Ercolano. Colori da una città sepolta

Ercolano. Colori da una città sepolta, Museo Archeologico Nazionale, Napoli
Dal 16 Marzo 2013 al 15 Aprile 2013
Napoli
Luogo: Museo Archeologico Nazionale
Indirizzo: piazza Museo
Orari: 9-19.30; chiuso martedì
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 4
Telefono per informazioni: +39 081 4422149
Sito ufficiale: http://cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale/
Venerdì 15 marzo 2013 alle ore 17, nel Museo Archeologico di Napoli, si svolgeranno due manifestazioni fra loro strettamente collegate. Sarà infatti presentato il volume "ERCOLANO". Colori da una città sepolta, pubblicato da Arsenale Editrice, e sarà inaugurata la mostra Ercolano, allestita nell’atrio del Museo e costituita da una significativa selezione delle numerosissime immagini che illustrano l’opera, realizzate da Luciano Pedicini.
Così si esprime il fotografo napoletano: “Una fanciulla dai rossi capelli al vento, la natura ‘in posa’ che prorompe in cascate di fogliame per i pennelli degli affrescatori, serpi che si dimenano, colorate esplosioni di marmi provenienti da terre lontane, legni carbonizzati che forse più di altri oggetti magnificamente conservati sintetizzano una vita quotidiana improvvisamente interrotta nel suo fluire. E poi piscine termali che, esplorate nel silenzio assoluto di aree chiuse al pubblico, mi lasciano immergere nelle profondità del mondo antico, facendolo rivivere attraverso le mie fotografie, nelle quali mi dissolvo. Ritengo sia questo il ruolo del fotografo d’arte: impregnarsi delle emozioni ricevute dalle opere e dai luoghi e cercare di coglierne l’essenza per restituirla, ma scomparendo nelle immagini, così che chi le osservi non pensi affatto di trovarsi di fronte a una finzione fotografica.”
Così si esprime il fotografo napoletano: “Una fanciulla dai rossi capelli al vento, la natura ‘in posa’ che prorompe in cascate di fogliame per i pennelli degli affrescatori, serpi che si dimenano, colorate esplosioni di marmi provenienti da terre lontane, legni carbonizzati che forse più di altri oggetti magnificamente conservati sintetizzano una vita quotidiana improvvisamente interrotta nel suo fluire. E poi piscine termali che, esplorate nel silenzio assoluto di aree chiuse al pubblico, mi lasciano immergere nelle profondità del mondo antico, facendolo rivivere attraverso le mie fotografie, nelle quali mi dissolvo. Ritengo sia questo il ruolo del fotografo d’arte: impregnarsi delle emozioni ricevute dalle opere e dai luoghi e cercare di coglierne l’essenza per restituirla, ma scomparendo nelle immagini, così che chi le osservi non pensi affatto di trovarsi di fronte a una finzione fotografica.”
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