Mostra Personale d'Arte
Dal 21 Agosto 2014 al 02 Settembre 2014
Anacapri | Napoli
Luogo: Galleria d’Arte “Anacapri”
Indirizzo: via San Nicola 4
Curatori: Associazione Culturale “Napoli Nostra”
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 081 4249786
E-Mail info: info@napolinostra.com
Sito ufficiale: http://www.galleriaanacapri.com
Francesca Guetta
Ciò che distingue e qualifica il lavoro di Francesca Guetta è la disponibilità a mettere in campo una ricerca che sia capace di sviluppare una integrazione degli aspetti della cultura materica con le sensibilità di ordine oggettuale rapportate costantemente al dato ineludibile della referenza epifenomenica.
Con queste caratteristiche che si propongono non solo come orizzonte di una pratica creativa fortemente impegnata sul fronte della definizione formale, la pittura di Francesca Guetta finisce col diventare un momento di incontro tra organizzazione strutturale e sensibilità soggettiva. Ci sembra utile inoltre richiamare l'attenzione sulla pregnanza cromatica che si propone come una luminosità internamente prodotta dallo sfarfallio dei colori, una pregnanza cromatica che appare sostenuta peraltro da un robusto impianto compositivo, al quale dovrà guardarsi non soltanto per la godibilità estetica, ma soprattutto per la sostanza contenutistica.
Vincenzo Di Biase
Appare decisamente convincente nella pittura di Vincenzo Di Biase la leggerezza ariosa e impalpabilmente soffice che distingue i movimenti delle forme che si agitano con assoluta libertà in uno spazio che non è irreale anche se non trova riscontro nella opportunità dell'esperienza fenomenica.
Ciò che rende particolare questa pittura è quindi la capacità di dispiegare il racconto di un mondo fantastico, in cui, però, non si muovono creature della fantasia, ma in cui sembrano aleggiare sentimenti puri, forme speciali e impalpabili di squisita e sottile fattura. La composizione è ricca e scintillante e si propone come una fantasmagoria di luci e di suoni, lasciando quasi l'impressione che dalla forma pittorica possa nascere la specialità di una musica dolce e soffusa. Particolarmente convincenti appaiono poi alcune sue pitture in cui l'empito tonale si dispiega come sinfonia di variazioni su un tema cromatico, privilegiando le trasparenze luminose che si rivelano come filtri successivi che si alternano ed accavallano in una produzione di scintillii progressivi.
Guido Maria de Filippo
È un universo assolutamente personale e proprio quello cui dà corpo la pittura di Guido Maria de Filippo, un universo in cui la deformazione degli oggetti, talvolta osservati come attraverso una prospettiva grandangolare, giova a mettere in evidenza gli aspetti della consistenza intrinseca delle cose. Non dovrebbe stupire se, mettendo in evidenza, peraltro, gli addensamenti segnici e le caratterizzazioni timbriche, possiamo additare come caratteristica peculiare di questa pittura l'appartenenza alla temperie espressionistica.
E, certamente, la deformazione stessa degli oggetti non sarebbe in contraddizione con tale additamento critico.
Ma, indicare esclusivamente nella misura espressionistica la proprietà qualificante della pittura di Guido Maria de Filippo sarebbe in qualche modo riduttivo, dovendo noi necessariamente sottolineare che una misura surreale agita vivamente e convincentemente questa pittura dalla profondità del suo essere.
Emanuele Giampaolo “Eg”
Il tratto che definisce in modo pieno e compiuto la pittura di Emanuele Giampaolo è ciò che potremmo definire un abbrivio di netta definizione segnica e timbrica, abbrivio che non impedisce, tuttavia, alla rappresentazione delle cose che l'artista sa rendere di guadagnare una cifra di carattere surreale.
Occorre subito dire che questa cifra surreale non costituisce motivo di allontanamento dalla realtà oggettuale, quanto, piuttosto, un modo diverso per penetrare all'interno di ciò che vorremmo definire il motivo saliente del reale stesso, quella sorta di animazione sotterranea, cioè, che intride le cose facendosene intima sostanza.
Detto questo, non si deve giungere però alla conclusione impropria ed affrettata di una considerazione della pittura di Emanuele Giampaolo come di un prodotto meramente intellettuale ed indisponibile a farsi motivo gioioso di raffigurazione dell'esistente fenomenico. È vero invece, che questa pittura si dirige con immediatezza alla partecipazione emotiva coinvolgendo profondamente il fruitore.
Domenico Magnoli
Il mondo della pittura diDomenico Magnoli è il luogo fantastico in cui la dimensione del reale assume una trasfigurazione intellettuale e morale non disperdendosi la rappresentazione oggettuale in una prospettiva onirica, ma assumendo, piuttosto, il reale fenomenico stesso gli attributi della evanescenza del sogno.
Posta questa premessa, non dovrà stupire che la raffigurazione delle cose divenga motivo per Domenico Magnoli di analizzare tutto quanto lo circonda con una disposizione creativa che si segnala per l'onestà intellettuale che la presiede e per la purezza essenziale che distingue l'ordito compositivo e la purezza cromatica. Se fosse possibile istituire un confronto esemplaristico, ci sembrerebbe di poter dire che aleggia nella pittura del nostro quello stesso spirito 'chiarista' che ha saputo ispirare una stagione significativa dell'arte italiana, avvertendo noi comunque che un'aura sottilmente surreale costituisce l'orizzonte eidetico su cui si misura la forza contenutistica della pittura di Domenico Magnoli.
Ciò che distingue e qualifica il lavoro di Francesca Guetta è la disponibilità a mettere in campo una ricerca che sia capace di sviluppare una integrazione degli aspetti della cultura materica con le sensibilità di ordine oggettuale rapportate costantemente al dato ineludibile della referenza epifenomenica.
Con queste caratteristiche che si propongono non solo come orizzonte di una pratica creativa fortemente impegnata sul fronte della definizione formale, la pittura di Francesca Guetta finisce col diventare un momento di incontro tra organizzazione strutturale e sensibilità soggettiva. Ci sembra utile inoltre richiamare l'attenzione sulla pregnanza cromatica che si propone come una luminosità internamente prodotta dallo sfarfallio dei colori, una pregnanza cromatica che appare sostenuta peraltro da un robusto impianto compositivo, al quale dovrà guardarsi non soltanto per la godibilità estetica, ma soprattutto per la sostanza contenutistica.
Vincenzo Di Biase
Appare decisamente convincente nella pittura di Vincenzo Di Biase la leggerezza ariosa e impalpabilmente soffice che distingue i movimenti delle forme che si agitano con assoluta libertà in uno spazio che non è irreale anche se non trova riscontro nella opportunità dell'esperienza fenomenica.
Ciò che rende particolare questa pittura è quindi la capacità di dispiegare il racconto di un mondo fantastico, in cui, però, non si muovono creature della fantasia, ma in cui sembrano aleggiare sentimenti puri, forme speciali e impalpabili di squisita e sottile fattura. La composizione è ricca e scintillante e si propone come una fantasmagoria di luci e di suoni, lasciando quasi l'impressione che dalla forma pittorica possa nascere la specialità di una musica dolce e soffusa. Particolarmente convincenti appaiono poi alcune sue pitture in cui l'empito tonale si dispiega come sinfonia di variazioni su un tema cromatico, privilegiando le trasparenze luminose che si rivelano come filtri successivi che si alternano ed accavallano in una produzione di scintillii progressivi.
Guido Maria de Filippo
È un universo assolutamente personale e proprio quello cui dà corpo la pittura di Guido Maria de Filippo, un universo in cui la deformazione degli oggetti, talvolta osservati come attraverso una prospettiva grandangolare, giova a mettere in evidenza gli aspetti della consistenza intrinseca delle cose. Non dovrebbe stupire se, mettendo in evidenza, peraltro, gli addensamenti segnici e le caratterizzazioni timbriche, possiamo additare come caratteristica peculiare di questa pittura l'appartenenza alla temperie espressionistica.
E, certamente, la deformazione stessa degli oggetti non sarebbe in contraddizione con tale additamento critico.
Ma, indicare esclusivamente nella misura espressionistica la proprietà qualificante della pittura di Guido Maria de Filippo sarebbe in qualche modo riduttivo, dovendo noi necessariamente sottolineare che una misura surreale agita vivamente e convincentemente questa pittura dalla profondità del suo essere.
Emanuele Giampaolo “Eg”
Il tratto che definisce in modo pieno e compiuto la pittura di Emanuele Giampaolo è ciò che potremmo definire un abbrivio di netta definizione segnica e timbrica, abbrivio che non impedisce, tuttavia, alla rappresentazione delle cose che l'artista sa rendere di guadagnare una cifra di carattere surreale.
Occorre subito dire che questa cifra surreale non costituisce motivo di allontanamento dalla realtà oggettuale, quanto, piuttosto, un modo diverso per penetrare all'interno di ciò che vorremmo definire il motivo saliente del reale stesso, quella sorta di animazione sotterranea, cioè, che intride le cose facendosene intima sostanza.
Detto questo, non si deve giungere però alla conclusione impropria ed affrettata di una considerazione della pittura di Emanuele Giampaolo come di un prodotto meramente intellettuale ed indisponibile a farsi motivo gioioso di raffigurazione dell'esistente fenomenico. È vero invece, che questa pittura si dirige con immediatezza alla partecipazione emotiva coinvolgendo profondamente il fruitore.
Domenico Magnoli
Il mondo della pittura diDomenico Magnoli è il luogo fantastico in cui la dimensione del reale assume una trasfigurazione intellettuale e morale non disperdendosi la rappresentazione oggettuale in una prospettiva onirica, ma assumendo, piuttosto, il reale fenomenico stesso gli attributi della evanescenza del sogno.
Posta questa premessa, non dovrà stupire che la raffigurazione delle cose divenga motivo per Domenico Magnoli di analizzare tutto quanto lo circonda con una disposizione creativa che si segnala per l'onestà intellettuale che la presiede e per la purezza essenziale che distingue l'ordito compositivo e la purezza cromatica. Se fosse possibile istituire un confronto esemplaristico, ci sembrerebbe di poter dire che aleggia nella pittura del nostro quello stesso spirito 'chiarista' che ha saputo ispirare una stagione significativa dell'arte italiana, avvertendo noi comunque che un'aura sottilmente surreale costituisce l'orizzonte eidetico su cui si misura la forza contenutistica della pittura di Domenico Magnoli.
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