Potenza del colore. Mario Arlati: antico-contemporaneo

Mario Arlati, Coca Cola, 2002, tecnica mista su tela, cm. 40x40
Dal 12 Giugno 2014 al 12 Settembre 2014
Milano
Luogo: Banca Generali Private Banking
Indirizzo: piazza S. Alessandro 4
Orari: Giugno 2014 tutti i giovedì 15-18; martedì e mercoledì su appuntamento. Agosto-settembre 2014 martedì, mercoledì e giovedì su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 02 6076 5683
E-Mail info: receptionprivatemi@bancagenerali.it
Sito ufficiale: http://www.marioarlati.com
Dal 12 giugno al 12 settembre 2014, nella sede di Banca Generali Private Banking a Milano, si terrà la mostra “Potenza del colore” che propone un viaggio nell’universo cromatico di Mario Arlati (Milano, 1947) in costante dialettica con i maestri classici sulla base dell’esaltazione del colore.
Curata da Elisabetta Longari, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Brera, e prodotta da Banca Generali in collaborazione con “Contini Galleria D’Arte” e “Giorgio Baratti Gallerie”, la rassegna presenterà 27 opere realizzate dall’artista milanese tra la metà degli anni Settanta ai nostri giorni, attraverso un percorso di ricerca che inizia dai “muri”, ai “monocromi” (realizzati appena giunto ad Ibiza alla fine degli anni ’70), per poi passare alla “luce”, gli “ori”, i “trapos” nati dall’incidentale caduta di colore sugli stracci.
L’esposizione nasce dall'accostamento di dipinti di Arlati a opere storiche di autori quali Guido Reni, Marco Ricci, Carlo Cignani, Giambattista Crosato e altri. Il legame classico-contemporaneo, secondo una logica di eloquenti rimandi, rappresenta una proposta innovativa di grande rilievo; un esempio sperimentale di un percorso dell'arte incentrato sul colore, rivolto prima di tutto all'immediatezza della percezione.
“Siamo molto felici di aprire le porte della nostra sede di Piazza Sant’Alessandro ed ospitare una mostra dai tratti innovativi in un dialogo tra antico e contemporaneo che nell’elogio del colore e nel confronto con grandi opere dell’antichità colpisce gli animi per il suo dinamismo e carica emotiva – dichiara Piermario Motta, Amministratore Delegato di Banca Generali - L’immaginazione cromatica di Mario Arlati, che si espande dalla tela fino ad immensi grattacieli sposando fisicità e materia evoca grande energia e forza e ci ha immediatamente colpito per la fisicità e la positività che emana”.
“Mario Arlati lavora principalmente proprio sull'energia, sulla sostanza e sulla consistenza del colore, qualsiasi sia il colore prescelto, il giallo come il rosso come il blu, o che sulla superficie disponga una riunione di diversi elementi cromatici - afferma Elisabetta Longari, nel suo testo in catalogo - Al linguaggio del colore Arlati si affida in modo spericolato, il che genera nell'osservatore un'esperienza perennemente in fieri: i colori sono sorpresi allo stato nascente, mentre mutano pelle, evolvono”.
Mario Arlati nasce a Milano nel 1947 e si forma alla Scuola d’Arte del Castello Sforzesco. Seguendo questo indirizzo le prime opere sono nel più puro stile figurativo, ma negli anni ’70 scopre la sua dimensione ad Ibiza. Da allora l’artista vive e lavora nell’isola delle Baleari parecchi mesi all’anno e le sue opere sono una chiara testimonianza del coinvolgimento artistico avvenuto con l’isola. Dal figurativo passa infatti all’informale materico, seguendo le tracce della scuola spagnola. La materia per Arlati rappresenta un’immagine interiore, fatta di sentimenti, di evocazioni che riguardano il paesaggio. I suoi “muri” testimoniano la ricerca di una materia vissuta senza funzioni; la pittura è materia dentro cui si cela altra materia.
Curata da Elisabetta Longari, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Brera, e prodotta da Banca Generali in collaborazione con “Contini Galleria D’Arte” e “Giorgio Baratti Gallerie”, la rassegna presenterà 27 opere realizzate dall’artista milanese tra la metà degli anni Settanta ai nostri giorni, attraverso un percorso di ricerca che inizia dai “muri”, ai “monocromi” (realizzati appena giunto ad Ibiza alla fine degli anni ’70), per poi passare alla “luce”, gli “ori”, i “trapos” nati dall’incidentale caduta di colore sugli stracci.
L’esposizione nasce dall'accostamento di dipinti di Arlati a opere storiche di autori quali Guido Reni, Marco Ricci, Carlo Cignani, Giambattista Crosato e altri. Il legame classico-contemporaneo, secondo una logica di eloquenti rimandi, rappresenta una proposta innovativa di grande rilievo; un esempio sperimentale di un percorso dell'arte incentrato sul colore, rivolto prima di tutto all'immediatezza della percezione.
“Siamo molto felici di aprire le porte della nostra sede di Piazza Sant’Alessandro ed ospitare una mostra dai tratti innovativi in un dialogo tra antico e contemporaneo che nell’elogio del colore e nel confronto con grandi opere dell’antichità colpisce gli animi per il suo dinamismo e carica emotiva – dichiara Piermario Motta, Amministratore Delegato di Banca Generali - L’immaginazione cromatica di Mario Arlati, che si espande dalla tela fino ad immensi grattacieli sposando fisicità e materia evoca grande energia e forza e ci ha immediatamente colpito per la fisicità e la positività che emana”.
“Mario Arlati lavora principalmente proprio sull'energia, sulla sostanza e sulla consistenza del colore, qualsiasi sia il colore prescelto, il giallo come il rosso come il blu, o che sulla superficie disponga una riunione di diversi elementi cromatici - afferma Elisabetta Longari, nel suo testo in catalogo - Al linguaggio del colore Arlati si affida in modo spericolato, il che genera nell'osservatore un'esperienza perennemente in fieri: i colori sono sorpresi allo stato nascente, mentre mutano pelle, evolvono”.
Mario Arlati nasce a Milano nel 1947 e si forma alla Scuola d’Arte del Castello Sforzesco. Seguendo questo indirizzo le prime opere sono nel più puro stile figurativo, ma negli anni ’70 scopre la sua dimensione ad Ibiza. Da allora l’artista vive e lavora nell’isola delle Baleari parecchi mesi all’anno e le sue opere sono una chiara testimonianza del coinvolgimento artistico avvenuto con l’isola. Dal figurativo passa infatti all’informale materico, seguendo le tracce della scuola spagnola. La materia per Arlati rappresenta un’immagine interiore, fatta di sentimenti, di evocazioni che riguardano il paesaggio. I suoi “muri” testimoniano la ricerca di una materia vissuta senza funzioni; la pittura è materia dentro cui si cela altra materia.
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