Sergio Ragalzi. Caos

© Sergio Ragalzi
Dal 29 Marzo 2017 al 26 Maggio 2017
Milano
Luogo: Spazio Borgogno
Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese 113
Orari: da martedì a venerdì 15-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 36695249
E-Mail info: info@spazioborgogno.com
Sito ufficiale: http://www.spazioborgogno.com
Quando negli anni ’80 in Italia e in Europa la pittura esprimeva le tensioni dell’uomo e della società in cambiamento attraverso gli aspetti vitalistici della forma, del segno e del colore, Ragalzi incominciava un percorso completamente opposto per temperatura e per sguardo sui temi dell’esistere. Passati gli anni caldi del concettualismo, delle pratiche performative e del corpo come portatore di verità storiche, politiche e sociali, erano emersi linguaggi che come quello transavanguardista o dei Nuovi selvaggi, tendevano a riaffermare la soggettività dell’artista, valori tanto figurativi quanto astratti, le possibilità della materia nel crossover col segno, le pulsioni di un operare nomadico nella tradizione dell’arte al fine di far emergere “l’istinto” dell’opera.
L’idea di toccare gli impulsi più profondi delle immagini e dei contenuti che essi veicolano è un nodo importante anche per Ragalzi, che però dà vita a un’indagine molto differente da quelle menzionate, focalizzandosi specificatamente sul senso di catastrofe che accompagna l’evolversi della specie, e su una analisi delle radici dell’esistenza e del loro riscontro visivo.
Dal punto di vista formale, l’artista tratta questi temi attraverso una narrazione asciugata da ogni elemento superfluo in cui i soggetti emergono come entità monumentale semplificate, come realtà assorbite dall’ombra e collassate nella tragicità del processo storico che ha portato il presente e che condurrà verso il futuro…La nota tragica che suona Ragalzi con i suoi neri ha a che fare con l’individuo, con la sua paura primordiale, e con quell’orientamento che coniuga conservazione, attaccamento e, al medesimo tempo, una estrema volontà deflagrante.
Resistere, dice però l’artista, è possibile, basta potersi trasformare e affiancare una “intuizione animalesca e primordiale” a un
profondo spirito umano, proprio come era stato per Gregorio Samsa all’indomani della sua sconvolgente Metamorfosi in insetto…
Queste le parole con cui Elena Forin presenta il lavoro di Sergio Ragalzi nel saggio introduttivo al catalogo che intitola la nuova
mostra allestita nei nostri spazi: CAOS; la più grande raccolta del lavoro dell’artista mai presentata fino ad oggi, con un percorso
temporale che spazia dagli esordi degli anni 80 fino ai lavori più recenti. Sono presentate oltre quattrocento opere tra quadri,
sculture ed installazioni.
La consistente mole di opere presentate all’interno dello spazio dà la possibilità di rendere ben visibili le iconografie cupe e
profonde che caratterizzano il percorso di Ragalzi, immergendo sguardo ed anima tra larve, siluri, insetti e forme biologiche i
mmerse in un Nero che da assenza di colore diventa qui carattere dominante, assoluto, denso e pesante. Gli “oggetti ansiosi” di
Ragalzi sono estremi, radicali e lasciano naturalmente emergere, a volte con una morbidezza destabilizzante, tutti i caratteri della degradata e colpevole coscienza contemporanea.
Sergio Ragalzi nasce a Torino nel 1951, dove vive e lavora. Esordisce sulla scena dell’arte italiana agli inizi degli anni ottanta, nel 1984 prende parte a Extemporanea, la mostra che consacra la riapertura degli spazi espositivi della galleria L’Attico, a Roma.
Ha lavorato con alcune delle principali gallerie italiane, Paludetto, Sargentini, Weber, Cannaviello, Annunciata, Grossetti, Repetto poi ancora Carlina, Allegretti, Delloro, Rolando Anselmi. Collabora con la nostra galleria fin dall’apertura dello spazio torinese di Via degli Artisti nel 92.
Di lui hanno scritto i più importanti critici: R.Fuchs, E.Crispolti, A.Bonito Oliva, E.Villa, M.Vescovo, M.Frisa, E.Pontiggia, L.Beatrice, R.Lambarelli, G.Curto, E.Forin, M.Tonelli, A.Rubini ed altri ancora.
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