Tobia Ravà. Codici trascendentali ??

Tobia Ravà. Codici trascendentali ??, Centro culturale Altinate San Gaetano, Padova
Dal 13 Dicembre 2013 al 16 Gennaio 2014
Padova
Luogo: Centro culturale Altinate San Gaetano
Indirizzo: via Altinate 71
Orari: tutti i giorni 10-19
Curatori: Maria Luisa Trevisan, Sirio Luginbühl
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura del Comune di Padova
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 049 8204530
E-Mail info: biancom@comune.padova.it
Sito ufficiale: http://www.rampadova.it/
La mostra personale di Tobia Ravà. Codici trascendentali ??, allestita presso il Centro culturale Altinate San Gaetano, è un affascinante viaggio alla scoperta dei significati nascosti della realtà, attraverso una lettura a vari livelli delle parole e delle immagini. Organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, l'esposizione presenta alcune opere con soggetti architettonici mediterranei, le “Vele”, lavori su alluminio specchiante con boschi e vortici, sculture in bronzo e terracotta raffiguranti piante, animali ed assemblaggi, realizzati con logiche e percorsi storico-filosofici oppure attraverso semplici associazioni mentali.
Sia le composizioni architettoniche, sia quelle a soggetto naturalistico si legano strettamente al luogo espositivo essendo costruite con un fitto tracciato di numeri e concetti fondamentali della cultura ebraica, concernenti l’etica e la riqualificazione dell’uomo e dell’ambiente.
L’esposizione in marzo-aprile sarà poi visibile a Tel Aviv ed in maggio-giugno a Roma negli spazi della Ermanno Tedeschi Gallery.
Tobia Ravà, dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 ha avviato una ricerca inerente le correnti mistiche dell’ebraismo, dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La sua ricerca non si deve intendere affatto come riduzione del mistico al misterico, all’esoterico, ma come visualizzazione di una profonda consapevolezza che la mistica è, secondo la definizione di Platone e nel suo senso originario e autentico, ricerca della saggezza – «esercizio di vita ed esercizio di morte», «l’universale della ragione, ovvero ciò che è propriamente umano».
Saranno esposte a Padova opere con soggetti architettonici mediterranei, le Vele lavori su alluminio specchiante con boschi, sculture in bronzo e terracotta raffiguranti vegetali ed animali anche assemblati ad oggetti, secondo logiche e percorsi storico-filosofici oppure per semplici associazioni mentali.
Sia le composizioni architettoniche, sia quelle a soggetto naturalistico si legano strettamente al luogo espositivo essendo costruite con un fitto tracciato di numeri e concetti fondamentali della cultura ebraica, concernenti l’etica e la riqualificazione dell’uomo e dell’ambiente. A dare conto della maturità raggiunta dall’artista vi sono i bronzi, tecnica antichissima che suggella una particolare unione tra capacità tecnica e contenuto, nonché l’estensione di questo suo particolare linguaggio ad oggetti e a superfici specchianti, con cui il fruitore può interagire, specchiarsi ed immergersi totalmente.
Le opere più recenti di Tobia Ravà riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della kabbalah (“tradizione” e anche “ricezione”, indica la tradizione mistica del pensiero ebraico), si può arrivare ad un percorso etico-filosofico, legato al pensiero di Itzachq Luria, al contempo antichissimo e moderno, per una nuova lettura in chiave etica dell’agire nel mondo contemporaneo. Partendo dal pensiero di alcuni studiosi di mistica, prende in considerazione alcune parole chiave del nostro linguaggio di cui spesso non si percepisce più, o non si conosce o riconosce, il significato più profondo. Illustrandone il loro uso nella tradizione mistica, indica la possibilità di percorrere in prima persona il cammino dell’interiorità, della saggezza, della beatitudine e dimostra che la mistica è di tutti, attraversa le epoche e le diverse culture.
Sia le composizioni architettoniche, sia quelle a soggetto naturalistico si legano strettamente al luogo espositivo essendo costruite con un fitto tracciato di numeri e concetti fondamentali della cultura ebraica, concernenti l’etica e la riqualificazione dell’uomo e dell’ambiente.
L’esposizione in marzo-aprile sarà poi visibile a Tel Aviv ed in maggio-giugno a Roma negli spazi della Ermanno Tedeschi Gallery.
Tobia Ravà, dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 ha avviato una ricerca inerente le correnti mistiche dell’ebraismo, dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La sua ricerca non si deve intendere affatto come riduzione del mistico al misterico, all’esoterico, ma come visualizzazione di una profonda consapevolezza che la mistica è, secondo la definizione di Platone e nel suo senso originario e autentico, ricerca della saggezza – «esercizio di vita ed esercizio di morte», «l’universale della ragione, ovvero ciò che è propriamente umano».
Saranno esposte a Padova opere con soggetti architettonici mediterranei, le Vele lavori su alluminio specchiante con boschi, sculture in bronzo e terracotta raffiguranti vegetali ed animali anche assemblati ad oggetti, secondo logiche e percorsi storico-filosofici oppure per semplici associazioni mentali.
Sia le composizioni architettoniche, sia quelle a soggetto naturalistico si legano strettamente al luogo espositivo essendo costruite con un fitto tracciato di numeri e concetti fondamentali della cultura ebraica, concernenti l’etica e la riqualificazione dell’uomo e dell’ambiente. A dare conto della maturità raggiunta dall’artista vi sono i bronzi, tecnica antichissima che suggella una particolare unione tra capacità tecnica e contenuto, nonché l’estensione di questo suo particolare linguaggio ad oggetti e a superfici specchianti, con cui il fruitore può interagire, specchiarsi ed immergersi totalmente.
Le opere più recenti di Tobia Ravà riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della kabbalah (“tradizione” e anche “ricezione”, indica la tradizione mistica del pensiero ebraico), si può arrivare ad un percorso etico-filosofico, legato al pensiero di Itzachq Luria, al contempo antichissimo e moderno, per una nuova lettura in chiave etica dell’agire nel mondo contemporaneo. Partendo dal pensiero di alcuni studiosi di mistica, prende in considerazione alcune parole chiave del nostro linguaggio di cui spesso non si percepisce più, o non si conosce o riconosce, il significato più profondo. Illustrandone il loro uso nella tradizione mistica, indica la possibilità di percorrere in prima persona il cammino dell’interiorità, della saggezza, della beatitudine e dimostra che la mistica è di tutti, attraversa le epoche e le diverse culture.
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