Roberto Ciaccio. Soglie del tempo
Dal 08 Settembre 2022 al 15 Ottobre 2022
Milano
Luogo: BUILDING
Indirizzo: Via Monte di Pietà 23
Curatori: Francesco Tedeschi
Telefono per informazioni: +39 02 89094995
Sito ufficiale: http://www.building-gallery.com
“… Mancanza attesa stato di sospensione
Tra due estremi
Margine limite cancellazione
Intervallo, lacuna, breccia, apertura
spazio vuoto, interruzione
il farsi, il divenire (to be-come) nel tempo
della presenza”
Ciaccio, Sequenze, da Il volto del tempo, a cura di R. Bodei, Electa, Milano, 2002, p. 190.
BUILDING presenta dall’8 settembre al 15 ottobre 2022 la mostra Roberto Ciaccio. Soglie del tempo curata da Francesco Tedeschi con l’attivo contributo dell’Archivio Roberto Ciaccio, in particolare di Maria Pia e Silvia Ciaccio.
Il progetto espositivo raccoglie più di quaranta opere realizzate dall'artista tra il 1994 e il 2011 caratterizzate da un’astrazione pittorica di intensa concettualità, riferite ai temi portanti dell’opera di Ciaccio, in particolare il concetto di soglia, come atmosfera e forma imprendibile del passaggio fra un qui e un altrove, e quello di temporalità come tentativo di raccogliere il rapporto fra l’istante e l’essere.
La mostra si inserisce in una programmazione espositiva volta a mettere in luce il particolare valore di un confronto con l’opera d'arte come tramite tra il visibile e l’invisibile, introducendo altre dimensioni del sensibile. Ai confini del rapporto con l’accezione spirituale, termine su cui si valuta una parte dell’esperienza artistica che guarda alle profondità dell’immagine e del pensiero, le realizzazioni di Roberto Ciaccio sono esperienza concreta di un contatto con le forme, la luce, il colore e i materiali che le incarnano, le assorbono, le manifestano.
Il percorso espositivo è scandito in tre momenti che mettono a fuoco differenti tipologie di opere e tematiche.
Nell’ambiente al piano terra predominano i lavori realizzati con metalli, quali ferro e rame, nelle lastre che diversamente Ciaccio ha adoperato per creare delle forme fisse o idealmente in movimento, agendo sulle loro dimensioni, la loro disposizione nello spazio, le loro qualità di restituzione e trasformazione della luce. In alcune di queste, il carattere specchiante e la struttura stessa della superficie intaccata dagli inchiostri o da altre tecniche di lavorazione producono l'effetto di una cornice interna o di una “soglia” sospesa.
Il percorso prosegue al secondo piano, dove sono presentati alcuni monoprints caratterizzati da tonalità scure, notturne, con i quali Ciaccio interpreta il rapporto con il mistero del vuoto, ai confini del silenzio, del nulla, dove una presenza di luminosità interna è però sempre attiva. Queste opere, tra le più “pittoriche” del suo percorso, si dispongono con uno sviluppo a dittico o trittico, fino a raggiungere il carattere di vere e proprie “sequenze”. Due di queste realizzazioni in più parti, Disseminazioni (2001) e Le Son des Ténèbres (2003-2006), sono presentate per creare uno sviluppo spazio-temporale di particolare suggestione, nel ripetersi con variazioni di un medesimo tema cromatico.
Il terzo momento della mostra è costituito da lavori di carattere fortemente luminoso, chiaro, all’interno dei quali i soggetti del riquadro, dello schermo, della croce, intendono offrire un ulteriore aspetto del grado di trasformazione che le ermetiche elaborazioni di Ciaccio offrono, nel passaggio tra una percezione immediata della forma-colore e la sua risonanza interiore, dove il tempo si fa luce.
La mostra sarà completata da un catalogo, edito da BUILDING, nel quale saranno riprodotte le opere esposte e ambientate, con testi di Francesco Tedeschi, Maria Pia Ciaccio e ripresa di scritti di Roberto Ciaccio e di Remo Bodei, che ha condiviso molte delle avventure intraprese da Ciaccio nel corso del tempo, attraverso numerosi contributi teorici.
Roberto Ciaccio (Roma, 1951 – Milano, 2014) si avvicina con vivo interesse alla pratica artistica già a partire dal 1968. Dopo una fase di sperimentazione caratterizzata dall’impiego di tecniche e materiali differenti per la realizzazione di opere a rilievo ai limiti tra pittura e scultura e dall’uso costante della bicromia per la focalizzazione di un rapporto dialettico interno/esterno, a partire dagli anni Ottanta si orienta verso un’astrazione pittorica di intensa concettualità, alla ricerca dell’origine dell’opera d’arte e dell’essenza oltre l’immagine.
Nel 1981 avviene l’incontro con lo stampatore-editore Giorgio Upiglio, con cui si instaura un lungo e intenso sodalizio che porta alla creazione di opere significative nel percorso artistico di Roberto Ciaccio, come per esempio Annotazioni di luce in otto momenti per Holzwege di Martin Heidegger (1990-1993), Infinitononfinito e Leçons de Ténèbres/Le Son des Ténèbres. Revenants (2003-2006).
Luce, tempo, traccia e memoria sono le dimensioni costitutive della sua poetica. Fondamentale è anche il confronto con discipline affini, quali la musica e soprattutto la filosofia contemporanea, che porta l’artista a intensificare il dialogo con Jacques Derrida e Remo Bodei.
Tra le mostre più rappresentative si ricordano Roberto Ciaccio. Il dono dell’origine al MUSEC di Lugano (2022), Roberto Ciaccio. La voce dei metalli al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano (2020), Roberto Ciaccio. Lucematrice a Genova (2013), Roberto Ciaccio. Inter/Vallum al Palazzo Reale di Milano (2011), Le Son des Ténèbres. Risonanza / Revenance all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (2008) e Roberto Ciaccio. Revenants – Rispecchiamenti della matrice – Widerspiegelungen der Matrix allo Staatiliche Museen zu Berlin di Berlino (2006).
Tra due estremi
Margine limite cancellazione
Intervallo, lacuna, breccia, apertura
spazio vuoto, interruzione
il farsi, il divenire (to be-come) nel tempo
della presenza”
Ciaccio, Sequenze, da Il volto del tempo, a cura di R. Bodei, Electa, Milano, 2002, p. 190.
BUILDING presenta dall’8 settembre al 15 ottobre 2022 la mostra Roberto Ciaccio. Soglie del tempo curata da Francesco Tedeschi con l’attivo contributo dell’Archivio Roberto Ciaccio, in particolare di Maria Pia e Silvia Ciaccio.
Il progetto espositivo raccoglie più di quaranta opere realizzate dall'artista tra il 1994 e il 2011 caratterizzate da un’astrazione pittorica di intensa concettualità, riferite ai temi portanti dell’opera di Ciaccio, in particolare il concetto di soglia, come atmosfera e forma imprendibile del passaggio fra un qui e un altrove, e quello di temporalità come tentativo di raccogliere il rapporto fra l’istante e l’essere.
La mostra si inserisce in una programmazione espositiva volta a mettere in luce il particolare valore di un confronto con l’opera d'arte come tramite tra il visibile e l’invisibile, introducendo altre dimensioni del sensibile. Ai confini del rapporto con l’accezione spirituale, termine su cui si valuta una parte dell’esperienza artistica che guarda alle profondità dell’immagine e del pensiero, le realizzazioni di Roberto Ciaccio sono esperienza concreta di un contatto con le forme, la luce, il colore e i materiali che le incarnano, le assorbono, le manifestano.
Il percorso espositivo è scandito in tre momenti che mettono a fuoco differenti tipologie di opere e tematiche.
Nell’ambiente al piano terra predominano i lavori realizzati con metalli, quali ferro e rame, nelle lastre che diversamente Ciaccio ha adoperato per creare delle forme fisse o idealmente in movimento, agendo sulle loro dimensioni, la loro disposizione nello spazio, le loro qualità di restituzione e trasformazione della luce. In alcune di queste, il carattere specchiante e la struttura stessa della superficie intaccata dagli inchiostri o da altre tecniche di lavorazione producono l'effetto di una cornice interna o di una “soglia” sospesa.
Il percorso prosegue al secondo piano, dove sono presentati alcuni monoprints caratterizzati da tonalità scure, notturne, con i quali Ciaccio interpreta il rapporto con il mistero del vuoto, ai confini del silenzio, del nulla, dove una presenza di luminosità interna è però sempre attiva. Queste opere, tra le più “pittoriche” del suo percorso, si dispongono con uno sviluppo a dittico o trittico, fino a raggiungere il carattere di vere e proprie “sequenze”. Due di queste realizzazioni in più parti, Disseminazioni (2001) e Le Son des Ténèbres (2003-2006), sono presentate per creare uno sviluppo spazio-temporale di particolare suggestione, nel ripetersi con variazioni di un medesimo tema cromatico.
Il terzo momento della mostra è costituito da lavori di carattere fortemente luminoso, chiaro, all’interno dei quali i soggetti del riquadro, dello schermo, della croce, intendono offrire un ulteriore aspetto del grado di trasformazione che le ermetiche elaborazioni di Ciaccio offrono, nel passaggio tra una percezione immediata della forma-colore e la sua risonanza interiore, dove il tempo si fa luce.
La mostra sarà completata da un catalogo, edito da BUILDING, nel quale saranno riprodotte le opere esposte e ambientate, con testi di Francesco Tedeschi, Maria Pia Ciaccio e ripresa di scritti di Roberto Ciaccio e di Remo Bodei, che ha condiviso molte delle avventure intraprese da Ciaccio nel corso del tempo, attraverso numerosi contributi teorici.
Roberto Ciaccio (Roma, 1951 – Milano, 2014) si avvicina con vivo interesse alla pratica artistica già a partire dal 1968. Dopo una fase di sperimentazione caratterizzata dall’impiego di tecniche e materiali differenti per la realizzazione di opere a rilievo ai limiti tra pittura e scultura e dall’uso costante della bicromia per la focalizzazione di un rapporto dialettico interno/esterno, a partire dagli anni Ottanta si orienta verso un’astrazione pittorica di intensa concettualità, alla ricerca dell’origine dell’opera d’arte e dell’essenza oltre l’immagine.
Nel 1981 avviene l’incontro con lo stampatore-editore Giorgio Upiglio, con cui si instaura un lungo e intenso sodalizio che porta alla creazione di opere significative nel percorso artistico di Roberto Ciaccio, come per esempio Annotazioni di luce in otto momenti per Holzwege di Martin Heidegger (1990-1993), Infinitononfinito e Leçons de Ténèbres/Le Son des Ténèbres. Revenants (2003-2006).
Luce, tempo, traccia e memoria sono le dimensioni costitutive della sua poetica. Fondamentale è anche il confronto con discipline affini, quali la musica e soprattutto la filosofia contemporanea, che porta l’artista a intensificare il dialogo con Jacques Derrida e Remo Bodei.
Tra le mostre più rappresentative si ricordano Roberto Ciaccio. Il dono dell’origine al MUSEC di Lugano (2022), Roberto Ciaccio. La voce dei metalli al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano (2020), Roberto Ciaccio. Lucematrice a Genova (2013), Roberto Ciaccio. Inter/Vallum al Palazzo Reale di Milano (2011), Le Son des Ténèbres. Risonanza / Revenance all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (2008) e Roberto Ciaccio. Revenants – Rispecchiamenti della matrice – Widerspiegelungen der Matrix allo Staatiliche Museen zu Berlin di Berlino (2006).
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