Apre il Museo botanico dell’Università di Padova
Dal 13 Febbraio 2023 al 13 Febbraio 2023
Padova
Luogo: Museo botanico dell’Università di Padova
Indirizzo: Via Orto Botanico 15
Sarà inaugurato alle ore 15.00 di lunedì 13 febbraio il Museo botanico dell’Università di Padova, con entrata da via Orto Botanico 15. Il Museo farà conoscere al grande pubblico dell’Orto la storia della botanica e dei suoi rapporti con la medicina, grazie al ricco patrimonio di erbari, semi e collezioni didattiche custoditi in secoli di ricerca e attività didattica, mostrando al pubblico un patrimonio finora appannaggio solo di ricercatori e studiosi. Il complesso delle collezioni completa l’offerta culturale dell’Orto fondato nel 1545, sito Unesco unico al mondo, arricchendo il percorso di visita con la storia sia del luogo che della botanica padovana, a partire dal suo legame con la medicina e la farmacopea durante il Rinascimento. Il visitatore ha così uno strumento in più per esplorare in autonomia l’Orto rinascimentale e il Giardino della biodiversità, comprendendone le origini e l’evoluzione. In modo coinvolgente e interattivo potrà conoscere le collezioni e scoprire come lo studio delle piante si sia evoluto nei secoli. Con la Biblioteca, l’erbario di ricerca e il nuovo percorso espositivo aperto al pubblico, il Museo diventa un luogo d’eccezione in cui ricerca, didattica e divulgazione convivono.
La storia
L’Orto rinascimentale e il Giardino della biodiversità si arricchiscono di un nuovo nucleo espositivo che presenta per la prima volta al grande pubblico una selezione significativa del patrimonio storico dell’Università di Padova, finora destinato principalmente a ricerca e didattica.
Si tratta di collezioni botaniche risalenti prevalentemente all’Ottocento e al primo Novecento, tra cui spicca l’erbario storico – uno straordinario archivio della biodiversità vegetale con circa 800.000 esemplari di piante, alghe, funghi e licheni essiccati – 16.000 provette con semi di specie alimentari, medicinali e ornamentali, le tavole didattiche ottocentesche, modelli di funghi e sezioni di legni. Il percorso, che si sviluppa su una superficie di 500 metri quadrati ed è stato curato dalla responsabile scientifica Elena Canadelli, parte letteralmente dalle radici dell’Orto ovvero da uno dei suoi più antichi esemplari arborei, il tronco di agnocasto (detto anche “Pepe dei monaci”) risalente alla metà del Cinquecento, per concludersi con il preziosissimo patrimonio di volumi che hanno fatto la storia della botanica e della medicina (come le prime edizioni delle opere di Vesalio, Mattioli, Berengario da Carpi e Alpini). Nell’insieme, gli spazi del Museo botanico, dell’erbario e della biblioteca rappresentano da ora non solo un importante polo di conservazione, ma anche di studio e valorizzazione pubblica delle collezioni museali, archivistiche e librarie dell’Università di Padova, che arricchiscono ulteriormente un sito Unesco unico al mondo.
Il Museo botanico ha sede in quella che fino a metà Novecento era la casa in cui abitava il Prefetto dell’Orto di Padova. Questo edificio d’impianto settecentesco ha ospitato nel tempo studenti, studentesse e docenti dell’Università di Padova in serre, aule e laboratori che oggi aprono per la prima volta le loro porte agli oltre 200.000 visitatori annui dell’Orto botanico. Chi visita il Museo potrà scoprire la storia dell’Orto, delle sue piante e di chi le ha raccolte, in un viaggio attraverso i secoli che inizia dalla sua fondazione – quando vi si coltivavano e studiavano le piante medicinali – e arriva fino al Novecento, quando lo studio delle piante si è esteso anche all’anatomia, alla fisiologia ed evoluzione nel loro ambiente, alla loro classificazione e distribuzione geografica.
Il Museo
Visitare il Museo è come entrare nel sancta sanctorum dell’Orto, dove conoscere i suoi protagonisti e scoprire ancora meglio il dialogo tra horti sicci e horti vivi, tra le geometrie rinascimentali dell’Orto antico, fondato nel 1545, le serre del Giardino della biodiversità inaugurate nel 2014 e il ricco patrimonio archivistico e librario conservato al primo piano dell’edificio nella nuova Biblioteca storica di medicina e botanica “Vincenzo Pinali e Giovanni Marsili”, frutto del trasferimento dei testi di medicina e anatomia della Biblioteca Medica “Vincenzo Pinali” Antica, che vanno ad affiancarsi alle preesistenti raccolte di libri e archivi della Biblioteca dell’Orto, evidenziando lo stretto nesso originario tra botanica e medicina. Il percorso museale del pianterreno continua così idealmente al piano superiore, in cui la conservazione del patrimonio si unisce alla sua valorizzazione attraverso una galleria di interattivi dedicati alla storia di queste importanti biblioteche e dei loro fondi librari. Sempre al primo piano dell’edificio si trovano gli spazi di conservazione e studio dell’erbario riservati agli studiosi, insieme al resto delle collezioni del Museo non esposte al pianterreno e ad un’aula predisposta per le attività didattiche con le scuole.
La visita si snoda in un percorso ad anello di circa 100 metri di lunghezza a partire dall’ingresso che specchia l’Orto rinascimentale, in cui trova posto il tronco più antico conservato, quello dell’agnocasto, tra le piante coltivate nei primi anni di vita dell’Orto e noto fin dall’antichità come presunto rimedio per diminuire il desiderio sessuale. Ci si immerge così nelle tappe fondamentali della storia dell’Orto, a partire dalla sua fondazione nel 1545 fino al 1786, anno in cui Goethe lo visita e ne rimane affascinato durante il suo viaggio in Italia. A seguire si sviluppa la collezione di erbari, che occupa l’intero corridoio settentrionale dell’edificio e racconta la fitta rete di scambi di piante e semi dell’Orto, sin dalle origini importante centro di introduzione e coltivazione di piante medicinali, alimentari e ornamentali da varie parti del mondo: tale storia viene annunciata dall’installazione Erbario assoluto, realizzata dallo studio artistico multidisciplinare fuse* e ripercorsa attraverso alcuni esemplari originali delle collezioni di erbari. Nella parte finale della galleria si lasciano gli exsiccata per immergersi nelle illustrazioni botaniche e anatomiche che hanno fatto la storia della botanica e della medicina in alcuni dei più preziosi volumi della Biblioteca storica di medicina e botanica “Vincenzo Pinali e Giovanni Marsili”.
Il percorso continua in una spezieria di fine Settecento, dove la strumentazione originale, le preparazioni e i farmaci che attraversano almeno tre secoli di storia della farmaceutica e della medicina si combinano con esperienze sonore e interattive. A seguire ci si immerge in un’aula di fine Ottocento, imparando ad esercitare l’occhio, come gli studenti del passato, sulle collezioni botaniche didattiche di tavole parietali, semi, funghi e legni delle forme più diverse. Negli spazi del Teatro botanico recentemente restaurato si può assistere alla proiezione del film Goethe. La vita delle foglie, scritto e diretto da Denis Brotto, dove si racconta l’ideale ritorno di Goethe a Padova, oggi, nel 2023: un’occasione per ripensare al suo viaggio in Italia, avvenuto nel 1786, e soprattutto alla genesi del suo celebre saggio La metamorfosi delle piante, pubblicato nel 1790. Nelle sale successive è possibile immergersi in esperienze interattive come quella della Botanica senza frontiere, in cui una mappa evidenzia i legami dell’Orto con il resto del mondo, attraverso le storie dei personaggi che sono entrati in relazione con questo luogo, o quella di Una storia illustrata della botanica e della medicina, in cui si ripercorre in 12 tappe, che comprendono anche Padova, la storia della medicina e della botanica occidentale, oppure il gioco finale che conclude la visita e sprona a indovinare le piante introdotte per la prima volta in Italia e i botanici padovani a cui ancora oggi sono dedicati interi generi di piante.
La storia
L’Orto rinascimentale e il Giardino della biodiversità si arricchiscono di un nuovo nucleo espositivo che presenta per la prima volta al grande pubblico una selezione significativa del patrimonio storico dell’Università di Padova, finora destinato principalmente a ricerca e didattica.
Si tratta di collezioni botaniche risalenti prevalentemente all’Ottocento e al primo Novecento, tra cui spicca l’erbario storico – uno straordinario archivio della biodiversità vegetale con circa 800.000 esemplari di piante, alghe, funghi e licheni essiccati – 16.000 provette con semi di specie alimentari, medicinali e ornamentali, le tavole didattiche ottocentesche, modelli di funghi e sezioni di legni. Il percorso, che si sviluppa su una superficie di 500 metri quadrati ed è stato curato dalla responsabile scientifica Elena Canadelli, parte letteralmente dalle radici dell’Orto ovvero da uno dei suoi più antichi esemplari arborei, il tronco di agnocasto (detto anche “Pepe dei monaci”) risalente alla metà del Cinquecento, per concludersi con il preziosissimo patrimonio di volumi che hanno fatto la storia della botanica e della medicina (come le prime edizioni delle opere di Vesalio, Mattioli, Berengario da Carpi e Alpini). Nell’insieme, gli spazi del Museo botanico, dell’erbario e della biblioteca rappresentano da ora non solo un importante polo di conservazione, ma anche di studio e valorizzazione pubblica delle collezioni museali, archivistiche e librarie dell’Università di Padova, che arricchiscono ulteriormente un sito Unesco unico al mondo.
Il Museo botanico ha sede in quella che fino a metà Novecento era la casa in cui abitava il Prefetto dell’Orto di Padova. Questo edificio d’impianto settecentesco ha ospitato nel tempo studenti, studentesse e docenti dell’Università di Padova in serre, aule e laboratori che oggi aprono per la prima volta le loro porte agli oltre 200.000 visitatori annui dell’Orto botanico. Chi visita il Museo potrà scoprire la storia dell’Orto, delle sue piante e di chi le ha raccolte, in un viaggio attraverso i secoli che inizia dalla sua fondazione – quando vi si coltivavano e studiavano le piante medicinali – e arriva fino al Novecento, quando lo studio delle piante si è esteso anche all’anatomia, alla fisiologia ed evoluzione nel loro ambiente, alla loro classificazione e distribuzione geografica.
Il Museo
Visitare il Museo è come entrare nel sancta sanctorum dell’Orto, dove conoscere i suoi protagonisti e scoprire ancora meglio il dialogo tra horti sicci e horti vivi, tra le geometrie rinascimentali dell’Orto antico, fondato nel 1545, le serre del Giardino della biodiversità inaugurate nel 2014 e il ricco patrimonio archivistico e librario conservato al primo piano dell’edificio nella nuova Biblioteca storica di medicina e botanica “Vincenzo Pinali e Giovanni Marsili”, frutto del trasferimento dei testi di medicina e anatomia della Biblioteca Medica “Vincenzo Pinali” Antica, che vanno ad affiancarsi alle preesistenti raccolte di libri e archivi della Biblioteca dell’Orto, evidenziando lo stretto nesso originario tra botanica e medicina. Il percorso museale del pianterreno continua così idealmente al piano superiore, in cui la conservazione del patrimonio si unisce alla sua valorizzazione attraverso una galleria di interattivi dedicati alla storia di queste importanti biblioteche e dei loro fondi librari. Sempre al primo piano dell’edificio si trovano gli spazi di conservazione e studio dell’erbario riservati agli studiosi, insieme al resto delle collezioni del Museo non esposte al pianterreno e ad un’aula predisposta per le attività didattiche con le scuole.
La visita si snoda in un percorso ad anello di circa 100 metri di lunghezza a partire dall’ingresso che specchia l’Orto rinascimentale, in cui trova posto il tronco più antico conservato, quello dell’agnocasto, tra le piante coltivate nei primi anni di vita dell’Orto e noto fin dall’antichità come presunto rimedio per diminuire il desiderio sessuale. Ci si immerge così nelle tappe fondamentali della storia dell’Orto, a partire dalla sua fondazione nel 1545 fino al 1786, anno in cui Goethe lo visita e ne rimane affascinato durante il suo viaggio in Italia. A seguire si sviluppa la collezione di erbari, che occupa l’intero corridoio settentrionale dell’edificio e racconta la fitta rete di scambi di piante e semi dell’Orto, sin dalle origini importante centro di introduzione e coltivazione di piante medicinali, alimentari e ornamentali da varie parti del mondo: tale storia viene annunciata dall’installazione Erbario assoluto, realizzata dallo studio artistico multidisciplinare fuse* e ripercorsa attraverso alcuni esemplari originali delle collezioni di erbari. Nella parte finale della galleria si lasciano gli exsiccata per immergersi nelle illustrazioni botaniche e anatomiche che hanno fatto la storia della botanica e della medicina in alcuni dei più preziosi volumi della Biblioteca storica di medicina e botanica “Vincenzo Pinali e Giovanni Marsili”.
Il percorso continua in una spezieria di fine Settecento, dove la strumentazione originale, le preparazioni e i farmaci che attraversano almeno tre secoli di storia della farmaceutica e della medicina si combinano con esperienze sonore e interattive. A seguire ci si immerge in un’aula di fine Ottocento, imparando ad esercitare l’occhio, come gli studenti del passato, sulle collezioni botaniche didattiche di tavole parietali, semi, funghi e legni delle forme più diverse. Negli spazi del Teatro botanico recentemente restaurato si può assistere alla proiezione del film Goethe. La vita delle foglie, scritto e diretto da Denis Brotto, dove si racconta l’ideale ritorno di Goethe a Padova, oggi, nel 2023: un’occasione per ripensare al suo viaggio in Italia, avvenuto nel 1786, e soprattutto alla genesi del suo celebre saggio La metamorfosi delle piante, pubblicato nel 1790. Nelle sale successive è possibile immergersi in esperienze interattive come quella della Botanica senza frontiere, in cui una mappa evidenzia i legami dell’Orto con il resto del mondo, attraverso le storie dei personaggi che sono entrati in relazione con questo luogo, o quella di Una storia illustrata della botanica e della medicina, in cui si ripercorre in 12 tappe, che comprendono anche Padova, la storia della medicina e della botanica occidentale, oppure il gioco finale che conclude la visita e sprona a indovinare le piante introdotte per la prima volta in Italia e i botanici padovani a cui ancora oggi sono dedicati interi generi di piante.
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