Nicolas Momein. Steady sideslip
Dal 26 Novembre 2015 al 09 Gennaio 2015
Milano
Luogo: Fondazione Rivoli2
Indirizzo: via Rivoli 2
Orari: dal martedì al venerdì 16-19; sabato 15.30-19.30 e su appuntamento
Curatori: Stefano Castelli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 84140208
E-Mail info: info@rivolidue.org
Sito ufficiale: http://www.rivolidue.org
Prima esposizione in Italia per il giovane artista francese, la mostra, concepita per gli spazi della fondazione, riunisce opere recenti che ben rappresentano il suo peculiare approccio alla scultura. Rinnovando il linguaggio plastico anche rispetto alle sue più recenti evoluzioni, Momein supera la dicotomia tra scultura e installazione, esplora il rapporto tra opera e ambiente espositivo, mette in collegamento l'opera d'arte con la realtà sociale in cui essa nasce. Molte delle sue creazioni nascono infatti da visite in atelier e piccole industrie della sua regione. Il dialogo con gli artigiani porta l'artista a sperimentare materiali e tecniche inconsueti per l'arte.
Le sue sculture sono astrazioni di forme e oggetti riconoscibili. Oggetti e materiali quotidiani (tessuti, metalli, cibo, arredi, attrezzi) vengono trasformati oppure combinati tra di loro. Perdono così la loro funzionalità e tendono alla forma pura, senza cancellare del tutto la loro origine.
La componente simbolica delle sculture di Momein è marcata, ma senza mai scadere nel letterale o nella narrazione: in alcune opere si scorgono allusioni agli ambienti della vita sociale, alle forme dell'architettura e dell'arredo d'interni, spesso costrittive e standardizzate. Anche il design viene evocato, ma trasportato a misura d'uomo, allontanato dal pericolo della freddezza e della serialità e rivitalizzato tramite l'artigianalità.
Tra le opere esposte, le Sculptures par exemple ben rappresentano la proliferazione di forme che caratterizza l'artista. Assemblaggi di diversi oggetti e materiali, ricchi di contrasti di colore, questi lavori ricordano mobili o suppellettili la cui funzione è ormai incerta, come in seguito a un rimescolamento. Le sculture del ciclo Semences aux wasabi giocano con il contrasto tra stabilità e precarietà: i chiodi che ne costellano la superficie sono tenuti in posizione da magneti celati all'interno della scultura. Il colore sparso sulla superficie, che evoca la pittura, è realizzato con materiali commestibili. Nei video, opere compiute ma anche testimonianza del processo di realizzazione degli altri lavori, i materiali reperiti negli atelier degli artigiani vengono utilizzati per creare forme astratte, spesso dalla forte componente pittorica.
Spiega l'artista: "Le mie sculture si nutrono dei materiali più diversi. Il mio interesse si orienta verso le pratiche di artigiani, operai o agricoltori. Queste situazioni mi portano a sviluppare un'economia di lavoro collaborativo, basata su procedimenti e materiali tipici di lavori di solito poco visibili e considerati. Portando fuori dal contesto questi materiali e questi gesti, cerco di mettere in atto una rivalità tra dimensione funzionale e valore scultoreo degli oggetti, senza decidere quale dei due domini".
Nicolas Momein (Saint-Étienne FR 1980) vive e lavora a Saint-Ètienne e Parigi. Si diploma all'Ècole supérieure d'art et de design di Saint-Ètienne e ottiene un master all'Haute école d'art et de design di Ginevra. Il suo curriculum comprende numerose mostre in gallerie e istituzioni francesi e svizzere. Nel 2013 è selezionato per la mostra Rendez-vous, allo Iac di Villeurbanne; nel 2015, la sua mostra personale alla galerie Tator di Lione è inserita nel programma collaterale della Biennale di Lione. Sempre nel 2015, tiene una personale alle Èglises de Chelles. Tra le altre istituzioni che hanno esposto le sue opere figurano il Centre d'art contemporain de Genève, il Cân di Neuchâtel, La Galerie (centre d'art contemporain de Noisy-le-Sec) e il Magasin di Grenoble. Ha partecipato a numerose residenze, ultima quella alla Cité des arts di Parigi. Tra i premi ricevuti, il Prix des amis jeune création/Galeries nomades (2015).
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