The Matilda Effect
Dal 05 Marzo 2022 al 26 Marzo 2022
Palermo
Luogo: Galleria La Piana Arte Contemporanea
Indirizzo: Via Isidoro la Lumia 79
Orari: da lunedì a sabato (escluso il mercoledì mattina) 10.30-13 / 16.30-20.00
Curatori: Francesco Piazza
Costo del biglietto: Ingresso libero con Super Green Pass e mascherina ffp2
Dieci artiste per ricordare il valore e il genio di tutte quelle donne che sono state “cancellate”, lasciate
indietro, volutamente dimenticate, per il solo fatto di appartenere al genere femminile.
The Matilda Effect - progetto espositivo curato e ideato da Francesco Piazza e sposato con grande
entusiasmo dal gallerista Massimo La Piana - prende spunto dalla “Giornata internazionale delle
donne nella scienza” che si celebra l’11 febbraio, istituita dall’Onu nel 2015 con lo scopo di
sensibilizzare e promuovere “la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze, in
materia di istruzione, formazione, occupazione e processi decisionali”.
La mostra si prefigge un obiettivo importante, stimolare un ragionamento e costruire un dialogo
sincero e privo di retorica su un tema come l’uguaglianza di genere. Perché scienza e uguaglianza di
genere sono un binomio irrinunciabile ma che ancora fatica ad essere accettato, interiorizzato.
Questo divario, rafforzato da stereotipi di genere e convenzioni che vedevano la scienza appannaggio
degli uomini, ha portato per lungo tempo a influenzare, scoraggiare e condizionare le scelte delle
donne impedendo a molte, troppe di loro, di poter seguire la strada che avrebbero voluto, che le
avrebbe fatte sentire realizzate e perché no, felici.
Sono gli anni in cui la storia dell’emancipazione della donna è stata al contempo una drammatica
storia di emarginazione. Nel percorso verso l’affermazione femminile infatti la pratica scientifica ha
occupato sicuramente un posto di rilievo ed ha attraversato nel tempo molte difficoltà e ancor oggi
purtroppo stenta ad essere pienamente realizzata.
Già tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 si sviluppò infatti un sistematico processo di
“cancellazione” delle donne di scienza e del loro operato dalla memoria storica, favorita anche dal
fatto che, quasi sempre, per essere prese in considerazione, dovevano pubblicare col nome dei mariti
o spesso firmare con degli pseudonimi maschili.
Il perché di questo nome: Matilda Effect
Nei paesi anglosassoni questa tendenza a negare il contributo femminile all’invenzione scientifica è
stata studiata dalla storica Margareth Rossiter che l’ha chiamata “Effetto Matilda”, dal nome della
scrittrice e saggista statunitense, Matilda Joslyn Gage che fu suffragetta, attivista per i diritti dei nativi
americani, abolizionista e libera pensatrice.
The Matilda Effect, non è e non vuole essere una mostra celebrativa o agiografica ma un elogio
dell’intelligenza, spesso del genio, non solo nella pratica scientifica che è solamente uno dei
molteplici ambiti in cui si muovono le donne, ambiti che dovrebbero essere naturalmente ed
equamente divisi tra uomini e donne ma che ancora oggi vengono contesi e molti considerati “robe da
maschi”. La mostra affronta proprio il tema del gender gap - letteralmente divario di genere - ovvero
la differenza di condizioni, trattamento e opportunità tra uomini e donne che non si limita al solo
ambito scientifico ma che investe ogni ambito della società e del vivere quotidiano con tutte le
conseguenze che questo porta nell’esistenza di una donna.
Le opere, realizzate appositamente per questo progetto
“Le 10 artiste invitate – scrive nel testo curatoriale Francesco Piazza – hanno voluto intraprendere la
strada non facile di una descrizione intima e personale del loro rapporto con un mondo declinato al
maschile, instillando nei loro lavori il germe della passione e della conquista e rivendicando il ruolo
fondamentale delle donne nella lotta contro un sistema, molto simile a quello raccontato dalla Cage,
che vorrebbe ancora cancellarne lo spirito di intraprendenza e l’affermazione individuale. Parlare
delle donne nella scienza, quindi, non vuol dire solo celebrare il genio, l’intelligenza e la capacità di
raggiungere traguardi importanti ma è, realmente, l’occasione per ricordare la storia di un percorso
fatto di ostacoli e impedimenti anche drammatici volti a rivendicare un’equa ripartizione dei ruoli
nella società. Significa anche affrontare temi più estesi e universali come l’uguaglianza e la parità di
genere, le battaglie per il femminismo, per i diritti politici, l’aborto e gli straordinari contributi delle
donne alla letteratura e all’arte. Parlare delle donne nella scienza vuol dire mantenere viva
un’ideologia e le azioni attuate nel tempo contro tutti gli stereotipi divisivi onorando le numerose
intelligenze “comuni” che hanno, per sempre, modificato la struttura sociale e la vita di intere
generazioni”.
Opere di:
Evita Andujar (Spagna)
Simona Cavaglieri (Palermo)
Kali Jones (Canada)
Sarah Ledda (Aosta)
Ilaria Margutti (Modena )
Nelida Mendoza (Paraguay)
Cetty Previtera (Catania)
Paola Sinatra (Palermo)
Vania Elettra Tam (Como)
Samantha Torrisi (Catania)
Opening: 5 marzo 2022 dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 20.00
indietro, volutamente dimenticate, per il solo fatto di appartenere al genere femminile.
The Matilda Effect - progetto espositivo curato e ideato da Francesco Piazza e sposato con grande
entusiasmo dal gallerista Massimo La Piana - prende spunto dalla “Giornata internazionale delle
donne nella scienza” che si celebra l’11 febbraio, istituita dall’Onu nel 2015 con lo scopo di
sensibilizzare e promuovere “la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze, in
materia di istruzione, formazione, occupazione e processi decisionali”.
La mostra si prefigge un obiettivo importante, stimolare un ragionamento e costruire un dialogo
sincero e privo di retorica su un tema come l’uguaglianza di genere. Perché scienza e uguaglianza di
genere sono un binomio irrinunciabile ma che ancora fatica ad essere accettato, interiorizzato.
Questo divario, rafforzato da stereotipi di genere e convenzioni che vedevano la scienza appannaggio
degli uomini, ha portato per lungo tempo a influenzare, scoraggiare e condizionare le scelte delle
donne impedendo a molte, troppe di loro, di poter seguire la strada che avrebbero voluto, che le
avrebbe fatte sentire realizzate e perché no, felici.
Sono gli anni in cui la storia dell’emancipazione della donna è stata al contempo una drammatica
storia di emarginazione. Nel percorso verso l’affermazione femminile infatti la pratica scientifica ha
occupato sicuramente un posto di rilievo ed ha attraversato nel tempo molte difficoltà e ancor oggi
purtroppo stenta ad essere pienamente realizzata.
Già tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 si sviluppò infatti un sistematico processo di
“cancellazione” delle donne di scienza e del loro operato dalla memoria storica, favorita anche dal
fatto che, quasi sempre, per essere prese in considerazione, dovevano pubblicare col nome dei mariti
o spesso firmare con degli pseudonimi maschili.
Il perché di questo nome: Matilda Effect
Nei paesi anglosassoni questa tendenza a negare il contributo femminile all’invenzione scientifica è
stata studiata dalla storica Margareth Rossiter che l’ha chiamata “Effetto Matilda”, dal nome della
scrittrice e saggista statunitense, Matilda Joslyn Gage che fu suffragetta, attivista per i diritti dei nativi
americani, abolizionista e libera pensatrice.
The Matilda Effect, non è e non vuole essere una mostra celebrativa o agiografica ma un elogio
dell’intelligenza, spesso del genio, non solo nella pratica scientifica che è solamente uno dei
molteplici ambiti in cui si muovono le donne, ambiti che dovrebbero essere naturalmente ed
equamente divisi tra uomini e donne ma che ancora oggi vengono contesi e molti considerati “robe da
maschi”. La mostra affronta proprio il tema del gender gap - letteralmente divario di genere - ovvero
la differenza di condizioni, trattamento e opportunità tra uomini e donne che non si limita al solo
ambito scientifico ma che investe ogni ambito della società e del vivere quotidiano con tutte le
conseguenze che questo porta nell’esistenza di una donna.
Le opere, realizzate appositamente per questo progetto
“Le 10 artiste invitate – scrive nel testo curatoriale Francesco Piazza – hanno voluto intraprendere la
strada non facile di una descrizione intima e personale del loro rapporto con un mondo declinato al
maschile, instillando nei loro lavori il germe della passione e della conquista e rivendicando il ruolo
fondamentale delle donne nella lotta contro un sistema, molto simile a quello raccontato dalla Cage,
che vorrebbe ancora cancellarne lo spirito di intraprendenza e l’affermazione individuale. Parlare
delle donne nella scienza, quindi, non vuol dire solo celebrare il genio, l’intelligenza e la capacità di
raggiungere traguardi importanti ma è, realmente, l’occasione per ricordare la storia di un percorso
fatto di ostacoli e impedimenti anche drammatici volti a rivendicare un’equa ripartizione dei ruoli
nella società. Significa anche affrontare temi più estesi e universali come l’uguaglianza e la parità di
genere, le battaglie per il femminismo, per i diritti politici, l’aborto e gli straordinari contributi delle
donne alla letteratura e all’arte. Parlare delle donne nella scienza vuol dire mantenere viva
un’ideologia e le azioni attuate nel tempo contro tutti gli stereotipi divisivi onorando le numerose
intelligenze “comuni” che hanno, per sempre, modificato la struttura sociale e la vita di intere
generazioni”.
Opere di:
Evita Andujar (Spagna)
Simona Cavaglieri (Palermo)
Kali Jones (Canada)
Sarah Ledda (Aosta)
Ilaria Margutti (Modena )
Nelida Mendoza (Paraguay)
Cetty Previtera (Catania)
Paola Sinatra (Palermo)
Vania Elettra Tam (Como)
Samantha Torrisi (Catania)
Opening: 5 marzo 2022 dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 20.00
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