Mario Carrieri. Amata bellezza. Fiori e Visioni. Fotografie

Mario Carrieri, Fiore n. 689, 2011
Dal 18 Ottobre 2017 al 19 Novembre 2017
Milano
Luogo: Triennale di Milano
Indirizzo: viale Alemagna 6
Orari: 10.30 - 20.30; chiuso lunedì
Curatori: Alessandro Colombo
E-Mail info: info@triennale.org
Sito ufficiale: http://www.mariocarrieri.it
Figura chiave e schiva della fotogra a Italiana, Mario Carrieri, nel ciclo di opere presentate, raccoglie il frutto di anni di lavoro.
Nella sua solitaria ricerca fotogra ca “Fiori e Visioni”, in quelle che erroneamente si potrebbero de nire “Nature Morte”, egli vorrebbe interpretare la tragicità dell’umana esistenza, proponendo in un suo immaginario palcoscenico visivo, un “Tutto” drammaticamente visionario e panteistico, quasi teatrale e come sospeso al lo di una luce tanto remota d’apparire fuori dal tempo, immota.
Nelle sue fotogra e gli attori di questo racconto sono infatti solo i ori e la loro in nita, caduca bellezza. Fiori e bellezza che, scorrendo nel delirante ume di un nulla universale, s’infrangono nel loro stesso dolore. La mostra propone fotogra e anche di grandissime dimensioni che sono esposte al pubblico per la prima volta in un grande spazio della “Triennale di Milano” al ne di proporre allo spettatore una chiave di lettura di estrema levatura tecnica e intensità.
“Con la forza dell’innocenza e senza paura del buio, ho fotografato un’alba perenne nascere da un nido di ori senza nome e ho cosparso i miei gladioli in lacrime con pistilli alati, mutandoli in girini-spermatozoi, pronti a immolarsi per fecondare una Via Lattea della Speranza.”
Mario Carrieri
Mario Carrieri, universale e particolare.
Quando iniziai a parlare con Mario Carrieri della possibilità di realizzare questa mostra il suo commento fu lapidario: ti auguro che non si faccia.
Per chi conosce Mario Carrieri questa non è certo una novità.
La novità sta nel fatto che, se state leggendo queste parole, la mostra è diventata realtà.
La sua naturale ritrosia, la sua estrema riservatezza, lo porta da quarant’anni a condurre una ricerca nel segreto del suo studio, una ricerca forse impossibile, ma che gli ha permesso di raggiungere risultati di tale qualità
che credo fosse doveroso far conoscere. E’ un dovere innanzitutto verso Mario Carrieri, un dovere verso la sua incessante ricerca della bellezza per mezzo della qualità del suo fare.
Riprendendo le sue parole, la bellezza nelle sue fotogra e non si può descrivere, si può solo guardare
nella perfezione del gesto tecnico che sottolinea quel momento nel quale, non potendo avverarsi, la bellezza diventa tragedia di un traguardo mai raggiunto.
Abbiamo dovuto esercitare una sorta di maieutica per tirar fuori dal suo studio il giacimento di opere -molte migliaia- e farle vivere in un piccolo numero alla luce del sole strappando l’universo di Mario Carrieri dal suo “brodo primordiale” e catapultandolo nel nostro mondo per consentirne a tutti il godimento, pur riservandogli una culla dorata,quale quella offerta dallaTriennale di Milano e dal Museo di Fotogra a Contemporanea.
Le fotogra e, ori e visioni, sono vox media dell’universo che l’autore scruta, indaga e ritrae nel suo lavoro certosino che sarebbe quotidiano se non fosse chiamato a viaggiare nel modo per ritrarre con la sua maestria -questa sì da tutti conosciuta e riconosciuta- le più belle architetture e i migliori interni degli architetti
e designers contemporanei.
L’in nitamente piccolo e l’in nitamente grande coesistono nelle sue fotogra e, quasi avesse trovato il sistema di condensare in una sola immagine le straordinarie visioni che tutti ricordiamo di Powers of Ten degli Eames. Sono squarci nell’Universo attraverso i quali tutto si può vedere, tutto si può immaginare e tutto è vivo, vibrante e pulsante tanto da rendere questi ori paradigma di vita e quanto di più lontano si possa immaginare dalla natura morta come sottolinea Mario Carrieri, perché in ogni scatto ci sono migliaia di altre foto e anni
di lavoro, una visione e una passione, ma al contempo si possono contare ad uno ad uno i sottilissimi e quasi invisibili lamenti nascosti nel segreto grembo dei ori. Concreto ed astratto, l’Universo di Mario Carrieri consente ad ognuno di specchiarsi e trovare la propria dimensione, la propria visione universale.
Per questa motivo oggi, raggiunto il non semplice obbiettivo di poter mostrare al pubblico le sue opere
nella prestigiosa cornice della Triennale, auguro a Mario Carrieri, prima da amico ed estimatore che da curatore, di non riuscire mai a raggiungere la sua amata bellezza, al ne di continuare a cercarla ancora e sempre attraverso le fotogra e che ci vorrà donare negli anni a venire.
Alessandro Colombo
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