generoso sostegno economico della Josef and Anni Albers Foundation
La mostra di Perugia esplora gli elementi religiosi nell'arte di Albers. Cresciuto come cattolico rimase praticante per tutta la vita e inserì l'immaginario tradizionale in molte delle sue opere interpretando il colore e la linea come eventi spirituali, perfino mistici.
La scelta dell'Umbria, quale sede privilegiata in Europa, vuole onorare apertamente la passione di Albers, durata tutta una vita, per la pittura italiana del XIV e XV secolo, specialmente quella di Giotto, Duccio, e Piero della Francesca. Nicholas Fox Weber, amico di Josef Albers, e direttore esecutivo della Josef and Anni Albers Foundation negli Stati Uniti, considera un regalo di compleanno quello di raccogliere tante opere del maestro sotto lo stesso tetto di Piero, Duccio, Beato Angelico e Perugino nella prestigiosa Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia.
Alla Bauhaus, dove Albers fu prima studente e poi insegnate, dal 1920-1933, l'Italia era un'importante fonte di ispirazione. Paul Klee amava visitare il nostro paese (dopo una vacanza a Genova, definiva il “ragù” come uno dei grandi miracoli umani, accanto alla sinfonia Juppiter di Mozart); Josef e Anni Albers scelsero Firenze per la loro luna di miele nel 1925. Nel 1934, l'anno dopo la chiusura della Bauhaus, Albers fu uno dei docenti che prese la decisione di chiudere l'istituzione pioneristica per non collaborare con i nazisti. Subito dopo Wassily Kandinsky organizzò una mostra di stampe di Albers a Milano.
La mostra, intitolata Josef Albers: Spiritualità e Rigore è stata organizzata dalla stesso Weber, uno dei più grandi conoscitori dell'artisa, insieme a Fabio De Chirico, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria e Direttore della Galleria Nazionale dell'Umbria, che ha accolto con grande interesse la proposta. Presenta una vasta scelta di opere, dai primi giorni di Albers come atrista e come insegnante in Westfalia fino agli ultimi anni della sua vita.
Le opere in mostra a Perugia includono vetri colorati, con una riproduzione fatta appositamente per questo evento della Rosa Mystica, una finestra creata da Albers per la chiesa cattolica nella sua città in Germania, purtroppo perduta durante la seconda Guerra Mondiale. In mostra anche i suoi primi disegni, vetri sabbiati, disegni architettonici e una serie di dipinti astratti.
A Città di Castello, contemporaneamente, sarà visitabile la mostra Josef Albers: Arte come Esperienza dove viene rappresentato il potente impatto dei metodi rivoluzionari di insegnamento di Albers sui suoi allievi, prima in Germania e poi negli Stati Uniti. Vi sarà allestita una scelta di lavori dell'artista affianco a quello dei suoi studenti e include anche documenti fotografici e filmati di lezioni e laboratori tenuti da Albers che aiutarono a formare la successiva generazione di artisti.
Josef Albers nacque il 19 marzo 1888 a Bottrop, Westfalia. Dopo i suoi primi studi artistici a Berlino e Monaco si iscrisse alla Bauhaus di Weimar nel 1920. Walter Gropius, il fondatore della Bauhaus, aveva immaginato questa scuola come una sorta di comunità di artisti che avrebbero lavorato insieme, seguendo lo spirito medievale della bottega, creando arte, architettura e design che la nascente l'industria avrebbe potuto produrre su larga scala per tutto il mondo. Nel 1923 Albers fu nominato insegnante del Corso primario, obbligatorio per tutti i nuovi studenti, e ricoprì questo ruolo anche quando la scuola si spostò a Dessau nel 1925. Nel 1925 sposò Annelise Fleischmann, allieva e artista del tessuto; per più di cinquant'anni, fino alla morte di Albers nel 1976, hanno avuto un'enorme legame, condividendo la fede nell'arte astratta.
Nel 1933 gli Albers emigrarono negli Stati Uniti dove Josef fu invitato a creare un dipartimento di arte al Black Mountain College, North Carolina. Insieme ad Anni rimasero lì fino al 1949. In seguito visitarono spesso il centro e il sud America, viaggiando in Messico, Guatemale e, nel 1953, in Cile e Perù collezionando arte Pre-Colombiana. L'architettura e l'estetica di queste terre divennero una passione per entrambi.
Nel 1950, Albers iniziò la sua serie olio su masonite Omaggio al Quadrato e nello stesso anno accettò la nomina a Capo del Dipartimento di Design alla Yale University. Più tardi tornò in Germania come professore visitatore a Ulm; nei weekend visitava i monasteri e le cattedrali del sud della Germania, fotografando i monumenti e collezionando cartoline che in seguito componeva in collages e che vengono esposte in questa mostra per la prima volta.
Nel 1963, la Yale University Press pubblicò l'Interazione del Colore di Albers divulgando i principi dell'ultima ricerca di Albers sulla mutevolezza e la relatività del colore e basato sul suo famoso insegnamento del colore, conosciuto come “The Color Course”.
Nel 1971, Josef Albers fu il primo artista vivente ad avere una retrospettiva al Metropolita Museum of Art di New York. Fu una delle più importanti mostre dedicate alla sua arte.
Morì il 25 marzo 1976, una settimana dopo il suo ottantottesimo compleanno, a New Haven, e fu cremato ad Orange, Connecticut. Dalla sua morte, la Fondazione Albers ha continuato a perpetuare la sua eredità in molti modi.
La mostra è accompagnata da un catalogo illustrato in italiano e inglese pubblicato da Nicholas Fox Weber con i contributi dello stesso Weber e di Fabio De Chiric, oltre ad altri specialisti del setore: Julie Agoos, Fiona Kearney, Marco Pierini, Paolo Papone, Colm Toibin e Nick Murphy. Il catalogo è distribuito da Silvana editoriale. La mostra e il catalogo sono stati possibili grazie al generoso sostegno economico della Josef and Anni Albers Foundation
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