Daniela Monica e Giuseppina Vecchi. Oggi: il circo!
Dal 08 Marzo 2014 al 20 Marzo 2014
Parma
Luogo: Galleria S.Andrea
Indirizzo: via Giordano Cavestro 6
Orari: da martedì a sabato 10-12 / 16-19; domenica 16-19
Enti promotori:
- U.C.A.I. - Unione Cattolica Artisti Italiani - Sezione di Parma
Telefono per informazioni: +39 0521 228136
E-Mail info: annalisa.mombelli@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.ucai-parma.it
Il Circo e i suoi protagonisti, raccontati dalle mani di Daniela Monica, che modellano la creta o dal pennello, nelle grandi tele in acrilico o negli acquerelli di Giusy Vecchi , ci restituiscono in una parata metaforica uomini e animali , che da sempre sorprendono ed emozionano nello spettacolo circense.
Tecniche diverse che si fondono nella parola “arte” (figurativa), breve articolazione perfetta che comprende sforzo della mente e del cuore, tenacia, bellezza, abbandono, umiltà, confessione.
Parola che si plasma nello spazio tridimensionale o in quello all'interno della cornice, che si offre allo sguardo diretto di un pubblico senza età, alla luce dell'energia vitale e della gioia, senza barriere.
Alla portata dello spettatore, libero di pensare che senza l'arte il mondo non esisterebbe, neppure quello del Circo.
La storia del circo affonda le sue radici prima che in una cronologia colta nell'infanzia di ciascuno di noi, nell'incanto, la sorpresa, la meraviglia che davvero mostrava che una vita diversa da quella della quotidianità era possibile,ed insieme si intuiva un annuncio di futuro nel sottile erotismo, nel gioco della seduzione, nella fisicità corporea che annunciava ed anticipava altri incontri. E poi gli animali che uscivano da un bestiario immaginario visionato nelle figure ed improvvisamente divenuti reali e dialoganti con l'uomo in una specie di gioco stilizzato che solo i ruggiti, i barriti, le strida rendevano pericoloso.
Era il circo del sudore, della segatura dagli odori intensi, dei gessi che infarinavano gli atleti, dei muscoli tesi e gonfi: era il circo della stagione dell'industria pesante, dell'acciaio, delle macchine per alleggerire il lavoro mostruose e colossali.
Marzio Dall'Acqua
Tecniche diverse che si fondono nella parola “arte” (figurativa), breve articolazione perfetta che comprende sforzo della mente e del cuore, tenacia, bellezza, abbandono, umiltà, confessione.
Parola che si plasma nello spazio tridimensionale o in quello all'interno della cornice, che si offre allo sguardo diretto di un pubblico senza età, alla luce dell'energia vitale e della gioia, senza barriere.
Alla portata dello spettatore, libero di pensare che senza l'arte il mondo non esisterebbe, neppure quello del Circo.
La storia del circo affonda le sue radici prima che in una cronologia colta nell'infanzia di ciascuno di noi, nell'incanto, la sorpresa, la meraviglia che davvero mostrava che una vita diversa da quella della quotidianità era possibile,ed insieme si intuiva un annuncio di futuro nel sottile erotismo, nel gioco della seduzione, nella fisicità corporea che annunciava ed anticipava altri incontri. E poi gli animali che uscivano da un bestiario immaginario visionato nelle figure ed improvvisamente divenuti reali e dialoganti con l'uomo in una specie di gioco stilizzato che solo i ruggiti, i barriti, le strida rendevano pericoloso.
Era il circo del sudore, della segatura dagli odori intensi, dei gessi che infarinavano gli atleti, dei muscoli tesi e gonfi: era il circo della stagione dell'industria pesante, dell'acciaio, delle macchine per alleggerire il lavoro mostruose e colossali.
Marzio Dall'Acqua
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