Gabriele Cicognani. L'Intimo Naturalismo
Dal 17 Maggio 2015 al 28 Maggio 2015
Parma
Luogo: Ex Chiesa di Sant'Andrea
Indirizzo: via Cavestro 6
Orari: mar-sab 10-12 / 16-19; dom 16-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0521 228136
E-Mail info: info@ucai-parma.it
Sito ufficiale: http://www.ucai-parma.it
“La visione d'insieme delle opere pittoriche di Gabriele Cicognani colpisce per la luminosità calda e avvolgente, caratterizzata dalle sfumature di ocra e di bruni, per la mitezza e il senso di contemplazione delle cose e degli ambienti.Nelle sue tele, preparate direttamente da lui con la juta, è in grado di giocare su complessi incroci di luce creando una particolare ed unica atmosfera che caratterizza il suo linguaggio pittorico.
Ciò è visibile nelle nature morte in cui non c'è staticità ma dinamismo di forme, colori e luci. Nel dipinto “Pera e due limoni” i frutti sono adagiati su un tessuto color ocra corposo e denso con pieghe che ricordano quasi le surreali dune sabbiose daliniane. La luce, che dall'alto e in obliquo da sinistra li illumina, li colloca in uno spazio quasi senza tempo, proiettando delle piccole ombre su una parete dalle elaborate tonalità brunite e magenta, sfumate con pazienza e meditazione.
Le nature morte di Cicognani non sono quindi composte da algidi e rarefatti oggetti ma ad essi ha conferito un valore metaforico. Alludono ad un ambiente domestico accogliente, vissuto con amore di cui fa ci fa sentire i profumi: quello del caffè appena versato, della frutta appena tagliata o colta, del vino appena aperto, tutti cibi pronti per essere condivisi attorno ad una tavola conviviale. Nature morte come piccole scenografie costruite per stimolare la curiosità e l'attenzione dell'osservatore.
L'artista conferisce vita e personalità alle cose anche nei dipinti di altro soggetto. Egli anzi sceglie e studia temi che rielabora in una personale ricerca di equilibrio coloristico e formale fusa con la passione e la conoscenza della pittura italiana di “Macchia”.
Nei paesaggi marini le barche sono sempre collocate in primo piano, dentro o fuori dall'acqua, in prospettive frontali ben calibrate ed illuminate da una luce solare estiva che rende lo scenario terso e cristallino. In particolare colpiscono le tre piccole barche in dialogo tra loro per la corrispondenza colorista di blu, verde e rosso, adagiate sull'acqua calma come tre persone in attesa di un incontro.
Oppure nella serie dei panni stesi il vero soggetto è il vento che non si vede, ma c'è. Se ne percepisce infatti la presenza, la freschezza e l' evanescenza dai movimenti dei tessuti e dalle tonalità di colore che in questi dipinti virano maggiormente verso toni freddi di celesti e verdi. Ciò che riesce ad ottenere è un elaborato gioco di toni chiari in primo piano e toni scuri ed ombre in secondo piano.
Vedute di scorci e temi campestri di evocazione macchiaiola caratterizzano in particolare i soggetti di porte, finestre e delle case diroccate. Le prime, caratterizzate da tracce di architettura romanica o da semplici ingressi di legno grezzo dalla dimensione mai sontuosa ma umile, sono quasi sempre socchiuse o lasciano intravvedere uno spiraglio. Forse alludono ad un messaggio, magari non conscio, della necessità di spingersi oltre, di aprire definitivamente questi pertugi per scoprire cosa c'è al di là.
Nei dipinti delle case diroccate si evince ancora di più una notevole abilità prospettica e precisione nei dettagli, come nelle travi di un tetto sfondato o nella muratura in cotto visibile a causa dell'intonaco sgretolato dal tempo, o nella vegetazione che lentamente diventa nuova abitante. Non c'è mai piattezza ma profondità dei punti di fuga tanto che lo sguardo dell'osservatore è stimolato da più punti di vista. Il paesaggio qui non è solo “vista” o “panorama”, ma prodotto dell’interazione tra uomo e natura, tra comunità e territori. E Cicognani sembra volerne celebrare l'equilibrio o l'impossibilità dello stesso.
Infatti ciò che risalta è la resa di tale luce metafisica e simbolica in opposizione netta con le ombre che risultano essere le vere protagoniste in questi dipinti. Esse qualificano gli spazi interni come bui e misteriosi e sembrano essere diventate loro le abitanti di questi luoghi.
Si può affermare che l'artista nei suoi quadri, oltre ad una esplicita indagine naturalistica, ha lasciato traccia di sé e della sua essenza caratterizzata da vari elementi: la curiosità verso l'ignoto ed il misterioso, il desiderio di sondare e catturare l' inafferrabile, l' amore per una semplicità (esplicitata dall'utilizzo del materiale grezzo come supporto e dalla scelta dei soggetti) che è in grado di scavare nel profondo, la delicatezza dello spirito di un osservatore attento sia al dettaglio che alla visione d'insieme.
Forse l'opera che più lo rappresenta è il dipinto “Casa rossa e viola”: due metà simmetriche simili ma diverse che insieme creano un' unità perfetta sia nel piano reale sia in quello riflesso nello specchio d'acqua. Il rosso da una parte allude alla passione e al legame terreno, il viola allo spirituale. Forse è come l'anima dell' artista che ha trovato in sé un equilibrio o è il desiderio di raggiungerlo tanto da vederlo riflesso in un piccolo lago di montagna placido e circondato dalla tranquillità del bosco.
L'essere umano non c'è mai fisicamente nelle opere di Cicognani, ma di certo è presente spiritualmente.
Ciò è visibile nelle nature morte in cui non c'è staticità ma dinamismo di forme, colori e luci. Nel dipinto “Pera e due limoni” i frutti sono adagiati su un tessuto color ocra corposo e denso con pieghe che ricordano quasi le surreali dune sabbiose daliniane. La luce, che dall'alto e in obliquo da sinistra li illumina, li colloca in uno spazio quasi senza tempo, proiettando delle piccole ombre su una parete dalle elaborate tonalità brunite e magenta, sfumate con pazienza e meditazione.
Le nature morte di Cicognani non sono quindi composte da algidi e rarefatti oggetti ma ad essi ha conferito un valore metaforico. Alludono ad un ambiente domestico accogliente, vissuto con amore di cui fa ci fa sentire i profumi: quello del caffè appena versato, della frutta appena tagliata o colta, del vino appena aperto, tutti cibi pronti per essere condivisi attorno ad una tavola conviviale. Nature morte come piccole scenografie costruite per stimolare la curiosità e l'attenzione dell'osservatore.
L'artista conferisce vita e personalità alle cose anche nei dipinti di altro soggetto. Egli anzi sceglie e studia temi che rielabora in una personale ricerca di equilibrio coloristico e formale fusa con la passione e la conoscenza della pittura italiana di “Macchia”.
Nei paesaggi marini le barche sono sempre collocate in primo piano, dentro o fuori dall'acqua, in prospettive frontali ben calibrate ed illuminate da una luce solare estiva che rende lo scenario terso e cristallino. In particolare colpiscono le tre piccole barche in dialogo tra loro per la corrispondenza colorista di blu, verde e rosso, adagiate sull'acqua calma come tre persone in attesa di un incontro.
Oppure nella serie dei panni stesi il vero soggetto è il vento che non si vede, ma c'è. Se ne percepisce infatti la presenza, la freschezza e l' evanescenza dai movimenti dei tessuti e dalle tonalità di colore che in questi dipinti virano maggiormente verso toni freddi di celesti e verdi. Ciò che riesce ad ottenere è un elaborato gioco di toni chiari in primo piano e toni scuri ed ombre in secondo piano.
Vedute di scorci e temi campestri di evocazione macchiaiola caratterizzano in particolare i soggetti di porte, finestre e delle case diroccate. Le prime, caratterizzate da tracce di architettura romanica o da semplici ingressi di legno grezzo dalla dimensione mai sontuosa ma umile, sono quasi sempre socchiuse o lasciano intravvedere uno spiraglio. Forse alludono ad un messaggio, magari non conscio, della necessità di spingersi oltre, di aprire definitivamente questi pertugi per scoprire cosa c'è al di là.
Nei dipinti delle case diroccate si evince ancora di più una notevole abilità prospettica e precisione nei dettagli, come nelle travi di un tetto sfondato o nella muratura in cotto visibile a causa dell'intonaco sgretolato dal tempo, o nella vegetazione che lentamente diventa nuova abitante. Non c'è mai piattezza ma profondità dei punti di fuga tanto che lo sguardo dell'osservatore è stimolato da più punti di vista. Il paesaggio qui non è solo “vista” o “panorama”, ma prodotto dell’interazione tra uomo e natura, tra comunità e territori. E Cicognani sembra volerne celebrare l'equilibrio o l'impossibilità dello stesso.
Infatti ciò che risalta è la resa di tale luce metafisica e simbolica in opposizione netta con le ombre che risultano essere le vere protagoniste in questi dipinti. Esse qualificano gli spazi interni come bui e misteriosi e sembrano essere diventate loro le abitanti di questi luoghi.
Si può affermare che l'artista nei suoi quadri, oltre ad una esplicita indagine naturalistica, ha lasciato traccia di sé e della sua essenza caratterizzata da vari elementi: la curiosità verso l'ignoto ed il misterioso, il desiderio di sondare e catturare l' inafferrabile, l' amore per una semplicità (esplicitata dall'utilizzo del materiale grezzo come supporto e dalla scelta dei soggetti) che è in grado di scavare nel profondo, la delicatezza dello spirito di un osservatore attento sia al dettaglio che alla visione d'insieme.
Forse l'opera che più lo rappresenta è il dipinto “Casa rossa e viola”: due metà simmetriche simili ma diverse che insieme creano un' unità perfetta sia nel piano reale sia in quello riflesso nello specchio d'acqua. Il rosso da una parte allude alla passione e al legame terreno, il viola allo spirituale. Forse è come l'anima dell' artista che ha trovato in sé un equilibrio o è il desiderio di raggiungerlo tanto da vederlo riflesso in un piccolo lago di montagna placido e circondato dalla tranquillità del bosco.
L'essere umano non c'è mai fisicamente nelle opere di Cicognani, ma di certo è presente spiritualmente.
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