Antonio Macrì tra realtà e sogno

Opera di Antonio Macrì

 

Dal 18 Dicembre 2021 al 09 Gennaio 2022

Lacco Ameno | Napoli

Luogo: Villa Gingerò

Indirizzo: Corso Angelo Rizzoli 194

Orari: dal martedì al sabato dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle ore 17:00. Domenica dalle 9:00 alle 13:00. Lunedì chiuso

Curatori: Massimo Ielasi

Enti promotori:

  • Assessorato alla Cultura del Comune di Lacco Ameno

Costo del biglietto: ingreso gratuito


E’ stata inaugurata sabato 18 dicembre alle ore 17:00 presso Villa Gingerò, nel complesso museale di Villa Arbusto a Lacco Ameno, la mostra “Antonio Macrì tra realtà e sogno”, antologica dedicata al pittore ischitano attraverso una significativa selezione di quaranta dipinti che ripercorrono l’evoluzione personale e artistica di uno dei talenti più sensibili e autentici della pittura isolana.
La mostra, promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Lacco Ameno e curata da Massimo Ielasi, offre una rassegna dei temi ricorrenti nella produzione dell’artista con lavori inediti e dipinti che ne ripercorrono l’intera parabola espressiva: dai ritratti e le nature morte degli anni ‘50 e ‘60, ai paesaggi onirici della memoria dei decenni successivi, fino alle ultime produzioni degli anni 2000, quando, dopo una fase di “chiarismo”, volta allo studio e uso della luce, all’evanescenza dell’immagine e alla sua poesia, nei dipinti di Macrì riappare il colore. E’ il ciclo delle processioni e delle scene del Natale, con le Annunciazioni, gli Zampognari e le Natività, attraverso cui l’autore reinterpreta in maniera personale il tema del sacro.

“Questa Mostra è l’antologica più completa che sia mai stata dedicata all’arte di Macrì”, spiega il curatore Massimo Ielasi. “Un omaggio doveroso che facciamo a uno dei nostri migliori artisti attraverso un excursus pittorico che riflette fedelmente la sua vita e la sua ricerca espressiva. Chi verrà a Villa Arbusto e visiterà la Mostra comprenderà appieno il pensiero e l’arte di questo pittore straordinario”.
“La riscoperta e la promozione dell’arte pittorica isolana, così come della storia e identità del nostro territorio, appartengono alle priorità della politica culturale della nostra amministrazione”, ha commentato la vice sindaca con delega alla Cultura Carla Tufano. “L'isola d'Ischia può infatti vantare generazioni di artisti nativi, o che qui si sono espressi compiutamente, con opere che hanno valicato i confini dell’attenzione locale, meritandosi risonanza nazionale e in molti casi internazionale”. 
 
Madre ischitana e padre calabrese, Antonio Macri è nato e vissuto sul porto di Ischia.
Appartiene a quella corrente di artisti isolani sulla quale hanno influito i grandi artisti stranieri e italiani che hanno a lungo soggiornato sull’Isola verde. Nel dopoguerra sostano nella locanda di famiglia Hans Purrman, Werner Gilles, Lelo Fiaux, Aldo Pagliacci ed altri pittoridi fama internazionale. 
In questo straordinario contesto, si forma un’intera generazione di artisti locali: Luigi De Angelis con i suoi figli Federico e Francesco, Aniellantonio Mascolo, Bolivar, Gino Coppa, Gabriele Mattera, Peperone, Mariolino Capuano, Mario Mazzella e lo stesso Macrì.
Dopo il diploma nautico, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Giovanni Colacicchi, letterato ed eccellente pittore figurativo. Negli anni ‘60 e ‘70 partecipa a molti concorsi nazionali di pittura, soprattutto di arte sacra. Inizia con una pittura “en plein air”:  in questo periodo iniziale, che risente ancora della formazione accademica, si occupa prevalentemente di paesaggi, ritratti di familiari e amici, scene di vita popolare.
Dalla metà degli anni ‘70 elegge come seconda dimora Parigi, dove torna più volte l’anno per studiare da vicino i grandi maestri e trovare nuove ispirazioni per il suo lavoro. I primi viaggi coincidono con il graduale abbandono della pittura dal vero e con l’avvio di una lunga e incessante ricerca basata sulla ‘memoria’. 
Una pittura che affronta ed indaga, con diverse modalità, il tema Ischia: paesaggi, personaggi, mestieri, scene di pesca e di vita in campagna, il mare, i fari e soprattutto il “suo” porto, vero e proprio perno ispiratore della sua prolifica produzione, nonché testimone della controversa trasformazione di quello che, da piccolo paradiso naturale, diventa convulso crocevia turistico-commerciale.

Scomparso nel 2018, Antonio Macri  è stato uomo schivo, umile e mite. Un paesaggista d’immaginazione che ha assecondato la sua naturale vocazione per la pittura nutrendosi di arte, ricerca, cultura e amicizia. Sperimentando, secondo l’ispirazione del momento, i temi e le tecniche che più lo hanno incuriosito e delle quali, ora, l’antologica a Villa Arbusto propone una sintesi essenziale. 
 

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