Pompeo Mariani (1857-1927). Impressionista italiano
Dal 28 Febbraio 2014 al 03 Maggio 2014
Milano
Luogo: Galleria Bottegantica
Indirizzo: via Manzoni 45
Orari: da martedì a sabato 10-13/ 15-19
Curatori: Enzo Savoia, Stefano Bosi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 62695489 / 02 62027120
E-Mail info: info@bottegantica.com
Sito ufficiale: http://www.bottegantica.com
L’esposizione presenterà 100 capolavori di uno dei principali esponenti della pittura italiana dell’Ottocento, in grado di ripercorrere le tappe fondamentali della sua carriera artistica.
Dal 28 febbraio al 3 maggio 2014, la Galleria Bottegantica di Milano ospiterà la mostra dedicata a Pompeo Mariani (Monza, 1857 – Bordighera, IM, 1927).
Clicca qui per le foto della mostra
L’esposizione, organizzata in collaborazione con la Fondazione Pompeo Mariani di Bordighera e curata da Enzo Savoia e Stefano Bosi, presenterà 100 capolavori, provenienti da importanti collezioni private italiane e straniere, in grado di documentare la ricerca di soluzioni stilistiche nuove e moderne e la varietà delle tematiche affrontate da uno dei principali esponenti della pittura italiana dell’Ottocento.
Pompeo Mariani fu felice interprete della società di cui fece parte, ne seppe cogliere l’eleganza e le sfumature più vitali; attraverso una tecnica coloristica vivace e armoniosa, rappresentò nei suoi quadri una molteplicità di soggetti che spaziano dalle vedute del parco di Monza a quelle del porto di Genova, dalle marine in burrasca di Bordighera alle sale affollate del Casinò di Montecarlo, sino alle sconfinate distese verdi delle lanche del Ticino. Tra i temi dipinti dall’artista vi furono anche i teatri, i caffè, le corse dei cavalli; luoghi preposti alla vita sociale, palpitanti di volti umani e ricolmi di quel dinamismo e di quella fiducia nel progresso che hanno caratterizzato gli anni ruggenti della Belle Époque.
Il percorso espositivo si snoderà attraverso una serie di opere di grande importanza storico-critica, come quelle dedicate al periodo della Belle Époque, di cui Mariani con ironia registrò i trionfi ed esaltò gli eccessi: nel Palco alla Scala (1900), Attenti alle pozzanghere (1904-1908), La lettera d’amore (1908), Le inglesi al Tè (1908), Le perdute a Montecarlo (1909 circa), I sistemisti alla roulette (1910).
Finito il concerto (1914) e Il tavolo verde-Montecarlo (1916 circa) documentano bene la lunga, quanto attenta riflessione dell’artista monzese per il rituale mondano della nobiltà, italiana e straniera, e superano l’elemento descrittivo per un’autonomia di costruzione di figure eteree tra gli interni lussuosi dei casinò di Montecarlo e di Sanremo, del caffè Cova o tra i verdi prati di San Siro a Milano.
Molto interessanti sono anche i “paesaggi d’acqua”, tra cui le vedute del porto di Genova, nelle quali Mariani coglie i più delicati effetti atmosferici delle ore estreme del giorno, e le “impressioni” marine dell’amata Bordighera, che frequenta a partire dal 1889 e dove si trasferisce definitivamente nel 1907. Esemplari, a riguardo, sono Effetto di luna (1885), La Lancia Reale alla feste Colombiane (1892), Umberto I Re d’Italia entra a Genova l’8 settembre 1892 (1892), Mare in burrasca (1906) e La calma (1918): lo studio attento del flusso e riflusso delle maree, il frangersi delle onde contro gli scogli, il volo dei gabbiani, il loro posarsi sulle onde, il veloce immergersi per procurarsi il cibo, testimoniano i lunghi appostamenti e le accurate osservazioni da parte di Mariani.
A queste vedute “pure” si affiancano i paesaggi animati dalla presenza umana ambientati alla Zelata – spiaggia inondata dalle acque del Ticino nei pressi di Bereguardo, vicino a Pavia – fra cui Cacciatori alla Zelata d’inverno (1894), dove il naturalismo degli anni precedenti si apre all’impressione del vero e si incanala verso una crescente libertà esecutiva che Mariani applica anche alle opere di soggetto orientale, realizzate durante il viaggio compiuto in Egitto nel 1881 e documentate in mostra da Mercato al Cairo (1881), Veduta delle Piramidi (1881) e da Ragazza del Cairo (1881); in questi lavori, la sua tavolozza si rischiara e si impreziosisce di gialli squillanti e di azzurri intensi.
L’esposizione si chiude idealmente con la sezione dedicata alla ritrattistica, genere al quale Mariani si dedica nel corso di tutta la sua carriera, giungendo a esiti straordinari sia nelle opere a olio, come il vigoroso Ritratto di Thea Rossi (1882), sia in quelle a pastello, come Ritratto femminile (1903 circa) e Ritratto di signora in azzurro (1908 circa), capaci di fissare in un attimo un’espressione, uno stato d’animo.
L’iniziativa milanese rappresenta un ulteriore contributo allo studio e alla conoscenza della lunga, quanto fortunata parabola artistica di Mariani, iniziata nel 1878 a Milano sotto l’egida del pittore Eleuterio Pagliano e conclusasi con tutti gli onori a Bordighera, in Liguria, nel 1927: nella sua carriera Mariani ha esposto infatti in ben 480 mostre, ottenendo – unico artista al mondo – quattordici medaglie d’oro e nove d’argento, mentre le sue opere hanno avuto acquirenti illustri quali, ad esempio, Andrew Carnegie, Charlie Chaplin, Max Linder, Giacomo Puccini, Arturo Toscanini, Adolph Thiem, lo zar di Russia Nicola II, la Real Casa di Savoia, le famiglie Bernasconi, Florio, Rockefeller e Rothschild.
Dal 28 febbraio al 3 maggio 2014, la Galleria Bottegantica di Milano ospiterà la mostra dedicata a Pompeo Mariani (Monza, 1857 – Bordighera, IM, 1927).
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L’esposizione, organizzata in collaborazione con la Fondazione Pompeo Mariani di Bordighera e curata da Enzo Savoia e Stefano Bosi, presenterà 100 capolavori, provenienti da importanti collezioni private italiane e straniere, in grado di documentare la ricerca di soluzioni stilistiche nuove e moderne e la varietà delle tematiche affrontate da uno dei principali esponenti della pittura italiana dell’Ottocento.
Pompeo Mariani fu felice interprete della società di cui fece parte, ne seppe cogliere l’eleganza e le sfumature più vitali; attraverso una tecnica coloristica vivace e armoniosa, rappresentò nei suoi quadri una molteplicità di soggetti che spaziano dalle vedute del parco di Monza a quelle del porto di Genova, dalle marine in burrasca di Bordighera alle sale affollate del Casinò di Montecarlo, sino alle sconfinate distese verdi delle lanche del Ticino. Tra i temi dipinti dall’artista vi furono anche i teatri, i caffè, le corse dei cavalli; luoghi preposti alla vita sociale, palpitanti di volti umani e ricolmi di quel dinamismo e di quella fiducia nel progresso che hanno caratterizzato gli anni ruggenti della Belle Époque.
Il percorso espositivo si snoderà attraverso una serie di opere di grande importanza storico-critica, come quelle dedicate al periodo della Belle Époque, di cui Mariani con ironia registrò i trionfi ed esaltò gli eccessi: nel Palco alla Scala (1900), Attenti alle pozzanghere (1904-1908), La lettera d’amore (1908), Le inglesi al Tè (1908), Le perdute a Montecarlo (1909 circa), I sistemisti alla roulette (1910).
Finito il concerto (1914) e Il tavolo verde-Montecarlo (1916 circa) documentano bene la lunga, quanto attenta riflessione dell’artista monzese per il rituale mondano della nobiltà, italiana e straniera, e superano l’elemento descrittivo per un’autonomia di costruzione di figure eteree tra gli interni lussuosi dei casinò di Montecarlo e di Sanremo, del caffè Cova o tra i verdi prati di San Siro a Milano.
Molto interessanti sono anche i “paesaggi d’acqua”, tra cui le vedute del porto di Genova, nelle quali Mariani coglie i più delicati effetti atmosferici delle ore estreme del giorno, e le “impressioni” marine dell’amata Bordighera, che frequenta a partire dal 1889 e dove si trasferisce definitivamente nel 1907. Esemplari, a riguardo, sono Effetto di luna (1885), La Lancia Reale alla feste Colombiane (1892), Umberto I Re d’Italia entra a Genova l’8 settembre 1892 (1892), Mare in burrasca (1906) e La calma (1918): lo studio attento del flusso e riflusso delle maree, il frangersi delle onde contro gli scogli, il volo dei gabbiani, il loro posarsi sulle onde, il veloce immergersi per procurarsi il cibo, testimoniano i lunghi appostamenti e le accurate osservazioni da parte di Mariani.
A queste vedute “pure” si affiancano i paesaggi animati dalla presenza umana ambientati alla Zelata – spiaggia inondata dalle acque del Ticino nei pressi di Bereguardo, vicino a Pavia – fra cui Cacciatori alla Zelata d’inverno (1894), dove il naturalismo degli anni precedenti si apre all’impressione del vero e si incanala verso una crescente libertà esecutiva che Mariani applica anche alle opere di soggetto orientale, realizzate durante il viaggio compiuto in Egitto nel 1881 e documentate in mostra da Mercato al Cairo (1881), Veduta delle Piramidi (1881) e da Ragazza del Cairo (1881); in questi lavori, la sua tavolozza si rischiara e si impreziosisce di gialli squillanti e di azzurri intensi.
L’esposizione si chiude idealmente con la sezione dedicata alla ritrattistica, genere al quale Mariani si dedica nel corso di tutta la sua carriera, giungendo a esiti straordinari sia nelle opere a olio, come il vigoroso Ritratto di Thea Rossi (1882), sia in quelle a pastello, come Ritratto femminile (1903 circa) e Ritratto di signora in azzurro (1908 circa), capaci di fissare in un attimo un’espressione, uno stato d’animo.
L’iniziativa milanese rappresenta un ulteriore contributo allo studio e alla conoscenza della lunga, quanto fortunata parabola artistica di Mariani, iniziata nel 1878 a Milano sotto l’egida del pittore Eleuterio Pagliano e conclusasi con tutti gli onori a Bordighera, in Liguria, nel 1927: nella sua carriera Mariani ha esposto infatti in ben 480 mostre, ottenendo – unico artista al mondo – quattordici medaglie d’oro e nove d’argento, mentre le sue opere hanno avuto acquirenti illustri quali, ad esempio, Andrew Carnegie, Charlie Chaplin, Max Linder, Giacomo Puccini, Arturo Toscanini, Adolph Thiem, lo zar di Russia Nicola II, la Real Casa di Savoia, le famiglie Bernasconi, Florio, Rockefeller e Rothschild.
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