Protocombo
![T-Yong Chung, Michele Gabriele, Jonathan Vivacqua. Protocombo, MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone T-Yong Chung, Michele Gabriele, Jonathan Vivacqua. Protocombo, MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone](http://www.arte.it/foto/600x450/ca/19770-protocombo.jpg)
T-Yong Chung, Michele Gabriele, Jonathan Vivacqua. Protocombo, MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone
Dal 01 Febbraio 2014 al 09 Marzo 2014
Lissone | Milano
Luogo: MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone
Indirizzo: viale Padania 6
Orari: martedì, mercoledì e venerdì 15-19; giovedì 15-23; sabato e domenica 10-12/ 15-19
Curatori: Alberto Zanchetta
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 039 2145174
E-Mail info: museo@comune.lissone.mb.it
Sito ufficiale: http://www.comune.lissone.mb.it
L’arte, che potremmo spiegare in tanti e differenti modi, ha tra le sue prerogative la condivisione degli spazi. Tale atteggiamento (troppo spesso dimenticato dagli addetti ai lavori) ha esortato Alberto Zanchetta a consegnare le nuove collezioni del MAC di Lissone in mano a tre artisti affinché stabiliscano una sinergia tra le tecniche e le poetiche altrui, instaurando così un dialogo – oltre che un inedito sviluppo – tra le opere permanenti del museo. Ideato da T-yong Chung [Tae-gu, South Korea, 1977], Michele Gabriele [Fondi, 1983] e Jonathan Vivacqua [Erba, 1986], il progetto Protocombo rende necessari dei ripensamenti e dei mbiamenti rispetto alle consuete dinamiche espositive. In questo clima di incontro/confronto, lo spazio espositivo diventa un’arena relazionale in cui poter attuare una pratica di rimescolamento e risignificazione. Uniti sotto il profilo concettuale ma diversificati nella resa stilistica, le inferenze dei tre artisti fanno tesoro della condivisione d’intenti, di idee e di spazi che è all’origine del progetto. In base a una logica cognitivocomparativa, Chung, Gabriele e Vivacqua riflettono su questo “temporaneo passaggio di proprietà” e sul concetto stesso di collezione; essi stessi si improvvisano collezionisti che intendono dedicare i propri interventi (che potremmo definire “amorosi”) alle opere altrui.
Come spiegano gli stessi artisti, l’opera Stay Together di T-yong Chung consiste nel cercare un punto di equilibrio tra le opere: «con una tecnica scultorea verranno realizzati dei basamenti-mensole su cui disporre uno o più lavori degli artisti presenti nella collezione permanente. L’intento non è quello di mescolare o violare le opere, si cercherà anzi di disporle al meglio, studiandone le peculiarità e la cultura d’appartenenza». Coprerte-Connection-Collection di Michele Gabriele sancisce il complicato rapporto tra una sua piccola collezione di coperte e tessuti con le opere della collezione. «Basandomi sull’arbitrarietà, propria di qualsiasi scelta, e sull’arroganza del gusto, alcune opere verranno parzialmente o totalmente coperte dai tessuti, così da eleggerle o biasimarle». L’intervento Ti ho detto di no di Jonathan Vivacqua prevede invece il posizionamento di “forme molli” che possono ricordare degli enormi molluschi. «Con queste forme si giocherà con la presenza fisica delle o ere, così come farebbe un bambino ignaro del loro valore culturale; i “molluschi” richiameranno la collezione, assorbendone le caratteristiche cromatico-materiche».
Come spiegano gli stessi artisti, l’opera Stay Together di T-yong Chung consiste nel cercare un punto di equilibrio tra le opere: «con una tecnica scultorea verranno realizzati dei basamenti-mensole su cui disporre uno o più lavori degli artisti presenti nella collezione permanente. L’intento non è quello di mescolare o violare le opere, si cercherà anzi di disporle al meglio, studiandone le peculiarità e la cultura d’appartenenza». Coprerte-Connection-Collection di Michele Gabriele sancisce il complicato rapporto tra una sua piccola collezione di coperte e tessuti con le opere della collezione. «Basandomi sull’arbitrarietà, propria di qualsiasi scelta, e sull’arroganza del gusto, alcune opere verranno parzialmente o totalmente coperte dai tessuti, così da eleggerle o biasimarle». L’intervento Ti ho detto di no di Jonathan Vivacqua prevede invece il posizionamento di “forme molli” che possono ricordare degli enormi molluschi. «Con queste forme si giocherà con la presenza fisica delle o ere, così come farebbe un bambino ignaro del loro valore culturale; i “molluschi” richiameranno la collezione, assorbendone le caratteristiche cromatico-materiche».
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