Marta Mànduca. Il limite del sublime
![Marta Mànduca. Il limite del sublime, Fondazione Matalon, Milano Marta Mànduca. Il limite del sublime, Fondazione Matalon, Milano](http://www.arte.it/foto/600x450/ba/19907-croppedimage240190-Concetto-dellartelow.jpg)
Marta Mànduca. Il limite del sublime, Fondazione Matalon, Milano
Dal 06 Febbraio 2014 al 01 Marzo 2014
Milano
Luogo: Fondazione Matalon
Indirizzo: Foro Bonaparte 67
Orari: da martedì a sabato 10-19
Curatori: Giovanni Faccenda
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 878781/ 02 45470885
E-Mail info: fineart@fondazionematalon.org
Sito ufficiale: http://www.fondazionematalon.org
Artista autodidatta, il suo percorso artistico dimostra che la sua sensibilità è l'unico "strumento" per rappresentare con
naturalezza ciò che vede ma soprattutto ciò che sente. "Tutta la tavolozza di questa pittrice è utilizzata con grande abilità
attraverso colori limpidi e brillanti che spaziano dai toni tenui a quelli forti. Con lei l'immagine non ha più segreti; è una ricerca di una nuova realtà nel metafisico" (da "Surrealismo Avveniristico" di Toni Bonavita).
L’esposizione, a cura di Giovanni Faccenda, ordina una quarantina di opere, in un’ampia cornice cronologica dagli
esordi a oggi che consente di investigare le più feconde e ricorrenti fonti di ispirazione della pittrice.
Come spiega il curatore Giovanni Faccenda,la pittura di Marta Mànduca è colta e ricercata, in quanto attinge dalla
mitologia e dalla musica, così come dalla scienza edalla letteratura. Il soggetto è affascinante quanto necessario
pretesto espressivo; l'iconografia mantiene la dovuta distanza rispetto allo spunto originario, per evitare orpelli
didascalici o illustrativi in opere che, viceversa,esprimono una visione ancestrale o onirica della realtà, comunque
sapientemente trasfigurata.
In simili composizioni, germinano ovunque riferimenti simbolici, nascoste memorie, richiami arcani, verità e presagi
custoditi in quell'angolo remoto della mente dove la luce è madreperlacea e i colori si mostrano nebulosi come indizi
enigmatici, nella spenta cenere di antichi accadimenti ora apollinei ora dionisiaci.
naturalezza ciò che vede ma soprattutto ciò che sente. "Tutta la tavolozza di questa pittrice è utilizzata con grande abilità
attraverso colori limpidi e brillanti che spaziano dai toni tenui a quelli forti. Con lei l'immagine non ha più segreti; è una ricerca di una nuova realtà nel metafisico" (da "Surrealismo Avveniristico" di Toni Bonavita).
L’esposizione, a cura di Giovanni Faccenda, ordina una quarantina di opere, in un’ampia cornice cronologica dagli
esordi a oggi che consente di investigare le più feconde e ricorrenti fonti di ispirazione della pittrice.
Come spiega il curatore Giovanni Faccenda,la pittura di Marta Mànduca è colta e ricercata, in quanto attinge dalla
mitologia e dalla musica, così come dalla scienza edalla letteratura. Il soggetto è affascinante quanto necessario
pretesto espressivo; l'iconografia mantiene la dovuta distanza rispetto allo spunto originario, per evitare orpelli
didascalici o illustrativi in opere che, viceversa,esprimono una visione ancestrale o onirica della realtà, comunque
sapientemente trasfigurata.
In simili composizioni, germinano ovunque riferimenti simbolici, nascoste memorie, richiami arcani, verità e presagi
custoditi in quell'angolo remoto della mente dove la luce è madreperlacea e i colori si mostrano nebulosi come indizi
enigmatici, nella spenta cenere di antichi accadimenti ora apollinei ora dionisiaci.
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